Pubblichiamo la traduzione di uno stralcio del lungo e interessante articolo uscito su La Vanguardia, reperibile per intero QUI nell'originale spagnolo, nel quale si mette in evidenza il drammatico calo delle vocazioni in Spagna negli ultimi venti anni, confrontandolo con le situazioni di Germania e Francia.
Vedere QUI per quanto riguarda il calo della frequenza a Messa in Polonia: "L'Istituto di statistica della Chiesa cattolica polacca (ISKK) anche quest’anno ha diffuso i dati relativi alla frequenza alla Messa aggiornati al 2021. Drammatico il calo delle presenze in chiesa: in due soli anni la frequenza domenicale è scesa dal 37% al 28%. Certo la pandemia ha giocato un ruolo negativo, ma, ammette il rapporto, non sono affatto estranei al dato «fattori socio-culturali»".
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
Luigi
EVOLUZIONE DELLE ORDINAZIONI SACERDOTALI
La Spagna perde il 40% dei seminaristi in vent'anni
Le vocazioni sacerdotali sono diminuite costantemente negli ultimi vent'anni.
In Spagna, a metà degli anni Sessanta, c'erano ottomila seminaristi che garantivano pienamente la sostituzione dei sacerdoti che andavano in pensione. Con l'apertura, prima, e la scomparsa del regime nazional-cattolico, nato dal regime di Franco, si è assistito a una drastica riduzione. Quando siamo entrati nel XXI secolo, il numero di seminaristi era di 1.737, ma vent'anni dopo la tendenza è continuata e ora ce ne sono solo 1.028, con una riduzione del 40%. E nei seminari minori, dove un tempo c'erano fino a 8.000 iscritti, oggi ce ne sono solo 811.
Se a queste cifre aggiungiamo l'invecchiamento dei sacerdoti e poche ma continue dispense, il saldo annuale è negativo, anche se la Chiesa preferisce non fornire dati dettagliati. I 16.568 sacerdoti in Spagna devono coprire più di una parrocchia, anche dieci o più. E questa crisi sta colpendo anche gli ordini religiosi. I dati per il 2021 indicano che ci sono solo 179 novizi e 65 novizie per sostituire i 44.000 religiosi di entrambi i sessi che andranno in pensione.
In Asia e Africa aumentano le vocazioni, ma non compensano il calo in Europa e America
Poco più di un mese fa è stato annunciato che nei mesi di gennaio e febbraio due prelati uruguaiani (Milton Luis Tróccoli e Arturo Eduardo Fajardo) effettueranno una visita pastorale ai seminari spagnoli. Il nuovo segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola, César García Magán, ha tenuto a precisare che "non bisogna dargli un significato allarmistico". Ma nessuno ignora che il Vaticano sta proponendo una riforma che prevede cambiamenti nei piani di formazione e la creazione di seminari interdiocesani, poiché si ritiene che un centro con meno di 25 o 30 seminaristi abbia poco senso.
Il 10 [dicembre 2022, n.d.r.], Papa Francesco ha ricevuto i seminaristi di Barcellona e ha rotto il protocollo per aprire un colloquio con loro, lasciando per un'occasione migliore il discorso che aveva preparato. Li ha incoraggiati a testimoniare una Chiesa più impegnata, a cercare la collaborazione dei laici e a contare anche sulle donne. E con il suo caratteristico tono colloquiale ha ricordato che bastano le cose semplici per dare l'esempio, come "la tavola scarna e povera, le notti al capezzale dei moribondi o l'apertura delle chiese molto presto prima dei bar". A Bergoglio deve essere piaciuta l'idea di padre Ángel di aprire la chiesa di San Antón a Madrid per assistere alle partite dei Mondiali di calcio.
I vescovi inviati da Roma visiteranno gli 85 seminari diocesani, tra cui i 15 seminari Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale di Francisco Argüello (conosciuti come kikos, dal soprannome del loro fondatore), che rappresentano già un quinto delle ordinazioni, nonché l'Internacional Bidasoa (Opus Dei) e il Pontificio Seminario di Comillas (Gesuiti).
Salvador Bacardit, rettore del Seminario di Barcellona, dove si stanno preparando 26 aspiranti, attribuisce questa crisi, che si sta verificando in Europa e Nord America, alla "società dei consumi, più individualista ed edonista, con una crisi di valori che si scontra con una vita di sacrificio e dedizione". Ma considera anche che "storicamente ci sono stati dei cicli" e che ora in Asia e in Africa il numero di cattolici e seminaristi è in crescita. In questi Paesi - dice Bacardit - la Chiesa ha ancora prestigio e la vita sacerdotale è attraente.
Non sorprende che, dopo molti anni in cui l'Europa ha inviato missionari nei Paesi in via di sviluppo, ora arrivino qui sacerdoti dall'Africa e dal Sud America, soprattutto.
In Catalogna, con una delle pratiche religiose più basse della nazione, il numero di seminaristi (nei tre centri: Barcellona, Interdiocesano e Terrassa) è pari a 57, il 5% della nazione, meno di quanto corrisponderebbe alla popolazione. Con situazioni molto preoccupanti come la diocesi di Girona, che non solo non ha un vescovo, ma ha poco più di un centinaio di sacerdoti rimasti, con un'età media di 73 anni, per coprire 394 parrocchie. A Vic, il vescovo Romà Casanova ha riconosciuto in un'intervista dello scorso anno che dal 2003 nella sua diocesi sono morti 144 sacerdoti e ne sono stati ordinati 15.
Nel dibattito sulle cause, alcuni settori, tra cui la Chiesa stessa, sottolineano che il requisito del celibato e il divieto di accesso al sacerdozio per le donne hanno un'influenza negativa. Ma Joan Piñol, un seminarista di 30 anni, ha risposto a questo stesso giornale che "i pastori protestanti possono sposarsi e anche i cattolici della Chiesa orientale, e non per questo ci sono più vocazioni". I settori più conservatori sottolineano che i seminari più tradizionali, come quello di Toledo o quello dell'Opus Dei, hanno numeri migliori. Ed è vero, il che, secondo altre voci, si spiega con il fatto che in tempi di crisi i giovani aspiranti trovano maggiore sicurezza in modi più tradizionali.
Più grave è la situazione della Chiesa Cattolica in Germania, che è passata da 140 ordinazioni nel 2000 a 55 nel 2019 (in quell'anno sono morti 321 sacerdoti e 14 sono stati ridotti allo stato laicale). La Francia è passata da 150 a 94 e l'Italia da 520 a 310. In Spagna, il numero di ordinazioni è sceso da 227 a 125. Un maggiore coinvolgimento dei laici e l'arrivo di sacerdoti da altri Paesi saranno inevitabili nell'immediato futuro.
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