È del 4 novembre la notizia diramata dalla Sala Stampa della
Santa Sede che “Papa Francesco annuncia di aver incluso fra i nomi dei nuovi
cardinali che saranno creati nel corso del prossimo Concistoro del 7 dicembre
Sua Eccellenza Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli” (vedi foto). Poche,
asciutte, puntuali parole che generano un fragoroso effetto sulla stampa che
fino a pochi giorni fa lo dava per grande escluso (vedi QUI),
molto probabilmente per le note vicende che lo avevano coinvolto nella pessima conduzione
della Facoltà Teologica di Napoli, di cui è Gran Cancelliere, trascinata nel
sospetto di infiltrazioni ‘ndranghetiste
(vedi QUI,
QUI,
QUI,
QUI
e QUI).
Come anche in altre questioni che lo riguardano e che stanno emergendo con
forza, proprio come reazione alla notizia della sua nomina. E ci chiediamo se
sia stato davvero opportuno da parte di Papa Francesco procedere alla sua
nomina, quando sono in corso procedimenti giudiziari che riguardano suoi
stretti collaboratori: il Decano don Antonio Foderaro (indagato) e il
responsabile raccolta fondi e dell’amministrazione Daniel Barillà, già agli
arresti domiciliari. La nomina di don Mimmo Battaglia sarebbe tra l’altro
scattata l’indomani della rinuncia di monsignor Paskalis Bruno Syukur, O.F.M.,
vescovo di Bogor in Indonesia, maturata oltre dal fatto che “potrebbe avere moglie e figli” (vedi QUI),
anche da presunte coperture di abusi su minori e atti di corruzione durante il
suo episcopato (vedi QUI).
Intanto, proprio in queste ore, sono giunti a MiL documenti – che stiamo
esaminando attentamente prima di una eventuale pubblicazione – in cui persone
a lui molto vicine si dicono “sconcertate per la sua strepitosa carriera”,
ricordandolo persona “competitiva e arrivista”. Ed altri nei quali si fa
un’attenta relazione sulle attività svolte sia dalla Fondazione Campania Welfare di proprietà della Curia sia da un’altra
istituzione – Agape –afferente,
parrebbe, ai francescani di Santa Chiara. Ma evidentemente don Mimmo Battaglia
è troppo vicino agli ultimi (o ai primi?) per vedere fino in fondo cosa stia
accadendo nella sua Arcidiocesi. Del resto la fiducia se l’è ben guadagnata presso
Papa Francesco, il quale, alla persona andata da lui a perorare la sua causa (rimettendolo
in corsa per il cardinalato) avrebbe risposto: “Sì lo so, è un pastore vero”.
QUI Michael Haynes su LifeSiteNews.