Una descrizione del funerale del Card. George Pell.
"Speriamo che la Santa Chiesa ritorni a splendere così e i tanti giovani sacerdoti in talare nera, elegantissimi e molto seri che erano oggi al funerale mi regalano sollievo e speranza…".
Ci é stato stigmatizzato da un lettore che non abbiamo precisato, a correzione dell’articolo, che nella Messa per i defunti non c’è benedizione né il congedo “Ite missa est”.
QUI Nico Spuntoni sulla Bussola.
Luigi
Il Nuovo Arengario, Benedetta De Vito, 15-1-23
Splendeva un bel sole radioso sulla Basilica di San Pietro, con una allegra coda di turisti in attesa lunga un Perù, quando, ed erano quasi le undici, sono arrivata, a passo svelto, per non perdermi il Rito delle esequie del mio amato Cardinale George Pell.
[...]siedo su delle seggioline di plastica che sono state aggiunte, portate da un’automobilina, a causa del gran numero di fedeli accorsi per dare l’estremo saluto al cardinale australiano.
Ah, l’Australia, penso, dove ho abitato qualche mese in una delle belle baie di Sydney e dove ho trovato, sotto quei cieli ornati dalla Croce del Sud, ben poca fede. Un gran coraggio doveva avere il giovane George! E penso a tutte le mail che ho scritto, a destra e a manca, in Australia, urlando che era un errore condannarlo, una sciagura tenerlo in prigione, lui che era un vero uomo di Dio. Ho scritto a giornali, presidenti di tribunali, persino al carcere dove era detenuto… E ho duellato in punta di penna con i miei amici australiani, che lo descrivevano per come non era. Le stesse identiche turpitudini usate contro il mio amato Benedetto XVI… Ma torniamo a San Pietro dove è arrivato il feretro, seguito da una processione di vescovi e sacerdoti. La benedizione mi vede a occhi in su perché mi sento davvero in ottima compagnia. Sulla sinistra un potente San Benedetto e dall’altra parte Elia con il suo carro di sole. Che meraviglia, il cuore danza. Davanti, dritto al naso, ho la colombina dello Spirito Santo e tra i raggi che da lei emanano poderosi, tanti puttini a giocare a nascondino. Il cuore si scioglie e prego per George che mi è caro come se lo avessi conosciuto. Un fratello di fede.
Segue la santa Messa in latino, con bei canti. Bellissimo, per me, il salmo, che inneggia al Buon Pastore. Nell’omelia del cardinale Giovanni Battista Re, la biografia di Pell: un leone della fede, un grande Cardinale. Dopo la funzione, sento la voce di Bergoglio che parla in latino e lo vedo di sguincio, ma solo per un attimo perché il mio sguardo naturalmente da lui s’allontana. Non posso farci nulla, è così. D’un tratto si fa silenzio e la mia vicina di sedia, una signora con il velo e che, per prendere la Santa Particola, si è messa in ginocchio (meraviglia), mi domanda: “Ma la benedizione, me la sono persa?”. Ci guardiamo attonite. In effetti niente benedizione, niente “ite missa est”. O forse siamo state noi due che non abbiamo sentito, ma c’è anche un frate francescano dell’Immacolata e neppure lui ha sentito la benedizione… mah.
La Santa Messa è finita, i vescovi vanno via e riconosco tra tutti un altro Giorgio, Georg Ganswein, e ha il volto color cenere e magro magro e triste. La mia vicina ha colto il mio sguardo: “Sì, è in profonda tristezza, poverino!”. “Preghiamo per lui, dunque!”, dico e lei annuisce. Passa la bara del Cardinale e dietro anche la famiglia (il fratello altissimo e addolorato) e riconosco, oh Signore, in una bella signorina dai capelli lunghi e bruni una giovane che ho ammirato qualche giorno fa a una messa vespertina alla Madonna dei Monti. Sì, sì, sono quasi sicura, è lei. Lei, mentre tutti prendevano la Santa Ostia sulla mano, si è inginocchiata davanti al sacerdote e con le mani in devozione, ha preso la Santa Particola proprio come si deve. Una meraviglia! Speriamo che la Santa Chiesa ritorni a splendere così e i tanti giovani sacerdoti in talare nera, elegantissimi e molto seri che erano oggi al funerale mi regalano sollievo e speranza…