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venerdì 17 novembre 2023

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sull’uso pontificio di non celebrare più la Santa Messa feriale

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla notizia secondo la quale papa Francesco, da qualche tempo, non celebrerebbe più la Santa Messa feriale, ma sarebbe uso a giungere regolarmente alla Santa Messa, sedersi tra i banchi o in un sedia della Cappella Paolina e lasciare ad uno dei concelebranti la prosecuzione della celebrazione (QUI su MiL).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Era in tutta Roma et diocesse suburbicarie notitia che l’Augustissimo or son vari mensi et insino ad un anno che non dice messa veruna, nec solenne, nec bassa, nec bassissima ut avea fatto inde a primordii del sublimissimo suo pomteffichato sulla cassapanca che tiene a piè del letto in cubicolo suo ove sta posta tovaglia de saccone et duo moccoli de candele, donativo tantissimo gradito alla Santetà Sua dalli antropofaghi delle Riduzioni che la santa riliggione gesuitica tiene nelli possedimenti del re catholico al Paraguaio, che se dicen ricavati del grasso corporal di duo missionari che i ditti antropophagi avean mangiato antea de lor conversione alla vera fede et che voller benevolmente enviar al Santissimo Segnor in signo de divotione & oboedientia appo che insino a quelle terre giunse la nova dell’assunzione al sommo ponteficato dell’augusto Pomtiffice, di talché in una adunantia del Santo Uffitio, absente la santità di Nostro Segnore, li prelati votanti, li uditori, li scabini et lo notaro fecer dimanda apposita al novello segretario, eminentissimo Tuccho che da quelle terre appostamente il signor papa volle novellamente elevar alla tuition della fede catholica qual degnissimo defensor della nostra santissima riliggione, condecorandolo altresì della porpora romana che unqua fu mai più mertata e unqua fece tanta specie su ecclesiastiche spalle ut nel caso del Tuccho, circa le messe cottidiane che dice il Sovrano pontiffice et il cardenal Secretario ebbe a confirmar che la Santità Sua s’era da tempo dispensato di tale adempimento a cagion delli multi affanni & sollicitudini & offitji pastorali a favor della Giesa unniversale che contristan l’appostolecho core, praeserte durante il mattinale orario congiurando alla santa pratica delle quattro coletioni apostoleche, che avvenivan pria insino l’hora sesta di talché il Beatissimo, visto che le cure pontifficie e sovra tutto i dolori della guerra dell’Introibbo & laj delli cardenali dubiosi & provvedimenta contra l’eppiscopi riggidi et pelagiati & cure apportate dalli parochi indietristi et fideli di pari risma, era dalli tempi dell’epidemia ultima che, dispensandosi dal dir messa, sebbene mezzana aut bassissima, nel mane della jornata avea ricavato qualche cantuccio di tempora per attendere in sacrosanta pace alle canoniche quattro coletioni, pria dell’Angelus che, a sua divotione et ad exemplo altissimo di sua riliggiosa osservantia delle norme della Giesa et parimente della Santa Sedia, egli non omette ogne die, et solamente il dice ante la sagra mensa del desinare che, per venir incontro a sua periclitante salute et majormente pella podagra che angustia da tempo li sui sagratissimi piedi facendolo vieppiù proceder su apposita trainella, ha anticipato al mezzodì preciso, stante anche la lunghezza delle duodeci portate delli dì de magro, quattuordeci delli di dì de mezzo magro, viginti delli dì delle mezzo grasso et viginti quattro nelli dì di grasso pieno, et all’udir tal cosse disser li mentovati prelati & uditori & consultori & abbati, repleti d’ogne grandissima stupefatione, «Che gran papa tenemo!» aut «O qual santitate sul sollio di Pietro!» aut «Che strucchion de pomtiffice…» et alia che qui se ometton tucte pella defension della fede catholica & la essaltatione dell’ecclesiasticha desciplina nonché pella degnità dello lector aut clerico aut laico etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea con privileggio - Libro VI

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