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lunedì 20 febbraio 2023

Orrori architettonici… e dove trovarli #127 a Siviglia (Spagna)

Il nuovo altare nel convento di Santa Clara dell’arch. Pablo Millán (anno 2023).

Lorenzo

Lo «strano» tavolo d’altare nella Chiesa di Santa Chiara a Siviglia, appena restaurata

Questo è stato il commento generale dopo la sua installazione poche ore fa. Dopo la benedizione di venerdì scorso della Chiesa di Santa Clara, chiusa al culto da un quarto di secolo nel quartiere di San Lorenzo a Siviglia, mercoledì è stata installata una mensa d’altare che ha suscitato pareri sfavorevoli sulla sua idoneità in una chiesa di grande valore patrimoniale.
Il luogo in cui vengono consacrati il pane e il vino durante l’Eucaristia ha uno stile che, a prima vista, si scontra con gli elementi rinascimentali, barocchi e persino gotici che prevalgono nella chiesa.
Nonostante il suo candore (il materiale utilizzato è il marmo), la mensa dell’altare non è affatto discreta. Soprattutto sullo sfondo dell’importante banco di ceramica, vecchio di alcuni secoli. Alcuni definiscono l’altare in stile «post-conciliare», un termine piuttosto generico che include tutte le tendenze artistiche utilizzate nelle chiese dopo il Concilio Vaticano II.

Un omaggio al fondatore dell’ordine

Il fatto è che la nuova mensa del sacrificio di Santa Chiara è stata progettata dallo studio di architettura di Pablo Millán (originario di Jaén ma residente a Siviglia da molti anni) su incarico dell’Arcivescovado di Siviglia, che ha intrapreso il restauro della chiesa (con importanti aiuti comunali), per il quale sono stati necessari due anni di lavoro.
Secondo quanto pubblicato dall’architetto questo mercoledì sul suo profilo Facebook, si tratta di «un altare francescano» e di «uno degli incarichi più emozionanti che ci siano stati affidati finora: progettare, costruire e assemblare un altare in pietra per il Monastero Reale di Santa Chiara a Siviglia». Va ricordato che San Francesco d’Assisi (insieme a Santa Chiara) fu il fondatore delle Clarisse, l’ordine che gestiva questo convento, oggi trasformato (tranne la chiesa) in «un grande contenitore culturale per la città».

Una grande opera di scalpellino

La nuova mensa d’altare, secondo l’architetto in questo commento, ha richiesto un grande lavoro di scalpellino. Egli ringrazia anche mons. José Ángel Saiz Meneses, Arcivescovo di Siviglia, per il suo sostegno in questo progetto. Nelle foto che accompagnano la pubblicazione appare insieme al Delegato diocesano per il Patrimonio, don Antonio Rodríguez Babío.


Spiegazioni a parte, la verità è che questo altare non ha lasciato indifferenti le prime persone che lo hanno visto, le cui opinioni (stando a quanto si è letto sui social network) non sono esattamente in lode di un elemento che non è in armonia con il presbiterio e la chiesa in generale.
Tuttavia, ci sono anche storici dell’arte che ritengono che questo altare sia tipico del XXI secolo e che entri a far parte della somma di stili di cui è rivestita questa importante chiesa (in cui spiccano le pale d’altare e le sculture di Juan Martínez Montañés), testimone, in questo modo, del passaggio del tempo. A suo favore, sottolineano che si tratta di «un pezzo neutro che non contamina». Minimalista, in ogni caso.

Va ricordato che durante la Messa di benedizione celebrata venerdì scorso da mons. Saiz, è stato utilizzato un tavolo dorato con colonne salomoniche.

Descrizione estratta dalla pagina diariodesevilla.es.

L’altare, come era:


L’altare, come è:




9 commenti:

  1. Che non si adatta alla chiesa non è vero, in quanto il marmo bianco è già ampiamente presente nel pavimento e cromaticamente si inserisce perfettamente all’interno del tempio.
    L’altare rispecchia le direttive correnti che ne richiedono la semplicità e la linearità in modo da evidenziare senza distrazioni il sacrificio che si sta compiendo in quel momento. Gli altari barocchi, anche se possono stordire per gli ori e le statue, certo disperdono l’attenzione dei fedeli nel momento più solenne della celebrazione che è la Preghiera Eucaristica.
    Lo stile, come è giusto che sia, è contemporaneo e, come tutti gli stili, può piacere o meno.

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    1. Ma lei non ha di meglio da fare che provare giustificare in modo ridicolo ogni volta simili scempiaggini che offendono le belle arti e la ragione, prima ancora che la liturgia?!?
      Le do qualche suggerimento: si legga qualche libro di storia dell’arte del liceo, si dica un rosario… in ginocchio in entrambi i casi che per quello che scrive ha molto da espiare…

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    2. Prego?
      Guardi che questa voglia di sopraffazione e di comandare gli altri non è un comportamento cristiano.
      Se a qualcuno piace quest’altare o, per lo meno, si sforza di capire e di vedere del buono in esso, cosa le cambia? Cosa significa questa rabbia?
      Si calmi e si rilassi.

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    3. Mi spiace deluderla ma lei non ha provocato in me nessuna rabbia. Solo triste ironia.

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    4. Perché, invece di inserire ogni settimana commenti chiaramente provocatori, non si sposta su un altro blog? Salva reverentia per lei

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  2. Con le poche energie che rimangono dopo aver adempiuto i doveri del mio stato ( moglie , madre), cerco di ritagliarmi del tempo per la preghiera, lo studio della dottrina e per consolidare una mentalità cattolica. Invidio chi ha il tempo e la voglia di duellare continuamente a fil di spada su argomenti che è liberissimo di scegliere di non leggere su questo sito o su altri. Se volete ho dei vetri da lavare.

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    1. Accidenti! Studia pure “la dottrina”!

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  3. Giusto ,mai disperdere l'attenzione dei fedeli .

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