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venerdì 9 febbraio 2024

«Cristiani, riposizionatevi», l'era del Cristianesimo è finita;così il card. Ouellet cede al mondo

Lupi (anche se vestiti di rosso) travestiti da pecore: "Per il cardinal Ouellet l'era del cristianesimo è finita, occorre riposizionarsi all'insegna del pluralismo e senza esclusività. Un cedimento al mondo antievangelico".
Noi, con Gesù, invece, crediamo che «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 24, 13).
QUI la Lettera Aperta di Ettore Gotti Tedeschi al Card. Ouellet: "Fede cristiana come malattia mentale?"
Luigi C.



Roberto Marchesini, La Nuova Bussola Quotidiana, 25-1-24

Viviamo in tempi parecchio interessanti, nei quali capita di leggere cose straordinarie. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto un articolo del cardinale Ouellet sulla prestigiosa rivista teologica Communio.
L’articolo, seppur complesso, è degno di nota e di riflessione. Dopo un paragrafo introduttivo, si parte col botto: «L’era del cristianesimo è finita». Affermazione da brividi; o da grasse risate, a seconda del punto di vista. Come può finire l’era del cristianesimo? Tutta la storia è cristianesimo, dato che Cristo è l’alfa e l’omega. Certamente il porporato ha attratto la nostra attenzione.

«È iniziata una nuova era ‒ spiega ‒, in cui i cristiani devono riposizionarsi in relazione al loro ambiente se vogliono trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo. Il cristianesimo è estraneo a questo ambiente; è accolto con indifferenza o addirittura ostilità, anche nei paesi tradizionalmente cattolici». Rileggiamo con calma. «Il cristianesimo è estraneo a questo ambiente; è accolto con indifferenza o addirittura ostilità, anche nei paesi tradizionalmente cattolici». Di quale «ambiente» si tratta? Forse del mondo? Se così fosse, non ci sarebbe nulla di strano: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Gv 15, 18-19). Quindi, se il mondo odia il cristianesimo (com’è naturale che sia), «i cristiani devono riposizionarsi»? E cosa significa «riposizionarsi»?

Lo spiega poco dopo: «Dobbiamo riflettere sul futuro del cristianesimo in un contesto che si aspetta che i cristiani adottino un nuovo paradigma per testimoniare la propria identità. Per questo dobbiamo guardare alla diversità culturale e religiosa con disponibilità al dialogo e offrire la visione cristiana gratuitamente e con attenzione alla fraternità umana».

Dunque il mondo (ammesso che sia questo il significato di «contesto») chiede al cristianesimo di «adottare un nuovo paradigma». La locuzione è da brividi, e viene così “spiegata”: «Per questo dobbiamo guardare alla diversità culturale e religiosa con disponibilità al dialogo e offrire la visione cristiana gratuitamente e con attenzione alla fraternità umana». Perché «dobbiamo»? Da quando la Chiesa è tenuta a corrispondere alle aspettative del mondo? E poi: l’apostolato è sempre stato disponibile al dialogo (sebbene quasi sempre unilaterale), gratuito (anzi, pagato a caro prezzo) e attento alla fraternità umana. Questo non è un «nuovo paradigma»: è quello che i cristiani hanno sempre fatto.

Forse, è nel prosieguo che si intuisce che cosa il cardinale Ouellet intenda per «nuovo paradigma», laddove sostiene che «i tradizionali punti di riferimento razionali non possono più rivendicare l’esclusività. Il cambiamento epocale, insomma, prevede il pluralismo come elemento costitutivo di ogni società nel mondo globalizzato». Anche in questo caso, siamo di fronte a un non sequitur. Che «il cambiamento epocale prevede il pluralismo come elemento costitutivo» importa fino ad un certo punto. E non si capisce perché non sarebbe più ammissibile la rivendicazione dell’esclusività dei «tradizionali punti di riferimento razionali». È sufficiente dare un’occhiata alla dichiarazione Dominus Jesus, per capire che invece non è solo possibile, ma necessario.

Insomma, Sua Eminenza usa toni importanti e frasi ad effetto - «l’era del cristianesimo è finita», «i cristiani devono riposizionarsi», «nuovo paradigma»… -, ma non si capisce dove voglia arrivare. Non sta bene usare il termine «supercazzola» quando a scrivere è un cardinale; però sembra proprio esserlo. E tonante. Tra tutti questi slogan, non facilmente decifrabili, appare alla mente una immagine chiara, precisa: un cartello appeso ad un negozio. Su questo cartello, una scritta: «Chiuso per fallimento». Io l’ho capita così: «Se vogliono trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo» i cristiani devono smettere di trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo; se vogliono «testimoniare la propria identità», devono piantarla di testimoniare la loro identità. Il sale della terra deve perdere sapore, per essere gettato via e calpestato dagli uomini (Mt 5, 13).

Nel finale, l’articolo assume toni prescrittivi: «Questa nuova situazione deve essere accettata come permanente». A quale situazione si riferisca il cardinale, non è chiaro: all’odio del mondo nei confronti del cristianesimo? A un oscuro «nuovo paradigma»? Al fatto che un principe della Chiesa si esprima come il conte Mascetti? Una cosa è chiara: «Questa nuova situazione deve essere accettata come permanente». Così vanno le cose, così devono andare.

A preoccupare ulteriormente è il fatto che l’articolo intende lanciare un Convegno che si terrà in Vaticano il 1° e il 2 marzo prossimi, con la partecipazione di papa Francesco (e del cardinale Fernández), dal titolo “Uomo-donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni”. Se le premesse sono quelle indicate da Ouellet, c’è poco da star sereni.

Qualcuno, a questo punto, citerà Lenin e si chiederà: che fare? Per quanto mi riguarda, non ho dubbi: «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 24, 13).

11 commenti:

  1. Vestiti di rosso?? Ormai sono tutti in pantaloni da veri protestanti quali sono!!!

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  2. Non vedo cosa ci sia di così scandaloso nelle parole del cardinale. Viviamo almeno in Occidente in una società ormai post-cristiana. Per questo San Giovanni Paolo II auspicò una nuova evangelizzazione.

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    1. "Diletto figliolo " nullo di sandaloso in quanto constato dal cardinale ouellet e non solo da lui anche il più sprovveduto lo sa che l occidente ripudia il cristianesimo e in pochi decenni ha spostato le lancette ai tempi precostantiniani e precristiano e per molti cattolici questo è un bene spogliarsi di tutto quello che è avvenuto dopo Costantino e Teodosio . E va bene!!
      Ma la domanda che pongo a lei e al cardinale ; quando gli apostoli e cristiani dei primi secoli annuncia vano il vangelo per caso hanno trovato una società pluralista accogliente tollerante o piuttosto una cultura pagana e un potere che non lasciava spazio alla vita e alla determinazione di coloro che confessavano la loro fede integrale bisognava adorare l'imperatore e allora cosa ha fatto quella chiesa quei cristiani si sono piegati al mondo alla cultura pagana al potere o piuttosto con il loro sangue hanno confessato la fede apostolica e hanno costruito la chiesa e la civiltà cristiana e occidentale .E adesso cosa facciamo il mondo ci ripudia ci mettiamo d'accordo non disturbiamo troppo il manovratore. Sopravviviamo abbiamo famiglia e tante altre cose da salvaguardare .
      Si capisce la nuova strategia ecclesiale vincente una evangelizzazione a buon mercato e così si comprende il forte ostracismo al pontificato di san Giovanni Paolo II e ancor di più a benedetto xvi e la sua conseguente resa .dopodiché la botola si è aperta ed è uscito tutto il marcio che ora governa la chiesa .
      Ma il cardinale ouellet non era un fervente rantzingheriano?

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    2. Che viviamo in una società postcristiana non ci vuole un dottorato per capirlo. Il problema del ragionamento di Ouellet è che dobbiamo rassegnarci al pluralismo e, in ultima analisi all'insignificanza, che fa il paio con la dichiarazione folle di Abu Dhabi: siamo una tra le tante religioni volute da Dio, non più l'unica vera depositaria dell'unica Verità che è Cristo Re Sommo Sacerdote.

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    3. "non vedo"
      Infatti, sono ciechi che guidano ciechi.

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  3. Non vedo cosa ci sia di così scandaloso nelle parole del cardinale. Viviamo almeno in Occidente in una società ormai post-cristiana. Per questo San Giovanni Paolo II auspicò una nuova evangelizzazione.

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  4. l'era deglii uomini è finita , il tempo degli orchi è giunto

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  5. Sua Eminenza,il fatto che noi Cattolici praticanti siamo una sparuta minoranza,non è un problema.2000 anni fa hanno cominciato in 12,più la Madre Celeste ,le pie donne e alcuni discepoli.C'era però Cristo che li guidava ,così come oggi,per cui....

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  6. No, caro monsignore, io non mi conformo al mondo, preferisco seguire le lettere del grande San Paolo ai romani. Ergo, si faccia una ragione, che non andrò contro gli insegnami di Cristo e del Magistero della Chiesa, sposa di nostro Signore.

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  7. Praticamente con questa logica l'incarnazione di N.S. Gesù Cristo, è stato un grosso errore. Infatti, non omologandosi agli ebrei, fu messo a morte. Come i Suoi seguaci, per tanti anni a venire dopo la Sua crocifissione. Non parliamo poi, del Suo ordine di predicare il Vangelo e battezzare tutti (ebrei compresi). Ecco, questi sacerdoti e Vescovi, non sono cristiani, perché sviliscono l'operato di Cristo contestandone la sostanza e rigettano duemila anni di operato della Chiesa.

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  8. Dio aiutaci a vedere con i tuoi occhi.

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