Post in evidenza

Il canto della Kalenda nella liturgia romana

Nella liturgia romana all’inizio della Messa di mezzanotte si può cantare la cosiddetta « Kalenda », ovvero la solenne proclamazione della n...

sabato 13 maggio 2023

Uno schiaffo ai preti di adesso: il sacrificio di un sacerdote paraplegico e la sua riverenza alla S. Messa, sempre e comunque.

Quanto i nostri preti hanno da imparare da questo video!
Guardiamolo: in pochi secondi abbiamo una bellissima testimonianza di don Leo Close (qui e qui per la vita), sacerdote irlandese paraplegico costretto sulla sedia a rotelle, il quale non indurì il proprio cuore per la propria condizione ma al contrario volle sempre celebrare la S. Messa e volle farlo in piedi, dignitosamente. 
E trovò il modo.
I preti sani di fisico e senza problemi di deambulazione, che si inventano la qualunque per rendere più "attraente" la Messa modificando il rito, togliendo o aggiundendo orazioni o parti della Messa (come il Credo) o celebrando su altari improvvisati indegni (materassini, tavoli in mezzo al bosco vestiti da ciclisti con ostie che volano) o parati nei modi i più bizzarri (con caschi da moto in testa o bandane, ecc. ecc...) dovrebbero fare un bell'esame di coscienza e magari vergognarsi.  

Da questo video inoltre arriva un altro schiaffo: apprendiamo che don Leo chiese una concessione per poter celebrare nelle costrizioni che la sua malattia gli imponeva. Pur non potendo fare diversamente, egli chiese una dispensa alla S. Sede dalle rubriche. E lo fece con amore e devozione. 
Eh sì, avete letto bene. Ha dovuto chiedere una dispensa al Papa (allora era Giovanni XXIII) per poter celerbare (nella chiesa di S. Patrizio a Roma) omettendo di girarsi verso i fedeli e di genuflettersi. 
Oggi molti preti riderebbero per questa circostanza. 
Ma invece dovrebbero riflettere: il sacerdote ha chiesto la dispensa perchè sapeva che la S. Messa era (ed è) la cosa più preziosa ed più importante della Chiesa e che per questo egli non aveva la facoltà di "modificare" la liturgia autonomamente se pur per gravi motivi di salute. 
Si può dire altrettanto oggi?
Don Leo chiese la dispensa perché un tempo la S. Sede - in tema di liturgia - era molto più consapevole e vigile. 
Si può dire altrettanto oggi?
Vista la creatività dei preti di adesso che cambiano spesso la Messa e per di più  per motivi futili o solo per gusto personale (spesso pessimo e a volte blasfemo), diremmo di no. 
Speriamo che questo video faccia riflettere molti sacerdoti: la S. Messa, la liturgia, non è un rituale degli uomini e per gli uomini. E' bensì un opera di e per Dio. Intoccabile, sacratissima. E come tale va rispettata e riverita. E stiamo parlando della S. Messa, di ogni S. Messa (a prescindere dal rito!). 

Commoventi le parole del cronista che nel video commenta così le bellissime immagini di don Close, legato a due aste fissate ad una pedana che lo reggono in piedi davanti ad un altare dignitosamente parato: 

"il Reverendo Close può celebrare senza mai voltarsi ai fedeli come vorrebbe la liturgia,  e riducendo al minimo i movimenti del rituale. 
La sua storia è tutta qui. 
In questi pochi fotogrammi che si ripetono ogni giorno, come un meraviglioso canto di fede.
La rassegnazione è la più bella di tutte le preghiere che egli può offrire al Creatore.
Mai la promessa di pace agli uomini di buona volontà ci è apparsa più giusta e consolatrice". 

Grazie al lettore che ci  ha segnalato questo video. E grazie al rev.do don Leo Close. 

Roberto 

11 commenti:

  1. Padre Pio, impossibilitato, celebrava in sedia a rotelle.

    RispondiElimina
  2. Grazie per questa condivisione e per aver fatto conoscere la storia di questo prete. Le riflessioni scritte in questo articolo sono tutte condivisibili e toccanti. Grazie.

    RispondiElimina
  3. Davvero bello e denso di significato

    RispondiElimina
  4. Assolutamente concordo, vi auguro buon lavoro

    RispondiElimina
  5. Senz’altro non fu l’unico sacerdote disabile, molti altri hanno celebrato seduti, anche prima del concilio…salva l’ammirazione per la persona, a cosa serve questo linguaggio divisivo che, come al solito, si accanisce sui preti? Lui ha fatto la sua scelta, così come altri hanno fatto la loro, ognuno secondo la propria sensibilità. Non è che la sua messa “vale” di più. Tempo fa vidi un seminarista malato terminale ordinato prete steso su di un letto di ospedale…lo “schiaffo” è stato dato pure a lui? O lui non conta perché è stato ordinato in novus ordo (che alcuni di voi considerano invalido)?
    Non si può arrivare ad apprezzare i begli esempi di tutti senza distinzioni e divisioni.
    Altro che schiaffi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma ovvio che valgono anche gli esempi dei sacerdoti che celebrano seduti e massimamente sdraiati sul loro letto di sofferenza.
      Quelli sono esempi di altro genere. Il senso del post è quello di presentare il caso di un sacerdote che fa fatto di tutto per celebrare dignitosamente in piedi nonostante i problemi di salute, con buona pace dei sacerdoti sani che scimmiottano gesti o cambiamo la Messa a proprio piacimento.
      I casi dei sacerdoti che sono costretti a celebrare seduti o sdraiati (e che quindi purtroppo non possono far diversamente) sono fulgidi esempi di dedizione al Signore per costanza e dedizione. Ma meriterebbero un altro tipo di post: cioè magari che loro vogliono celebrare lo stesso con buona pace dei sacerdoti Dani che non vogliono

      Elimina
    2. Giusto, ma perché polemizzare parlando di schiaffi? Bisogna proprio sempre essere violenti o passivo-aggressivi?
      È un bellissimo esempio di vita sacerdotale: venga presentato come tale senza dare adito a sciocchi muro contro muro.

      Elimina
  6. Sono il lettore che ha fatto la segnalazione, grazie a voi, non c'è di che. 😊

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissimo!!!
      Applausi!!!!

      Elimina
    2. ...per Fibra. 🤣
      Ah, sono ancora io. 😮

      Elimina