Chiesa parrocchiale della Madonna del Popolo dell’arch. Gian Paolo Geremia (anno 1993).
Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche della Diocesi di Verona, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?
Lorenzo
Descrizione: La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica aula a “ventaglio” di ampiezza progressivamente ridotta verso il presbiterio, quest’ultimo rialzato di tre gradini e chiuso da una parete semicircolare. Sul fianco sinistro del presbiterio si colloca la sacrestia. Sul lato occidentale dell’aula, in prossimità della facciata principale, si apre la cappellina emergente a pianta circolare della Madonna del Popolo. L’entrata principale, con vestibolo di ingresso, si apre in posizione centrale lungo la facciata principale; sono presenti due entrate laterali lungo i fianchi dell’aula. La chiesa si colloca al piano rialzato di un complesso edilizio che ospita al piano seminterrato gli ambienti delle opere parrocchiali e la cappella feriale.
Facciata di forma rettangolare, edificata in blocchetti di calcestruzzo alleggerito faccia a vista. Orientamento a sud-ovest. Al centro, preceduto da una rampa e protetto da una tettoia in cemento, si apre l’ampio portale d’ingresso di forma rettangolare.
Le strutture di elevazione sono costituite da un’intelaiatura portante in cemento armato, con pareti di tamponamento in parte in blocchi di calcestruzzo alleggerito ed in parte con pannelli prefabbricati in cemento armato.
L’ampia aula interna è coperta da una controsoffittatura piana in cartongesso a profilo ondulato mistilineo.
Copertura piana realizzata con travature portanti prefabbricate in cemento armato con sovrapposti tegoli in semplice appoggio; manto di copertura in lamiera metallica.
La pavimentazione dell’aula, realizzata in lastre quadrate di marmo nembro rosato, è riquadrata con un reticolo obliquo a maglie quadrate realizzate con listelli di marmo grigio; la corsia centrale longitudinale è realizzata in lastre di nembro rosato con bordature laterali in marmo grigio venato. Il piano rialzato del presbiterio presenta una pavimentazione a corone circolari concentriche alternate in pietra calcarea bianco-rosata e marmo grigio.
L’ambiente interno della chiesa, dalle linee semplici ed essenziali, è caratterizzato da un impianto spaziale ampio e luminoso, che fa del presbiterio l’elemento focale della composizione da cui sembra irradiarsi tutta la geometria del progetto, ed al quale convergono linee, giochi di luce naturale filtrata dalle vetrate artistiche che si alternano ai setti murari della struttura portante. Le pareti sono realizzate con pannelli prefabbricati di cemento armato e con tamponamenti in blocchetti di calcestruzzo a vista o parzialmente intonacati.
La chiesa si presenta esternamente come un’articolata struttura architettonica costituita da linee e volumi puri realizzati con setti murari in cemento armato a vista, caratterizzata da tagli verticali a cui corrispondono le vetrate che consentono l’illuminazione interna, e che determinano sulle facciate alternanze di rapporti chiaroscurali.
La chiesa della Madonna del Popolo è priva di torre campanaria.
Descrizione tratta dalla pagina chieseitaliane.chiesacattolica.it.
Fotografie degli esterni:
Fotografie degli interni:
Dalla foto non mi pare il peggio del peggio. In un'aula vuota un'anima devota può relazionarsi con Dio senza distrazioni. Però è necessario che il Signore realmente presente, sia sempre immediatamente individuabile.
RispondiEliminaIn realtà volevano costruire uno skatepark ma poi hanno deciso di adattare il progetto e chiamarlo "chiesa"
RispondiEliminaUn bel garage!
RispondiEliminaL’esterno è il progetto scartato e riadattato di un terminal aeroportuale, l’interno è quello di una discoteca kitsch anni Settanta/Ottanta
RispondiEliminaIncredibile come si costruiscano sempre di più templi massonici spacciati per chiese
RispondiEliminaFoto 1 esterno: ingresso metropolitana.
RispondiEliminaFoto 2 interno: sala d'attesa (ultima chiamata)
Penso sia chiaro quanto distante sia quest'opera dalla precedente di Gregotti. Qui il riferimento al moderno, razionalista, è irriconoscibile, là evidente. Anche uno sguardo distratto può cogliere la mancanza di nessi compositivi, di riferimenti alle funzioni, di rimandi storici. Qui il moderno esprime la sua mancanza di radice e la sua autoreferenzialità avulsa da ogni senso estetico comune anche dalle citazioni più ricercate, presentandosi come una imposizione e finendo per trovare rifiuto e allontanamento. Diverso il caso di Gregotti, dove è facile percepire unità intrinseca, poetica, soprattutto compositiva, funzionale ed espressiva attraverso i materiali e il loro uso nel solco di una tradizione ininterrotta . La bassissima capacità di discernimento nel campo dei valori artistici che mostrano gli organi decisionali ecclesiastici preposti alle scelte progettuali degli ultimi decenni, unita al malaffare e alla provata volontà di danneggiare il depositum fidei esperibile dall'arte sacra, hanno la loro radice nelle trame tutte interne al mondo Cattolico. Lasciamo stare Gregotti e altri come lui che pur da posizioni distanti, hanno saputo rispettare e comprendere l'importanza dell'incarico ricevuto e dignitosamente eseguito. Si tratta di capire che in Italia abbiamo ancora buoni architetti nonostante tutto e per fortuna. Così come buoni cattolici.
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