Post in evidenza

MiL è arrivato a 20.000 post, ad maiorem Dei gloriam! #messainlatino #blogmil #sonosoddisfazioni #20000

Con piacere, ed una punta di sana soddisfazione (per il traguardo che ripaga i tanti nostri sacrifici) avvisiamo i nostri lettori che il blo...

lunedì 8 agosto 2022

Funerale in rito antico negato in Diocesi di Trento: il vero volto della misericordia modernista #traditioniscustodes


Aggiornamento del 1° settembre 11:45 pubblichiamo in calce al nostro post - scusandoci per il ritardo - il comunicato del 9/8/2022 di don Ugo Giugni e dell'istituto Mater Boni Consilii in risposta al comunicato dell'Arcidiocesi di Trento. 

Aggiornamento delle 19.40: pubblichiamo, in fondo al post,  una comunicazione di oggi della Diocesi di Trento che da una versione parzialmente diversa della vicenda, negando - di fatto - il diniego.


Vergogna, è questa la Chiesa della misericordia e delle periferie?
Siamo ridotti che si devono far celebrare i funerali al cimitero perchè è di proprietà del Comune e non della Chiesa.
Se il problema fosse stato il celebrante, carità avrebbe imposto, almeno, di proporre un sostituto.
Sotto una indignata e commossa lettera al Vescovo di Trento sulla vicenda.
La mail del Vescovo di Trento per invitare i nostri lettori a far conoscere la nostra indignazione: curia@diocesitn.it .
Luigi

Trentino, 8-8-22 REVO’

La celebrazione in chiesa con il rito tridentino dei cattolici tradizionalisti è stata vietata e così la comunità di Revò si è stretta attorno alla famiglia di Davide Fattor, apprezzato agricoltore morto a soli 46 anni, al cimitero, sotto il sole cocente di venerdì pomeriggio (5 agosto).
Ma perché la chiesa di Revò venerdì pomeriggio era off-limits per il funerale? I familiari di Davide Fattor avevano chiesto in linea col loro credo religioso che la funzione funebre fosse celebrata secondo il rito di San Pio V° chiamato anche Messa Tridentina, rito con il quale Davide e la moglie Agnese si erano sposati in Polonia ed avevano anche battezzato i quattro figli.
I familiari hanno così espresso la loro richiesta al parroco don Ferdinando Pircali ottenendo però un netto rifiuto. “I familiari di Davide mi hanno chiamato per celebrare la funzione religiosa – spiega don Ugolino Giugni che avevamo intervistato in occasione della pubblicazione del “Motu Proprio” Traditionis custodes” di papa Bergoglio – e così mi sono rivolto al parroco per avere l’autorizzazione a celebrare la Messa Tridentina. Al suo rifiuto mi sono rivolto al vescovo Lauro Tisi che dopo un paio d’ore ha confermato il divieto, permettendoci la celebrazione al cimitero. In realtà non è stata fatta nessuna concessione perché i cimiteri sono di competenza comunale e non della chiesa”.

Lettera al vescovo di Trento

La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri dal mondo.
Giacomo 1, 27

Gentile monsignor Tisi,

sono un fedele cattolico della parrocchia di Mezzolombardo (Trento).
Le scrivo per manifestarLe il mio, seppur composto, sdegno rispetto a una vicenda che ha coinvolto, secondo quanto mi è stato riferito, la Sua diocesi.

Lo scorso mercoledì a Revò è morto un uomo di quarantasei anni, cattolico, sposato con una donna polacca e padre di quattro figli (il più grande di dieci anni). La vedova ha chiesto che il funerale del marito fosse celebrato nella chiesa parrocchiale del comune con rito antico e a questo fine ha chiesto allo stesso sacerdote che dieci anni prima li aveva sposati (con rito antico) di celebrare la funzione. Il sacerdote interessato ha contattato il parroco competente del posto, il quale ha “scaricato” alla diocesi la decisione di autorizzare o meno la celebrazione del funerale nelle modalità richieste dalla vedova. E la diocesi ha deciso di respingere quanto richiesto dalla famiglia del defunto.

Conseguentemente la vedova ha dovuto organizzare il funerale del marito – un sacramento cattolico – negli spazi del cimitero di Revò, che è un bene dell’amministrazione comunale. Non le descrivo le condizioni meteorologiche e il disagio di chi ha assistito alla cerimonia, circa trecento persone, sotto il sole cocente, con 37 gradi, umidità asfissiante, nessuna sedia.

Sono rimasto sconcertato dalla Sua scelta, perché mi sembra difforme rispetto alle Sue dichiarazioni, anche recenti, che contraddistinguono il Suo apostolato. Nella Sua recente lettera La strada ha invitato i trentini alla gratuità del donarsi al prossimo e nella solennità di Sant’Ignazio di Loyola ha esortato la politica a non strumentalizzare l’immigrazione e gli stranieri (ricordo peraltro che la moglie del defunto è una straniera di nazionalità polacca). Conoscendo il Suo pensiero – recentissimo – mai avrei pensato a questa durezza di cuore nel negare la parrocchia per celebrarvi un funerale con rito antico.

Ho poi visto che Lei ha a cuore il dialogo con i cittadini di fede diversa dalla cattolica residenti in Trentino, ricercando con questi dei punti in comune tra le religioni professate per una pacifica convivenza. Ho inoltre notato che in una parrocchia trentina della Sua diocesi è stata celebrata una festività in comunione con una pastora protestante (e ricordo che i protestanti per loro esplicita volontà non sono nella Chiesa cattolica). Le chiedo dunque: in coerenza con questa filosofia di governo della diocesi, come è stato possibile negare di celebrare il funerale di un defunto cattolico nella parrocchia di Revò? Con il rito antico si sono sposati i Suoi genitori, e Lei stesso ha ricevuto il battesimo da cui probabilmente è nata la Sua vocazione. Perché tanta durezza di cuore davanti al dramma di una giovane vedova?

Ho iniziato questa mia comunicazione con le parole dell’apostolo Giacomo. Superfluo commentarle.

Cordiali saluti

Lettera firmata



***

Istituto Mater Boni Consilii 
Loc. Carbignano 36 10020 VERRUA SAVOIA (TO) 
www.sodalitium.it info@sodalitium.it 

Funerale a Revò: risposta dell’“Istituto Mater Boni Consilii” alla “Precisazione dell’Arcidiocesi di Trento” 

Il 5 agosto 2022, don Ugolino Giugni, dell’Istituto Mater Boni Consilii, ha celebrato le esequie e la S. Messa di suffragio di un caro amico di soli 46 anni, padre di quattro bambini, del quale aveva, a suo tempo, benedetto le nozze. La funzione si è svolta al cimitero, in quanto la chiesa parrocchiale di Revò – il cui uso era stato richiesto al parroco dalla famiglia – è stata rifiutata dalla curia diocesana. 
.
In seguito ad alcuni articoli di giornale, la curia arcivescovile ha diffuso, l’8 agosto, un comunicato nel quale si precisa che “non vi è stato nessun diniego all’utilizzo” della chiesa parrocchiale, e che l’Istituto “Mater Boni Consilii” “si colloca di fatto fuori dalla Chiesa Cattolica”. 
.
A onore della verità, il nostro Istituto è quindi costretto a precisare, sia in linea di principio che in linea di fatto: 
.
• in linea di principio, che il nostro Istituto (e ciascuno dei suoi membri) crede fermamente nella Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica e romana, fuori della quale non vi è salvezza, e crede altrettanto fermamente nel primato di giurisdizione del Sommo Pontefice, Vicario di Cristo e Successore di Pietro. 
.
• In linea di fatto, che l’uso della chiesa parrocchiale è stato effettivamente richiesto al parroco di Revò il quale, come ammette la precisazione dell’arcivescovado, si è rivolto all’Ordinario, il quale ha rifiutato detto uso e concesso solo l’uso del cimitero. Se la Curia nega questo fatto, dobbiamo pensare che in un caso analogo verrà concesso, un domani, l’uso di una chiesa, parrocchiale oppure no? In realtà, concordiamo col principio che le chiese cattoliche non devono concedersi in uso ai non cattolici, ma la Curia non osa rammentare questo principio, di cui evidentemente si vergogna, giacché è ormai prassi comune concedere, temporaneamente o anche in maniera permanente, delle chiese ai non cattolici in grazia del cosiddetto ecumenismo, negandole solo ai cattolici che desiderano restare integralmente fedeli alla Tradizione della Chiesa e al rito promulgato da San Pio V, come pure è ormai prassi comune, seppur contrariamente al diritto canonico, concedere la sepoltura ecclesiastica anche ai pubblici peccatori, rifiutandola, come in questo caso, a un buon cristiano e padre di famiglia. 
.
Con questa doverosa precisazione, il nostro Istituto considera chiusa la polemica, rivolgendo ormai piuttosto il proprio pensiero e la propria preghiera all’amico chiamato da Dio a Sé, e alla sua famiglia che porta con fede il proprio dolore. 

Verrua Savoia 9 agosto 2022 
Festa del s. Curato d’Ars