Ricordiamo cosa scrive il Concilio Vaticano II nella COSTITUZIONE SACROSANCTUM CONCILIUM: "116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la polifonia, non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell'azione liturgica, a norma dell'art. 30".
Luigi
Il Cammino dei Tre Sentieri, 10 SETTEMBRE 2022
San Pio X, nel suo motu proprio Tra le sollecitudini, parla de restauro della musica sacra. Il documento è del 22 novembre 1903. C’è un passaggio in cui si parla del canto Gregoriano.
“La musica sacra deve possedere nel grado migliore le qualità che sono proprie della liturgia, e precisamente la santità e la bontà delle forme, onde sorge spontaneo l’altro suo carattere, che è l’universalità. (…) Queste qualità si riscontrano in grado sommo nel canto gregoriano, che è per conseguenza il canto proprio della Chiesa Romana, il solo canto ch’essa ha ereditato dagli antichi padri, che ha custodito gelosamente lungo i secoli nei suoi codici liturgici, che come suo direttamente propone ai fedeli, che in alcune parti della liturgia esclusivamente prescrive.”