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martedì 29 ottobre 2024

Card. Müller: la sua omelia, in Basilica di San Pietro, al 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #10 #sumpont2024

Come coronamento della nostra cronaca del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum, riportiamo di seguito la vibrante omelia pronunciata sabato 26 ottobre dal card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, in occasione dell’adorazione e benedizione eucaristica all’Altare della Cattedra di San Pietro
Ringraziamo don Giorgio Lenzi IBP per la perfetta organizzazione in Basilica.
A fianco e sotto alcune foto foto del card. Müller alla cerimonia.
QUI tutti i post di MiL sul Pellegrinaggio.
Al prossimo anno!
Luigi C, A.Z. e L.V.

Omelia rivolta ai Pellegrini in San Pietro

Cari pellegrini,
Il grande Papa Benedetto XVI ha più volte attirato l'attenzione sull'importantissima differenza tra fede e ideologia. Il cristianesimo non è una teoria astratta sull’origine del cosmo e della vita, o un’ideologia per una società migliore, ma un rapporto con una Persona. Proprio come il Gesù terreno parlò direttamente ai discepoli 2000 anni fa, così anche il Cristo risorto oggi parla direttamente a ciascun individuo attraverso la predicazione della Chiesa. Nei sette santi sacramenti ci dona la sua grazia, mediante la quale riceviamo una partecipazione alla vita divina. Ed è per questo che possiamo riporre in lui tutta la nostra speranza nella vita e nella morte. Il Figlio di Dio è l’unico Salvatore del mondo perché solo Dio nella sua onnipotenza può salvarci dalla sofferenza, dal peccato e dalla morte. Nessun uomo, per quanto brillante, può tirarci fuori dall’abisso della finitezza da solo e nemmeno con le forze combinate dei talenti di tutte le persone. E la tentazione esistenziale di riporre la nostra fiducia negli uomini invece che in Dio si ripete. Ma in Cristo rimaniamo fedeli, meditando la parola di Dio: “Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo. Gesù gli rispose: Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai." (Lc 4, 6-8). Così al termine del nostro pellegrinaggio ad Petri Cathedram adoriamo Cristo, il Figlio del Dio vivente.
A causa della secolarizzazione, molti credevano che si potesse vivere come se Dio non esistesse. Invece di Dio, adoravano i falsi dèi del denaro, del potere e della lussuria. Ma sono stati amaramente delusi. Tutte le ideologie atee del nostro tempo, insieme ai loro leader autoproclamati, hanno solo fatto precipitare il mondo in una miseria più profonda. Il fascismo tedesco e italiano, il comunismo sovietico e cinese, il consumismo capitalista e l’ideologia gender e transumanista hanno trasformato il mondo in un deserto di nichilismo.
Il XX secolo è stato dittatori e mostri che hanno voluto imporre la loro volontà al mondo, incuranti della felicità di milioni di persone. credevano che le proprie idee fossero la salvezza del mondo e che il nuovo essere umano dovesse essere “creato” a loro immagine e somiglianza e “benedetto” secondo la loro logica. Ancora oggi sperimentiamo come terroristi, sfruttatori e prepotenti senza scrupoli dichiarano l’odio e la violenza come i mezzi per “un mondo futuro migliore”.
Oggi le superpotenze si impegnano in una spietata geopolitica a scapito della vita e della dignità di bambini e adulti. Si tratta di accumulare potere nelle mani dei “nuovi sovrani” senza scrupoli che rischiano la felicità di milioni di persone.
Ma, al contrario, Dio, nostro Creatore e Redentore, manifesta la sua potenza proprio nel non sacrificare gli altri per i propri interessi, come fanno i dominatori di questo mondo, ma donando sé stesso nel Figlio Suo, che per amore ha assunto la nostra carne mortale.

- In questi giorni il Santo Padre Francesco ha pubblicato un'enciclica sull'amore che scaturisce dal Cuore di Cristo, Figlio di Dio, incarnato per la nostra Salvezza.
Meditiamo la parola di Gesù: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
In contrasto con tutte le micidiali ideologie che hanno sedotto le persone con la loro propaganda, il cristianesimo è la religione della verità e della libertà, dell’amore e della vita. L’amore che Dio concede a tutti noi in abbondanza e la nostra risposta nella devozione a Dio e la carità verso gli altri è la realizzazione degli esseri umani.
L’amore di Dio e l’amore del prossimo sono al centro della fede cristiana nella potenza creatrice e perfezionatrice di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

La fede cristiana è una relazione personale con il Dio Uno e Trino nella comunione della Sua Chiesa. Mediante il battesimo siamo divenuti figli di Dio in Cristo e amici di Dio nello Spirito Santo. Non lasciamo dunque che il nostro rapporto con Dio nostro Padre si atrofizzi in una tradizione meccanica, in una consuetudine esteriore o in una sconsiderata routine.
Come credenti legati a Gesù da un’amicizia personale, non ci comportiamo come guardie in un museo di un mondo passato. Ci muoviamo alla presenza di Dio, davanti al quale dobbiamo rispondere della nostra vita in pensieri, parole e buone opere.
Ma se ci guardiamo intorno, in Italia e l’Occidente scorgiamo le magnifiche testimonianze della cultura greco-romana cristianizzata alle cui fonti attingiamo. Questa è la sintesi di fede e ragione, aperta a tutte le culture, manifestata nel Logos, ovvero Gesù Cristo, l’unità del nostro orientamento verso Dio e della nostra responsabilità per il mondo. Il suo fondamento permanente è l’Incarnazione del Verbo di Dio in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Dal cristianesimo procede un’umanizzazione universale del mondo. Con parole e opere, i cristiani sono chiamati a contribuire alla pace tra i popoli. Hanno fatto una campagna per la giustizia sociale. Insistono contro tutte le ideologie sulla dignità fondamentale di tutti gli esseri umani e sulla loro uguaglianza davanti a Dio.

Sentiamo qualcosa del “Genius loci” di Roma come caput mundi? Confessiamo alla Chiesa romana, che S. Paolo si vantava «perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo» (Rm 1, 8)?
Se l’antica Roma era l’idea della pace tra i popoli sotto lo stato di diritto, la Roma cristiana incarna la speranza dell’unità universale di tutti i popoli nell’amore di Cristo.
Mentre l’anima naturalmente cristiana del grande Virgilio poteva solo supporre la nascita di un fanciullo, un divino salvatore nella futura età dell’oro, (Bucolica IV), la venuta del Messia è promessa nel canto biblico del servo di Dio: «io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra» (Is 49,6).
Quindi non costruire la casa della vostra vita su ideologie ideate da uomini, ma sulla roccia dell’amicizia personale con Cristo nelle virtù divine -fede, speranza ed amore- per poter dire con san Paolo: «io vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me» (Gal 2,20).
Ci affidiamo alla protezione e all’ intercessione “dei - come disse San Ireneo di Lione - due celebri apostoli Petro e Paolo”, i quali con la loro predicazione apostolica e il loro martirio, gettarono le fondamenta della Chiesa Romana. 
Et ad hanc enim ecclesiam propter potentiorem principalitatem necesse est omnem convenire ecclesiam.” (Adv. haer. III 3, 2).