Ci ripugna dare queste notizie.
Preti di Brugherio, diocesi di Milano) che rifiutano il ricordo cristiano nei confronti di un ragazzo ucciso a sprangate 50 anni fa da un gruppo di comunisti. Neanche più la sinistra politica si è opposta a questa giusta iniziativa.
Vergogna, che schifo.
Facciamo sentire la nostra voce, rispettosamente, alle autorità diocesane: vic_gen@diocesi.milano.it , moderator@diocesi.milano.it , ivalagussa@diocesi.milano.it (vicario per la formazione per il clero)
Luigi C.
Campari & de Maistre, 6-12-24
La misericordia, l'accoglienza, la comprensione, la pietà. Concetti comunemente cattolici, che sembrano però estranei al parroco di Brugherio, don Leo Porro, protagonista di una sconcertante presa di posizione nei confronti della memoria di Sergio Ramelli.
Appena propagatasi la notizia che durante il consiglio comunale del 5 dicembre verrà discussa una mozione per chiedere l'intitolazione di una via al ragazzo del Fronte della Gioventù picchiato a morte nel 1975, proprio per celebrarne i 50 anni dalla scomparsa, il sacerdote succitato ha iniziato a scrivere sui social network che, sostanzialmente, questa via non s'ha da fare.
Prima condividendo in una storia Giacomo Matteotti, poi auspicando che non si intitoli una via a chi, con la sua sola memoria, secondo il solerte uomo di chiesa, sarebbe "avvalorante" dei crimini e del ventennio fascista.
Insomma, dopo 50 anni, quando anche vasti settori della sinistra hanno preso coscienza della necessità di ricordare Ramelli, salta fuori un sacerdote, evidentemente disinformato e ben poco misericordioso. Eppure su facebook lo stesso sembra un tipo aperto, gioviale, il classico animatore da grest. Evidentemente la giovialità non è per tutti.
Eppure basterebbe che don Leo si informasse, per sapere che Sergio Ramelli, oltre ad essere un innocente, era anche un ragazzo di oratorio, figlio di una famiglia cattolica praticante.
Oppure potrebbe riflettere sull'episodio avvenuto poco prima del funerale di Sergio, che vide protagonista un altro sacerdote, al quale venne impedito di benedire la salma del ragazzo. Un sacerdote ex partigiano che non mancò di protestare.
Rifletta dunque don Leo e si converta.