Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato, abbiamo ricevuto la seguente informazione ex Aedibus da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La comunicazione segue al discorso alla Curia Romana per gli auguri natalizi di giovedì 21 dicembre, in cui papa Francesco ha ammonito che «anche nella comunicazione tra di noi, rischiamo di essere come dei lupi rapaci: cerchiamo subito di divorare le parole dell’altro, senza ascoltarle davvero, e immediatamente gli rovesciamo addosso le nostre impressioni e i nostri giudizi» e «anche nella Curia c’è bisogno di imparare l’arte dell’ascolto. Prima dei nostri doveri quotidiani e delle nostre attività, soprattutto prima dei ruoli che rivestiamo, occorre riscoprire il valore delle relazioni, e cercare di spogliarle dai formalismi, di animarle di spirito evangelico» (QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare alcuni documenti che altrimenti passerebbero inosservati o non verrebbero evidenziati come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.
L.V.
NOSTRE INFORMAZIONI
La Prefettura della Casa Pontificia, a seguito delle varie reazioni sortite ieri a seguito della allocuzione del S. Padre per gli auguri natalizi alla Curia Romana, ha precisato stamane, con nota diramata dalla Sala Stampa della S. Sede, che il discorso pronunziato da S. Santità discendeva pianamente dalla Cost. Ap. «Ego sum ego» del 31 giugno 2013, tra i documenti normativi più importanti e fondativi dell’attuale pontificato, e dalla collegata Istr. «Et vos mentula non estis» del 31 novembre 2015.
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