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venerdì 16 settembre 2022

Monsignor Aguer: "È curioso che i vescovi vengano dimessi a 75 anni, e che vengano eletti i papi di 76 e di 77 anni"

Grazie all'amico Michelangelo per la segnalazione e la traduzione dell'articolo.
"Ma posso portare la mia esperienza personale. Non voglio essere autoreferenziale, quindi mi limiterò a dire che sono stato rimosso dalla carica di Arcivescovo Metropolita di La Plata due giorni lavorativi dopo il mio 75° compleanno; i fedeli, e la gente in generale, hanno pensato che il processo fosse indecoroso. Ho trascorso tre anni di inesistenza ecclesiastica in quella che era stata la mia diocesi, fino a quando ho deciso di venire a Buenos Aires".
Luigi

Da Redaccioninfovaticana | 13 settembre, 2022

L'Arcivescovo Héctor Aguer, Arcivescovo emerito di La Plata, nel suo ultimo scritto, ha contestato la misura del Vaticano che richiede ai vescovi di dimettersi all'età di 75 anni.
Il prelato argentino spiega che fu Papa Paolo VI, nel 1969, quando concretizzò in misure le aspirazioni del Concilio, a stabilire una regola generale alla quale tutti avrebbero dovuto sottomettersi: "all'età di 75 anni, sarebbe entrata in funzione una ghigliottina romana, alla quale si sarebbe dovuto offrire allegramente il proprio collo. Questo intervento pontificio è stato successivamente incorporato nel Codice di Diritto Canonico. Gli ex vescovi sono chiamati emeriti".
Aguer sostiene che "i vescovi non sono dipendenti pubblici; il loro pensionamento o "emerito" non ha nulla da festeggiare, e la pensione è solitamente una miseria. Ora, a partire dall'ultimo decennio, c'è un'altra categoria dolorosa: ci sono vescovi che sono stati cancellati, cioè annullati, aboliti, cancellati dalla memoria delle loro diocesi e della Chiesa stessa. Lascia che se la cavino come meglio possono!", si lamenta l'arcivescovo.

"Non sarebbe mai venuto in mente a nessuno di mandare in pensione il rappresentante di Dio Padre, alla cui paternità partecipavano coloro che sono stati eletti a presiedere la comunità dei fedeli - e lo fanno ancora, anche se non sembra! Al giorno d'oggi, quando il senso del Mistero si è eclissato, non è facile comprendere il legame soprannaturale che unisce il Vescovo alla sua Chiesa", scrive l'Arcivescovo Aguer.

Inoltre, l'Arcivescovo emerito di La Plata ironizza sul "fatto curioso che i vescovi vengono dimessi a 75 anni e i papi vengono eletti a 76 e 77 anni, vescovi di Roma e della Chiesa universale". Aguer non esita a concludere che "la disposizione di Paolo VI è un mezzo imbattibile per un Pontefice ideologizzato - diciamo pure progressista - per liquidare i vescovi che vivono e agiscono in continuità omogenea con la Tradizione, e con le nomine sostitutive intende realizzare un'altra omogeneità, cambiando così il volto della Chiesa in breve tempo".

Monsignor Aguer spiega che qualcosa di simile accade con il Collegio Cardinalizio, i cui membri vengono spogliati all'età di 80 anni della carica principale per la quale hanno ricevuto la berretta rossa. "Il Papa, quindi, potrebbe attribuirsi il potere di preparare una successione secondo la sua ideologia. Un esempio di contrasto è il modo in cui Pio XI preparò come successore il Cardinale Pacelli, Segretario di Stato, quando non c'erano spaccature ecclesiali e Roma non era stata ideologizzata", sottolinea l'arcivescovo argentino.

"Ho presentato argomenti che, a mio avviso, squalificano il pensionamento dei vescovi all'età di 75 anni. Ma posso portare la mia esperienza personale. Non voglio essere autoreferenziale, quindi mi limiterò a dire che sono stato rimosso dalla carica di Arcivescovo Metropolita di La Plata due giorni lavorativi dopo il mio 75° compleanno; i fedeli, e la gente in generale, hanno pensato che il processo fosse indecoroso. Ho trascorso tre anni di inesistenza ecclesiastica in quella che era stata la mia diocesi, fino a quando ho deciso di venire a Buenos Aires, dove vivo nell'Hogar Sacerdotal, una sorta di casa di riposo per sacerdoti anziani o malati", sottolinea il Monsignore.

Infine, afferma che "grazie a Dio ho ancora dei neuroni sani e non ho perso il coraggio o la costanza". Sono quindi in grado di esercitare in modo nuovo ciò che corrisponde principalmente a un vescovo: curare la Dottrina della Fede e l'identità della Tradizione cattolica".