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domenica 5 febbraio 2023

Bergamo, domenica 12 febbraio: Santa Messa cantata con assistenza in coro del Vicario generale per il 15º anniversario delle celebrazioni

Riceviamo dagli amici del Comitato Summorum Pontificum di Bergamo e condividiamo l’avviso della Santa Messa cantata con assistenza in coro di mons. Davide Pelucchi, Vicario generale del Vescovo, per il 15º anniversario delle celebrazioni  secondo il Missale Romanum del 1962.
Tutta la redazione di MiL si unisce alla gioia del coetus fidelium orobico!

L.V.

Domenica 12 febbraio 2023, ore 9:00

Chiesa di San Bernardino
(Bergamo - via Pignolo, 57)

Domínica in Sexagésima

Santa Messa cantata con assistenza in coro di mons. Davide Pelucchi, Vicario generale del Vescovo di Bergamo, in ringraziamento per il 15º anniversario delle celebrazioni secondo il Missale Romanum del 1962

* * *

Coro dell’Immacolata
direttore: m.º Ivan Zucchetti

Antifona all’Aspersione: Aspérges me (gregoriano)
Ordinario: Missa Secunda Pontificalis (mons. Lorenzo Perosi)
Canto alla comunione: O sacrum convivium (mons. Lorenzo Perosi)
Antifona finale: Ave Regína Cælórum (gregoriano)

* * *

Schola cantorum San Bernardino da Siena
direttore: sig. Lorenzo Romano Natale Crotti

Proprio: Missa «Exsúrge, quare obdórmis» (gregoriano)

* * *

organista: m.º Fabio Nava

1 commento:

  1. Vorrei fare qualche breve osservazione sulla pubblicazione “Adulterio e sodomia peccati uguali? Parole di Francesco”.

    1) Non mi pare che si possa dire che un atto omosessuale sia peccato per la ragione che muove da una tendenza omosessuale. Altrimenti, ne seguirebbe che un atto omosessuale che non movesse da quella tendenza (e non è affatto impossibile) non sarebbe peccato: il che è manifestamente assurdo.

    È vero il contrario: la tendenza omosessuale è oggettivamente disordinata – pur non essendo in sé stessa, com'è ovvio, un peccato – per la ragione che inclina agli atti omosessuali, che sono peccati.

    Così, per esempio, la tendenza a mangiare e bere violando la regola della retta ragione, cioè il VIZIO della gola ("inordinatus appetitus cibi et potus"), è in sé stessa disordinata perché inclina l'uomo a commettere dei PECCATI di gola.

    Una tendenza sessuale è un abito (nel senso aristotelico-scolastico della parola); e gli abiti sono specificati dagli oggetti ai quali tendono: “habitus specificantur per objecta", come dice l'Angelico per esempio in "S. th.", II IIae, qu. 59, art. 2, arg. 1.

    2) Il Santo Padre ci ha purtroppo abituati a affermazioni gravemente ambigue, e anche erronee: la confusione regna nella Chiesa e nel mondo.
    Noi però, che giustamente e doverosamente lo critichiamo, non dovremmo accrescer la confusione: sennò si finirà col non capirci più nulla!
    Voglio dire che non lo dovremmo criticare quando quel che dice è in sé stesso difendibile.

    Ora, l’affermazione che gli atti omosessuali sono peccato “come qualsiasi atto sessuale al di fuori del matrimonio” è vera.

    Essa NON significa che SOLO gli atti sessuali compiuti al di fuori del matrimonio siano peccato, che sarebbe falso (perché certo si può peccare, e mortalmente, di lussuria anche nel matrimonio); significa invece che TUTTI gli atti sessuali compiuti fuori del matrimonio sono peccato: il che è vero.

    Neppure significa, quell'affermazione, che tutti gli atti sessuali compiuti fuori del matrimonio abbiano la stessa gravità (il che sarebbe falso: sono tutti peccati mortali, ma la sodomia, per esempio, è più grave della semplice fornicazione).

    Né con quest’affermazione si nega che ognuna delle distinte specie di lussuria abbia una sua malizia specifica distinta: gli atti omosessuali, per esempio, la ricevono dal fatto d’esser compiuti da due persone dello stesso sesso (“viri cum viro vel feminae cum femina”).

    Insomma, con quell’affermazione si dice semplicemente che condizione necessaria (ma certo non ancora sufficiente) perché l’esercizio della sessualità umana sia ordinato, moralmente lecito, è ch’esso avvenga all’interno d’un legittimo matrimonio.
    Ne consegue l’immoralità della fornicazione (“soluti cum soluta”: i due non sono sposati), dell’adulterio, della masturbazione (l’atto non esce dalla sfera di chi lo compie), degli atti omosessuali, della bestialità, ecc.: ognuna di queste specie colla sua distinta gravità e la sua distinta malizia, senza dubbio.

    Insomma, non vedo proprio nulla di censurabile, una volta tanto!, nelle parole del papa.

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