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domenica 4 agosto 2024

5 agosto Madonna delle Neve. Santa Maria Maggiore a Roma, dalla miracolosa nevicata al culto contemporaneo

"Le radici di questa straordinaria circostanza affondano nel desiderio espresso dalla Beata Vergine Maria a Papa Liberio e al patrizio romano Giovanni. Apparsa in sogno, chiese loro di costruire una chiesa sul luogo dove sarebbe accaduto un evento miracoloso. Il 5 agosto del 358 una nevicata imbiancò il colle Esquilino".
Ricordiamo la Madonna alla vigilia della festa della Dedicazione della Madonna della Neve della Basilica di S. Maria Maggiore a Roma (5 agosto, III Classe, Bianco)
Luigi C.


Schola PalatinaRoberta Mochi | 27 Settembre 2023

Il primo rione costruito dopo il 1870 fu l’Esquilino, e corrisponde alla parte orientale del colle da cui prende il nome. La sua etimologia “ex-colere”, ovvero abitare fuori, indicava, infatti, un sobborgo esterno al primo nucleo della città sul Palatino, in cui, per tutto il VII secolo, venivano sepolti i corpi (le cui testimonianze emersero alla costruzione del quartiere umbertino).
Si deve invece al secondo Cinquecento la rinascita vera e propria del colle, quando Gregorio VIII iniziò la nuova via Merulana e Sisto V avviò il recupero dell’area, incentrando il programma viario sulla Basilica di Santa Maria Maggiore.
La basilica patriarcale occupa la sommità del “Cispius” che dà il nome alla piazza, al cui centro si erge la colossale colonna corinzia, proveniente dalla basilica di Massenzio, alta più di 14 metri e sormontata dalla statua bronzea della Vergine, ed è la prima oltre che la più importante chiesa romana dedicata alla Madonna. L’edificio non è antecedente a Sisto III, che la dedicò alla divina maternità di Maria, definita col Concilio di Efeso del 431. Proprio per questo motivo, in essa viene celebrato sia il dogmatico aspetto mariologico che quello cristologico.

Oggi la basilica è lunga circa 86 metri, larga 32 e la sua altezza è di m. 16. La facciata è formata da un portico inferiore a cinque aperture architravate ed un ordine superiore che si apre in una grande loggia a tre arcate, la sua balaustra è arricchita da statue e prosegue sui due edifici che ne costituiscono le ali.

La parte superiore, di committenza dei Colonna risale con probabilità a prima del 1297, anno della messa al Bando della Famiglia da parte di Bonifacio VIII. Tra il 1306 e il 1308 i Colonna vennero riabilitati da Clemente VII, ed è questa la datazione della parte inferiore.

L’accesso è assicurato da cinque porte; il portone alla sinistra di quello bronzeo centrale, è la Porta Santa, che viene aperta durante il Giulibeo. All’interno della chiesa ogni cosa simboleggia e richiama un elemento biblico, partendo dalla navata centrale scandita da 42 colonne, che indicano le generazioni che vanno da Abramo a Gesù.

Il soffitto della navata a cassettoni, dorati con l’oro trasportato dell’America e donati al Papa dai regnanti di Spagna Fernando ed Isabella, è ancora l’originale attribuito a Giuliano da Sangallo; mentre il pavimento è quasi interamente opera originale della prima metà del XII secolo, epoca del papa Eugenio III. Nella navata destra accanto all’altare, riposano le spoglie mortali di Bernini in una semplicissima tomba.

La Cappella Sistina in Santa Maria Maggiore

Sisto V commissionò al proprio architetto di fiducia, Domenico Fontana, la costruzione di una cappella del Santissimo Sacramento che avesse al centro quella del Presepe. La cappella è contornata dalle storie della Vergine, di Gesù e dei loro antenati. Le pitture celebrano proprio il trionfo conseguito dalla Vergine, la cui maternità divina era negata dall’eresia protestante, nel Concilio di Trento.

Cesare Guerra e Giovanni Nebbia, che realizzarono l’opera tra il 1587 ed il 1589, miravano a far sì che le figurazioni della Sistina fossero la naturale continuazione di quel messaggio che era già stato espresso con i mosaici dell’abside. La magnificenza di queste pitture resta però nella semplicità del loro linguaggio, che privato di ogni intellettualismo, risulta chiaro e diretto per tutti i fedeli che si pongono come spettatori.

La statua che ritrae, invece, Sisto V, inginocchiato e in un’espressione carica di bontà sul Tabernacolo e sul Presepio della Cripta, è di Giovanni Antonio Paracca, detto il Valsolo. Altrettanto bello è l’altare posto al centro della cappella, dove quattro grandi angeli, in bronzo dorato, sorreggono il ciborio, che altro non è se non il modello della cappella stessa; l’opera è di Sebastiano Torregiani.

Ai piedi dell’altare in stile cosmatesco, al termine della doppia scala della Confessione che conduce all’Oratorio del Presepe, vi è infine la natività di Cecchino da Pietrasanta, del XVI secolo. Oltre alla tomba di Sisto V, che contrariamente a quella degli altri papi non è conservata a San Pietro ma onora la basilica di Santa Maria Maggiore, all’interno di questa stupefacente cappella si trova anche la sepoltura di San Pio V. In fondo alla navata di fronte all’altare, è situato il monumento funebre del Cardinal Rodriguez, di chiara impronta gotica.

La Cappella Borghese

Di fronte alla cappella Sistina, sul luogo dell’antica sagrestia, è quella Paolina o Borghese, a croce greca. La cappella è un esempio artistico di rara bellezza, ed anche in essa si fonde a perfezione l’arte e il sentimento religioso. Conserva, infatti, l’icona della Salus Populi Romani, una Madonna Bizantina che la pia tradizione indica come dipinta direttamente dall’evangelista Luca.

L’immagine, veneratissima, in quanto miracolosa, era portata in processione durante le pestilenze. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, volle che una lampada ardesse giorno e notte sotto l’icona della Salus, come prova della sua grande devozione per la Vergine. La cappella è stata voluta da Paolo V Borghese, durante il proprio pontificato, su disegno dell’architetto Flaminio Ponzio (1606-1612) e venne consacrata il 27 gennaio 1613.

Sono i suoi marmi, le sue decorazioni, le cornici dorate, gli stucchi, la maestosità dell’altare che catturano e incantano gli spettatori, dal momento che i manieristi più celebri dell’epoca hanno gareggiato nell’adornarla. Senza dubbio il pezzo scultoreo più notevole all’interno delle membrature dell’altare maggiore è il bassorilievo sul frontespizio, opera di Stefano Maderno, che raffigura Papa Liberio mentre traccia il perimetro della basilica sulla neve.

Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, ha, infine, eseguito nel lunettone sopra l’altare, rappresentante l’apparizione della Madonna e di San Giovanni Evangelista a san Gregorio Taumaturgo, a sinistra, e dal lato opposto, gli uomini morsi dal serpente dell’eresia e il Tempio di Dio contornato dalla folla dei veri credenti. Nella cripta è sepolta Paolina Borghese Bonaparte, sorella di Napoleone.


FONTE IMMAGINE: Wikimedia Commons (https://it.wikipedia.org/wiki/File:Basilica_di_Santa_Maria_Maggiore_-_Roma.jpg) - Autore: NikonZ7II

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