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lunedì 9 settembre 2024

Orrori architettonici… e dove trovarli #205 Manila (Filippine)

Chiesa parrocchiale di San Paolo apostolo dell’arch. Danilo Lisi (anno 2018).

Lorenzo

Descrizione del progetto: il sagrato è la “piazza” dove intrattenersi all’uscita della chiesa: altresì proteggersi, al riparo del porticato che lo perimetra, nei giorni piovosi, e qui, nel periodo dei monsoni, di acqua ne viene giù tanta e improvvisamente, o nelle calde giornate di sole; ma anche il nucleo di varie funzioni che danno impulso vitale alla cittadinanza. Non solo il luogo del “passare”, ma anche dello “stare”.
L’ho pensato come filtro tra il mondo, con i suoi affanni, e il luogo della preghiera, con il suo rasserenamento. Dal sagrato, ri-valorizzando il concetto di “soglia”, ho ideato un atrio, anticipato da un autonomo setto in pietra vulcanica, di cui è ricca la nazione per la presenza di ben 80 vulcani in attività, e con cui è realizzato il vicino quartiere spagnolo di Intramuros.
Dall’atrio si accede all’aula liturgica con il fonte battesimale posizionato sulla destra di chi entra e ben visibile tramite un’apertura a nastro. L’Ingresso avviene però direttamente dall’esterno, sulla parete laterale: si entra, si scendono tre gradini, ci si purifica e solo allora si entra nell’aula. La quota del fonte è ribassata rispetto al piano dell’aula, così da ottemperare alle esigenze liturgiche e alle connotazioni simboliche, connesse ai riti battesimali. La possibilità di partecipazione da parte di vari fedeli permette una presenza attorno alla struttura ottagonale. Questa soluzione recupera l’idea – relativa al Battesimo, che immette nell’ottavo giorno: quello cioè del tempo di Dio, il giorno “senza tempo”. E il contributo dei Padri della Chiesa, in particolare di Sant’Agostino, risulta anche in questo caso particolarmente interessante e attuale.
L’aula penitenziale, in simmetria con il battesimo, dà la possibilità di recuperare quella luce che talvolta le situazioni umane e le tante fragilità tentano di oscurare. L’apertura verso l’aula ecclesiale è il segno della ripresa di quella compunctio cordis che permette di tornare ad essere la luce del mondo: “Voi siete la luce del mondo…” (Mt 5,14).
Entrare nella chiesa parrocchiale è vivere l’esperienza dell’abbraccio accogliente. Sei file di panche proiettate verso l’abside i cui movimenti circolari rinviano a quella perfezione assoluta costituita dal mistero di Dio sperimentato nei divini misteri.
L’accoglimento intercetta il valore e il significato dell’atto progressivo di disporsi verso la soglia spirituale, raggruppando i luoghi sacramentali nel santuario absidale, dove si misura l’attrazione reciproca tra i poli liturgici. Tutte le parti sono riunite in una totalità di forma con l’intento di ammettere la profondità, integrarla alla mera visione frontale e subordinarla all’intensità architettonica.

Descrizione tratta dalla pagina internationalprize.fondazionefratesole.org.

Fotografie degli esterni:









Fotografie degli interni:






9 commenti:

  1. Orrore è una parola grossa. L'interno è semplice, ma orientato chiaramente e non peggiore di molte nostre chiese degli anni 50/60. Gli arredi sono dignitosi e la decorazione del presbiterio è gradevole e ispirata alla tradizione. La facciata ha un suo pregio e per quanto squadrata gioca sui materiali usati per il rivestimento e sulla grande croce stilizzata.

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  2. Come sala del regno dei Testimoni di Geova non è male, suvvia!

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  3. Ma che e' un hangar?
    A Danì, te pòssino, dall'Italia bella hai portato uno scatolone?

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  4. La descrizione non corrisponde alle immagini. A me pare un capannone come un altro. Coi soldi spesi per la facciata potevano rifare tutta la chiesa.

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  5. Ma è bellissima!
    Cosa non va qui?!
    È anche piena di fedeli.

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  6. Io piuttosto mi rallegro nel vedere che nelle Filippine ci sia una chiesa così grande capace di accogliere una Chiesa così viva!

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  7. Un capannone che si tenta di migliorare con i soliti giochi di luce. Spero che abbiano lesinato sul bonifico all'architetto.

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