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martedì 13 giugno 2023

Scandalo al Centre Sèvres… e sembra però che siano i «Tradi» a mettere in pericolo l’unità della Chiesa…

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 939 pubblicata da Paix Liturgique il 9 giugno 2023, in cui si riporta e si commenta brevemente il contenuto della conferenza dal titolo «Cattolici e omosessuali, un modo speciale di vivere il Credo», organizzata a Parigi dal Centre Sèvres, l’università privata francese gestita dalla Compagnia di Gesù.
Relatore è stato il teologo James Allison, ex Domenicano, nel 1995 espulso dall’ordine e ridotto allo stato laicale ma apprezzato da papa Francesco, il quale ha posto idee in netto contrasto con l’insegnamento della Chiesa.
In questo clima di diffusa eresia, che sembra tollerata se non addirittura sostenuta dalla gerarchia cattolica, ci si chiede perché i Tradizionalisti siano perseguitati per il loro attaccamento a una fede e a una tradizione liturgica che risale a due millenni fa, mentre altri sembrano beneficiare di una preoccupazione paterna: «a coloro che vogliono diffondere la guerra, l’odio e l’esclusione diciamo forte e chiaro che non rinunceremo alla fede dei nostri padri».

L.V.


In un clima piuttosto teso, il 30 maggio il Centre Sèvres [università privata di Parigi, gestita dalla Compagnia di Gesù: N.d.T.] ha organizzato una conferenza del teologo omosessualista inglese James Alison, ex Domenicano espulso dal suo ordine e dimesso dallo stato clericale, dal titolo «Cattolici e omosessuali, un modo speciale di vivere il Credo».

Perché questa tensione? Perché i proprietari del centro temevano che i «Tradi» avrebbero disturbato la conferenza, «perché era stata annunciata su Riposte catholique il 9 maggio». Tanto che hanno tenuto chiuso il cancello che separa il Centre Sèvres dalla strada e hanno obbligato il custode delle chiavi a stare permanentemente fuori dalla sala, occupata da 70 persone per 250 posti, tra cui una buona ventina di studenti del Centre Sèvres, attivisti LGBT e molti capelli bianchi… e non è successo nulla. In ogni caso, sarebbe stato un gran peccato interrompere un discorso così eterodosso, ma che permette di comprendere meglio certi processi e certe eresie condivise in luoghi così elevati.

Il portale Riposte catholique ha sottolineato che James Alison era stato ridotto a laico e rimandato all’Ordine domenicano, ma che papa Francesco gli aveva restituito il potere di confessare e assolvere, prima di pubblicare un diritto di replica di Frédéric Martel, un’autorità in materia, in cui affermava ciò che riproduciamo:

«La Chiesa non riduce più nessuno a laico. Di tanto in tanto, essa destituisce i chierici dallo stato clericale. Il caso di padre Alison è ancora più irregolare […] dal momento che il Santo Padre ha confermato il suo ministero nel luglio 2017 […] Sarebbe più preciso se si dicesse: “Sacerdote con l’avallo di papa Francesco invitato a parlare dal Centre Sèvres”».

Il Centre Sèvres è gestito dai Gesuiti, che sono anche la congregazione del Papa. Questo significa che papa Francesco e la sua congregazione approvano le affermazioni riportate di seguito? Sta a ciascuno deciderlo.

La conferenza passo dopo passo

L’anziano sacerdote che lo ha presentato ha detto subito:

«Ci siamo conosciuti in Messico, dove abbiamo condiviso avventure pie e folli, lui come Domenicano carismatico, e io, autorizzato dalla dignità dei superiori gesuiti».

Detto questo, ha proseguito parlando del

«suo lavoro su Rémi Girard, al quale James Alison ha aggiunto due accenti. Grazie alla sua formazione domenicana, ha una grande sensibilità per il testo del Nuovo Testamento, e il secondo è la sua integrazione con l’esperienza di un giovane gay in una Chiesa e in una cultura perfettamente rispettabili, ma che sanno solo perseguitare le persone che non rientrano negli standard […] Ha un modo molto creativo di leggere il Vangelo come il segno di un Dio che rifiuta assolutamente di essere la proiezione dei dinamismi aggressivi della società. È un nuovo modo di pensare la teologia e persino il Credo, con diverse fonti per ricostruire la nostra fede».

(Paix Liturgique: in altre parole, ciò che segue non appartiene più chiaramente all’ambito della fede cattolica – ma a un credo, qualcosa di molto diverso.)

James Alison ha poi preso la parola per ringraziare di questa presentazione

«notevole. L’amore del Nuovo Testamento è la base della fede cristiana. È il nexus mysterium della fede cristiana».

Prima di tentare, in un francese esitante, una captatio benevolentiae:

«Poiché oggi è la festa di Santa Giovanna d’Arco, sono il piccolo Inglese che si offre al rogo per voi Francesi».


La negazione del sacrificio di Cristo

«La questione gay, come diciamo in inglese, è una discussione per procura sul sacrificio di Cristo e un’espressione di preoccupazione – se siamo liberali sulla questione gay, diventeremo liberali sul sacrificio di Cristo? Ora, a seconda di come intendiamo la questione del sacrificio [di Cristo], possiamo muoverci o meno sulla questione gay.

C’è il peccato di Adamo [peccato originale], dopo il quale tutto deve essere perdonato. Gesù disse a Dio: “Mi faccio uomo e posso fare un sacrificio umano per placare la tua rabbia”, lo convinse e pagò il prezzo del peccato originale. Dio allora gli disse: “Tutti quelli che credono in te possono essere salvati, tutti quelli che sono fuori soffriranno sempre”. In quel mondo, la Messa sarebbe la ripetizione del Sacrificio, il sacerdote che offre una vittima a Dio. Il menù, il pagamento del peccato originale, è nella letteratura ebraica (l’elenco dei peccati nell’Antico Testamento), il sacrificio serve a creare il gruppo dei buoni, che non sono come i cattivi, e il menù non deve mai essere cambiato.

Se si mette in discussione l’elenco dei peccati (compresa la sodomia, che non nomina mai) si viene accusati di mettere in discussione il sacrificio di Gesù; è un ricatto emotivo, classico della predicazione quaresimale: “Ho sofferto tanto per te e tu continui a peccare?”. Questa nozione di sacrificio chiude la questione del bene e rende il peccato “indiscutibile”. È impossibile imparare qualcosa di nuovo dalla Bibbia e dal magistero della Chiesa.

Se suggeriamo che c’è qualcosa da imparare dagli omosessuali, deduciamo che il prezzo di Gesù non è stato ben pagato e che la lista dei peccati non era quella giusta. René Girard ci ha insegnato come funzionava il sacrificio nel mondo antico e che il sacrificio di Cristo ne è una sovversione. La presenza di Dio entrava in un luogo dove si sacrificava, in mezzo alla nostra violenza, in una morte che dà l’impressione di essere un sacrificio, ma che è solo un omicidio della folla (turba) in una confusione tra il religioso e il civile. Dio entra nel luogo del condannato, sperimenta la miseria, la condanna a morte, muore e dimostra di amare.

È un amore che non viene dall’alto verso il basso – mi sacrifico per te, anche se non ti amo – ma a fianco – ti amo bene. Dal momento in cui Dio ha detto “ascolta mio figlio”, il modo paterno è diventato fraterno. In questa situazione, le cose possono essere scoperte – non nella versione azteca, se mi permettete l’espressione, dove il sacrificio è un pagamento a un Dio infuriato. L’amore è l’apertura del ragionamento».

«L’invenzione dell’eterosessualità» e la caccia alle streghe

«Il fatto che abbiamo già una vittima che ci perdona, quando ci riuniamo ogni volta per ripetere il meccanismo sacrificale, ci riuniamo per contrasto con qualcuno, Gesù ci dice: “L’avete già fatto”. C’è un modo per fare qualcosa di diverso e smettere di formare cerchi unanimi contro gli altri? Quando smettiamo di unirci contro la strega, ci apriamo alla conoscenza della realtà. Nel momento in cui smettiamo di credere che le streghe causino la grandine, ci apriamo alla possibilità di conoscere le cause scientifiche e meteorologiche della grandine.

È lo stesso per la fede cristiana moderna: possiamo combinare l’apertura con la conoscenza della fede. Un modo relazionale, non solo proporzionale. Ovviamente, quando si è trattato della questione omosessuale, abbiamo seguito lo stesso percorso delle streghe. Per noi la questione è nata con l’invenzione dell’eterosessualità, spero che questo sia ovvio per voi. Dal XVII secolo in poi, i ragazzi e gli uomini sono stati educati insieme, le ragazze e le donne insieme, c’è stato lo sviluppo del matrimonio e della compagnia nel nord della Francia, matrimoni combinati con la vigilanza di tutti coloro che erano vicini, è diventata la norma – e abbiamo iniziato a individuare le persone che non si adattavano a questo mondo, e che in un mondo omosociale sarebbero rimaste invisibili.

L’omosessualità ha dato origine a questioni mediche, penali e psicologiche, a domande sulla sua natura patologica – in ogni caso, qualcosa di danneggiato. Poi ci sono state le due guerre mondiali, con una massa di persone di questo tipo che hanno prestato servizio fianco a fianco nelle forze armate, poi la loro smobilitazione – ci vogliono grandi movimenti sociali per smuovere le cose. Negli Stati Uniti, dopo la Seconda Guerra mondiale, per la prima volta gli omosessuali hanno smesso di essere considerati un problema, la caccia alle streghe è cessata e si è potuto parlare di cause sociali.

Un elemento della questione che è assolutamente centrale – se siete gay o lesbiche state tutti affrontando questo problema – è se si tratta solo di un edonismo che vi dà una vita sessuale molto ricca, ma che è un modo per ingannare voi stessi, o se siete effettivamente omosessuali. È una domanda importante per sapere se, come ci dicono quasi letteralmente le congregazioni romane, siete solo persone intrinsecamente eterosessuali con un grave disturbo…

Oppure se siete portatori di una variante minoritaria e non patologica della condizione umana che un tempo era considerata un disturbo grave. Essere mancini non è peggiore o migliore di essere destri. Nella vita di fede, queste domande arrivano con la coscienza – la coscienza è paziente, non salta i passaggi, vuole la verità.

Quindi, se seguiamo il piccolo Joseph Ratzinger, agere sequitur esse, agiamo secondo ciò che siamo. La domanda è: andrò in Paradiso come sono o, se seguiamo la versione sacrificale, nonostante una parte di ciò che sono?».

(Paix Liturgique: l’insegnamento della Chiesa su matrimonio e procreazione nella spazzatura?)

«La seconda questione di coscienza, soprattutto tra i giovani che non sanno molto della morale cattolica, ma che sanno solo che la Chiesa dice cose brutte sui gay – una volta che hai trovato ciò che sei, si tratta di auto-realizzazione. Ma il fatto stesso di non volere figli (in una relazione sessuale o in una coppia) è visto dalla Chiesa come disordinato.

L’unico modo in cui la Chiesa parla di noi LGBT è traendo un’inferenza negativa dall’atto coniugale – nessuna delle fonti scritturali conta, non hanno nulla a che fare con questo, e la Congregazione dei Riti [ora Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti: N.d.T.] ha finito per concludere che non aveva senso evocare tutti quei testi che di solito vengono usati per condannare l’omosessualità. Questo è possibile se siamo eterosessuali danneggiati, non se la nostra identità più profonda è l’omosessualità – perché c’è una tendenza innata alla gloria di Dio.

Quindi la Chiesa non ha un insegnamento rigoroso sulla questione LGBT; le sue uniche fonti sono passi delle Scritture che essa stessa riconosce essere irrilevanti per la questione se chi è portatore di una variante minoritaria non patologica debba essere accettato così com’è o criticato dagli etero?

È qui che ci avviciniamo alla questione della sinodalità: dobbiamo poterne parlare o ci deve essere negata la voce da persone che ci chiamano pazzi che pensano di essere Napoleone? La questione della sinodalità è parlare di tutto questo tra fratelli, accettare che non c’è una via paterna o magisteriale al di sopra o al di sotto di noi, il magistero è tra noi, e questo è ciò che papa Francesco sviluppa nell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia. L’unica via di Dio è fraterna – non c’è una via paterna nella Chiesa.

Lo stesso vale per le persone LGBT. Il teologo Gustave Martelet disse a San Paolo VI, all’epoca della lettera enciclica Humanae Vitae, che se avesse abbandonato il legame tra relazioni sessuali o amore e procreazione, la Chiesa non avrebbe più avuto alcun motivo logico per condannare l’omosessualità. Se il mondo cristiano persiste, c’è un buon Credo da condividere con il mondo».

Al termine del suo intervento, una signora del Centre Sèvres ha ricordato con rammarico che

«in questa casa ci sono corsi di teologia morale e gli studenti provengono da ambienti in cui le posizioni dei superiori su questi temi ecclesiastici sono molto rigide. La sinodalità riguarda l’importanza della parusia, del parlare in verità e apertamente».

(Paix liturgique: la sinodalità consiste nell’accumulare eresie mentre si afferma che si tratta di scienza, verità, identità profonda e del Credo da condividere con il mondo? Avete quattro ore…)

James Alison torna sull’argomento con una domanda:

«C’è un bellissimo documento firmato dal card. Joseph Ratzinger nel 1983 che spiega come evitare il fondamentalismo e soprattutto come non aggiornare i testi che vanno contro la carità. Le traduzioni fondamentaliste sono un tradimento.

L’anno scorso il documento della Pontificia Commissione biblica «Che cosa e l’uomo?» (Sal 8,5) Un itinerario di antropologia biblica [nel 2019 in realtà] ci ha ricordato che i testi spesso usati nella Bibbia per condannare l’omosessualità non hanno nulla a che fare con essa – il termine “omosessualità” è stato inventato nel 1869 da uno psichiatra tedesco che cercava di descrivere tipi di persone nell’antichità; c’erano altri modi di intendere e designare questo tipo di relazione.

Oggi, grazie a Dio, cominciamo a vedere Vescovi che riconoscono che non sappiamo più cosa dire sulla questione dell’omosessualità, come mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo Boni di Anversa, che ha detto molto chiaramente che il Vaticano dovrebbe cambiare il suo insegnamento. Il card. Jean-Claude Hollerich S.I., Arcivescovo di Lussemburgo (e relatore della XVI assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi) ha parlato con molta saggezza di questi temi, dicendo in particolare che le conoscenze biologiche della Chiesa risalivano al II secolo d.C. ed erano anni luce avanti rispetto a quelle odierne – all’epoca si pensava che il sesso dei bambini non nati dipendesse dalla direzione del vento.

Tra l’altro, questo è uno dei motivi principali per cui i giovani lasciano la Chiesa: sono nobili e hanno amici LGBT con cui parlano liberamente».

(Paix Liturgique: nemmeno James Alison è andato a Chartres…)


Echi dei dibattiti: gli occhi della sinodalità

Tra le poche domande, una signora dai capelli bianchi ha detto:

«Voi insistete sull’anomalia. Io sono una madre di una certa età, mi sono occupata di giovani in difficoltà, e in tutte le confessioni che ho ricevuto da giovani gay e lesbiche, mi hanno detto che sono stati sviati dagli adulti e questo li ha fatti cadere nell’anomalia».

Una domanda che suscita mormorii da parte del pubblico.

Non abbastanza per far deragliare James Alison, che si affretta a criticare «coloro che vivono in un mondo di bugie e non vogliono vedere», e che poco prima aveva citato il rapporto finale della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa [QUI su MiL: N.d.T.] – senza però specificare che, secondo le statistiche del rapporto Sauvé, la stragrande maggioranza degli stupri di minori registrati sono omosessuali, e che l’estrema maggioranza dei predatori interpellati dalla commissione dichiara di aver agito per motivi di attrazione per lo stesso sesso, ma che evidentemente non ha alcuna voglia di rispondere:

«Molte persone eterosessuali hanno subito abusi da bambini e non sono diventate LGBT. Credo che l’orientamento sessuale, secondo gli scienziati, possa essere cambiato».

Tornando alla sua domanda, la donna ha chiesto di nuovo:

«Si tratta di educazione e dell’importanza della vigilanza dei genitori».

James Alison ha continuato a rispondere in senso opposto:

«No, affatto. Per la morale cattolica le cause, l’eziologia, non sono importanti quanto il futuro, il sapere dove si va».

Nel frattempo James Alison – che evidentemente non ha letto il rapporto finale della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa – afferma:

«Non c’è un problema patologico o un disturbo sessuale aggiuntivo nelle persone gay o etero – siamo tutti colpiti allo stesso modo. E una buona educazione non cambierà nulla dell’orientamento sessuale».

La donna ha sgranato gli occhi. Si è appena resa conto che la sinodalità e l’apertura sono tanto migliori quanto più non vengono messe in discussione, mentre allo stesso tempo predicano il dialogo.

Riflessioni di Paix Liturgique

1 - Questo esempio concreto e recente mostra chiaramente che oggi esistono all’interno della Chiesa, e con l’appoggio di una parte significativa della gerarchia cattolica, persone e istituzioni, alcune delle quali «prestigiose», che difendono idee completamente nuove ma estranee al pensiero bimillenario della Chiesa.

2 - Non spetta a noi, semplici laici, giudicare, e tanto meno condannare o escludere; questo spetta alla gerarchia della Chiesa. Riconosciamo che a volte è stata in grado di farlo, in particolare nel caso di James Alison, che è stato escluso dall’Ordine dei frati predicatori e ridotto allo stato laicale, ma è stato anche in qualche modo reintegrato dalla massima autorità della Chiesa a cui apparteniamo.

3 - Questa situazione sembrerà del tutto incomprensibile ai credenti comuni, cioè alla maggior parte di noi che, nonostante l’esperienza e gli studi secolari, rimaniamo semplici laici (come sembra essere il caso della signora che ha partecipato alla conferenza). Ma ci permette di porre una domanda: perché due pesi e due misure? Perché noi siamo perseguitati per il nostro attaccamento a una fede e a una tradizione liturgica che risale a due millenni fa, con la motivazione che stiamo mettendo in pericolo l’unità della Chiesa, mentre altri, che sono andati chissà dove, sembrano beneficiare di una preoccupazione paterna?

4 - Ebbene, noi non accettiamo questa situazione e non l’accetteremo mai, e a coloro che vogliono diffondere la guerra, l’odio e l’esclusione diciamo forte e chiaro che non rinunceremo alla fede dei nostri padri.

4 commenti:

  1. Similes cum similibus congrgantur....

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  2. ma tutte codeste misteriose riabilitazioni in modalità Rupnick ?

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  3. Nell'ultimo concilio erano in nuce due tendenze: la prima era quella modernista, la seconda era l'attacco alla tradizione.
    Esse camminano, di pari passo, in un clero alto e vecchio, che fu basso e giovane ai tempi di quel concilio; probabilmente, almeno una parte di esso, si sente attaccato dalla piccola rimonta dei tradizionalisti, di cui spesso si parla qui.
    Ecco che la risposta alla domanda nell'introduzione di questo articolo riesce facile e immediata. 💡
    Ci si chiede, piuttosto, come dei papi considerati non ostili alla tradizione, come Wojtyla e Ratzinger, abbiano dato mano libera alla scalata delle gerarchie ecclesiastiche, da parte di alcuni preti. 🤔

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  4. O si accetta l'idea che il CV2 è l'origine di questo disastro oppure si possono fare solo operazioni di maquillage.Sotto questo aspetto Francesco è molto più decisivo dei suoi predecessori perchè dimostra in modo inequivocabile dove portano certe idee.

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