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sabato 14 gennaio 2023

Chi teme Benedetto XVI? Il S. Padre Francesco forse? #benedettoxvi

"Papa Francesco ha proseguito con il suo calendario di celebrazioni come se niente fosse. La celebrazione del Te Deum e della Messa del 1° gennaio sono appuntamenti indifferibili. Ma l’Udienza generale del 4 gennaio avrebbe potuto essere rinviata, così come il Papa avrebbe potuto rinviare anche la visita all’albero di Natale e al Presepe di piazza San Pietro. Non l’ha fatto. Decise che non ci doveva essere lutto in Vaticano, nemmeno il giorno dei funerali del Papa emerito, anche se i dipendenti che avevano scelto di andare ai funerali erano esentati dalla timbratura del cartellino. Con l’idea che Benedetto XVI volesse un funerale sobrio, ai diplomatici è stato chiesto di non indossare frac (cravatta nera) ma tenue de ville (completi scuri). Non erano previste delegazioni ufficiali; pertanto, reali e capi di stato che vi parteciparono lo fecero a titolo personale, ad eccezione di Italia e Germania. Sembrava quasi che volessero scoraggiare la partecipazione degli Stati. Eppure, sono arrivate delegazioni da 21 Paesi, protestando anche per il trattamento loro riservato".
Ai lettori il giudizio.
Luigi

9 Gennaio 2023, Korazym.org, Andrea Gagliarducci

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.01.2023 – Andrea Gagliarducci] – Centinaia di migliaia di fedeli sono andati a rendere omaggio a Benedetto XVI. Durante i tre giorni di esposizione della salma di Benedetto XVI sono venuti anche cardinali, vescovi e sacerdoti per rendere omaggio a colui che è stato il loro Papa. Papa Francesco, però, non c’era. Fu avvisato subito dopo la morte e visitò il monastero Mater Ecclesiae, dove aveva risieduto Benedetto XVI. Rimase lì in preghiera per alcuni minuti. Ma poi è ritornato invisibile. Come se la morte del suo predecessore non lo riguardasse. Come se non si dovesse considerare il Papa, che con la sua rinuncia aveva aperto anche la strada all’elezione del suo successore.
Nei gesti e nelle decisioni di Papa Francesco dal momento della morte di Benedetto si leggeva soprattutto un bisogno di differenziare, di dimostrare che Benedetto XVI era solo il Papa emerito e non il Papa regnante.
In realtà, per fare questo, bastava seguire il cerimoniale vaticano. Perché i funerali di Benedetto XVI sono la seconda metà di una cerimonia iniziata quasi dieci anni fa, il 28 febbraio 2013, con l’inizio della Sede vacante. In quell’occasione, il Cardinale Tarcisio Bertone, allora il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiedette il rito di inizio della Sede vacante, spezzando l’anello del pescatore e sigillando l’appartamento pontificio.
Tuttavia, con la morte di Benedetto XVI, non c’era la Sede vacante. E quindi il Camerlengo non era chiamato a prendere il potere perché il Papa era in carica nella sua pienezza.

Era il Papa, o la Segreteria di Stato, che per primo doveva essere informato della morte del Papa emerito e che doveva certificare la sua morte. E spettava, quindi, alla Segreteria di Stato gestire tutta l’organizzazione del funerale, dall’annuncio della morte – comunicato attraverso la Sala Stampa della Santa Sede – all’invito alle delegazioni diplomatiche.

Si trattava, quindi, del funerale di un Papa, che però si svolgeva in Sede plena e non in Sede vacante. Alcune scelte ne sono state una logica conseguenza. Benedetto XVI non ha indossato le scarpe rosse del Papa, ma scarpe nere, per esempio. Le campane vaticane non sono state suonate per annunciare la sua morte, perché non era la morte di un Papa in carica. Gli appelli della Diocesi di Roma e delle Chiese orientali non sono stati letti, perché riguardavano un Papa regnante e non un Papa emerito.

Altre decisioni, invece, sono apparse subito di difficile interpretazione. Papa Francesco ha proseguito con il suo calendario di celebrazioni come se niente fosse. La celebrazione del Te Deum e della Messa del 1° gennaio sono appuntamenti indifferibili. Ma l’Udienza generale del 4 gennaio avrebbe potuto essere rinviata, così come il Papa avrebbe potuto rinviare anche la visita all’albero di Natale e al Presepe di piazza San Pietro.

Non l’ha fatto. Decise che non ci doveva essere lutto in Vaticano, nemmeno il giorno dei funerali del Papa emerito, anche se i dipendenti che avevano scelto di andare ai funerali erano esentati dalla timbratura del cartellino. Con l’idea che Benedetto XVI volesse un funerale sobrio, ai diplomatici è stato chiesto di non indossare frac (cravatta nera) ma tenue de ville (completi scuri). Non erano previste delegazioni ufficiali; pertanto, reali e capi di stato che vi parteciparono lo fecero a titolo personale, ad eccezione di Italia e Germania.

Sembrava quasi che volessero scoraggiare la partecipazione degli Stati. Eppure, sono arrivate delegazioni da 21 Paesi, protestando anche per il trattamento loro riservato e sottolineando come, in realtà, per quanto sobrio volesse essere, questo funerale non ha riguardato solo una persona. Si trattava di un Papa e di un pontificato.

Erano tutte azioni che indebolivano la Santa Sede. Perché il cerimoniale è il modo in cui ci esprimiamo, e un cerimoniale che richiede un abbigliamento più informale quando l’abbigliamento formale è richiesto per ogni cappella papale (cioè una celebrazione presieduta dal Papa) testimonia una mancanza di considerazione di chi è celebrato. Allo stesso modo, un Paese con relazioni diplomatiche che riduce le relazioni diplomatiche a relazioni personali perde credibilità.

La domanda, allora, rimane: Francesco temeva Benedetto? In pubblico Papa Francesco ha sempre avuto belle parole per Benedetto XVI, lodando il suo operato e sottolineando alcuni dei suoi impegni cruciali, come la lotta agli abusi nella Chiesa. È legittimo pensare, allora, che per Papa Francesco la presenza di un Papa emerito così amato sia stata ingombrante e che abbia voluto dimostrare con le sue scelte di essere l’unico Papa?

È stato detto che Papa Francesco ha voluto dare un taglio più pastorale nel rendere omaggio a Benedetto XVI il pastore, dal momento che ha citato soprattutto Benedetto XVI. Tuttavia, questa spiegazione non sembra in linea con la personalità di Papa Francesco. Papa Francesco è un Papa dei gesti, e ne conosce il significato. Sa che il Papa vive in pubblico e non in privato. Sa che tutto ciò che è fatto o non è fatto è per una ragione.

Altro argomento: i conservatori attaccano Papa Francesco perché ha demitizzato il Papato. Lo ha reso meno potente con questo approccio pastorale. Fallisce anche questo argomento: questo considera la Chiesa un corpo politico di tipo laico e valuta un Papa che abbia la stessa concezione della Chiesa. Il Papato non è mitizzato: ha il suo linguaggio e il suo modo di essere. Quando questa lingua non viene applicata, esso cessa di esistere. Così, anche una scelta pastorale, se non ponderata, crea una vulnerabilità che gioca a favore dei nemici della Chiesa.

Sono tutte cose che il Papa sa, e che non può non capire.

Eppure, Francesco sceglie di pronunciare un’omelia particolarmente fredda, con un solo accenno al Papa emerito. Allo stesso tempo, al termine delle esequie, sembra che il Papa non si sia voluto muovere per accompagnare il feretro verso la Basilica. E fu in quella breve, interminabile pausa, durante la quale tutti attendevano un cenno per muoversi, che dalla folla proruppe il grido “Santo Subito”. C’era uno striscione, che era stato tenuto nascosto nel tentativo di essere discreto come richiesto. Quella pausa, però, ha lasciato il posto a un’acclamazione che può diventare anche l’acclamazione universale del popolo di Dio.

Ogni possibile tentativo, dunque, di attenuare l’impatto di Benedetto XVI è fallito, scontrandosi con il muro di fedeli accorsi da ogni parte per poter rendere omaggio al loro Papa.

Resta in bocca l’agrodolce perché la morte di Benedetto XVI chiude un’epoca, e quest’epoca si chiude con una certa disattenzione per linguaggi e ruoli. Poiché il linguaggio pontificio non può essere paragonato al linguaggio laico, non si può parlare, in questi casi, di funerali di Stato, perché quello è un concetto laico, che non può essere pienamente applicato al cerimoniale della Santa Sede.

Quel che è certo è che un Papa come Benedetto XVI meritava un trattamento migliore e una considerazione più significativa della persona e del pontificato. Cosa abbia fatto temere Benedetto XVI è un mistero da scoprire. Ma ci sono probabilmente sentimenti contrastanti, persino pregiudizi nei confronti di Benedetto XVI, e una sacra reverenza che ha impedito a tutti di prendere iniziative troppo ardite.

Ora se n’è andato il bilanciere, il Papa che cercava di dialogare in armonia con tutti. Con la rinuncia ha aperto una strada. Tuttavia, soffrì anche molto con la sua rinuncia e intercedette per la Chiesa.

È amato e quindi temuto. Eppure, proprio questa scortesia nasce di fronte a un protocollo da definire perché è la prima volta che un Papa celebra per un Papa emerito (ma non la prima volta che un Papa celebra per un predecessore morto, accadde nel 1802). È vero, Papa Francesco è stato il primo ad andare al monastero. Tuttavia, non c’era in tutte le altre occasioni, nemmeno alla sepoltura. Queste decisioni potrebbero rivelarsi, in qualche modo, controproducenti per lo stesso Papa Francesco. E così, un pontificato tanto celebrato dai media potrebbe invece finire come uno dei pontificati meno amati, per quante campagne mediatiche si propongano per contrastare o annullare gli effetti dei cosiddetti oppositori.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana dall’inglese è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Monday Vatican [QUI].