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sabato 4 febbraio 2023

Difesa della Messa tradizionale: 70ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Da leggere tutte le riflessioni sul Card. Ouellet.
Luigi

70ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA IN DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

La notizia della settimana è stata l'accettazione da parte del Papa delle dimissioni del cardinale Marc Ouellet, prefetto del dicastero per i vescovi, per motivi di età, 78 anni (e forse anche per altri motivi di complicazioni varie).
La notizia ci interessa perché il cardinale Ouellet, che si spacciava per ratzingeriano sotto Benedetto XVI, già sotto Francesco si è mostrato violentemente ostile alla liturgia tradizionale. Infatti, egli partecipò molto attivamente alle riunioni interdicasterali durante le quali si discusse e si diede forma a quello che sarebbe diventato il motu proprio Traditionis Custodes, facendo in particolare degli interventi molto duri contro la Commissione Ecclesia Dei.

Un motivo per tale atteggiamento lo possiamo forse trovare nell'estremo interesse che egli nutre per una certa congregazione insegnante, e fino a adesso di stampo tradizionale, quella delle Domenicane dello Spirito Santo, la cui casa madre è a Pontcallec, nella diocesi di Vannes, in Bretagna. Si deve far notare che il cardinale Ouellet conosce una delle suore della comunità, madre Marie de l'Assomption d'Arvieu, animatrice dell’ala delle "liberali" della comunità, e che è stato anche nominato da Papa Francesco visitatore canonico della stessa congregazione. La sua fu un’ispezione di parte e ha spazzato via i risultati di una precedente visita canonica compiuta sotto papa Benedetto XVI dalla Commissione Ecclesia Dei e giudicata da Marc Ouellet troppo favorevole all’ala più tradizionale della comunità: il cardinale ha definitivamente espulso dallo stato religioso Madre Marie-Ferréol, spinse altre monache a partire, fece tacere le loro compagne della stessa tendenza, e fece nominare come assistente della comunità padre Henry Donnaud, domenicano della provincia di Tolosa, un militante difensore di Traditionis Custodes. Vanno ricordate anche le pressioni a dimettersi che Marc Ouellet ha esercitato sul vescovo di Fréjus-Toulon, Dominique Rey, colpevole soltanto di non essere allineato col consenso dell'episcopato nazionale (l'unico vescovo in Francia, ricordiamo, che ha applicato il Summorum Pontificum alla lettera, cioè lasciando liberi i suoi parroci per rispondere alle richieste di messe tradizionali)?

Del successore che il Papa ha dato per occupare l’ufficio del Cardinale Ouellet, a comminciare dal mese di aprile prossimo, Mons. Robert Francis Prevost, religioso dell'Ordine di Sant'Agostino, vescovo di Chiclayo in Perù, 67 anni, poliglotta, con doppia nazionalità nordamericana e peruviana, non ne conosciamo le posizioni liturgiche. D'altronde la sua rapidissima carriera è stata spinta dallo stesso Papa Francesco, di cui sarà un buon soldato per la nomina dei vescovi.

Se fissiamo così a lungo lo sguardo su quanto sta avvenendo nel Dicastero per i Vescovi, è perché il modo in cui sta formato il corpo episcopale è uno dei motivi principali per cui la Chiesa non riesce a uscire dalla crisi in cui si sta sprofondando sempre di più. Oggi più che mai la maggioranza dei vescovi è ideologicamente conciliare e umanamente insipida. Quanto alla minoranza degli altri, sono malatamente timidi. Da allora, il divario tra gli ultimi cattolici praticanti, per lo più di spirito classico, e i fedeli attaccati alla liturgia tradizionale, da un lato, e i loro pastori, dall'altro, si allarga sempre di più. Ne è prova il massiccio disinteresse del popolo cristiano per la sinodalità, per il sinodo sulla sinodalità, e, perché non un domani, per il sinodo sul sinodo sulla sinodalità? E in senso opposto, vi è anche ampia prova del totale disinteresse dei pastori per la costante richiesta della liturgia tradizionale da parte di un pubblico di fedeli giovani, ferventi e missionari.

Ineluttabilmente, questa situazione aberrante finirà per esplodere. Per questo la nostra protesta dei “gilet gialli liturgici” continua ad affermarsi più che mai. A Parigi, a Saint-Georges de La Villette, i fedeli privati ​​delle sue messe recitano un rosario, nella loro chiesa, sotto gli occhi del loro parroco, ogni mercoledì alle 17:00. Davanti a Notre-Dame du Travail, i fedeli del collettivo Paris Tradition 14, recitano anche il rosario ogni domenica alle 18:15. E le sentinelle, anche loro lo recitano al 10 rue du Cloître-Notre-Dame, davanti agli uffici dell'arcidiocesi, dal lunedì al venerdì, dalle 13:00 alle 13:30.