Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): Santa Gemma Galgani (1878-1903).
11 aprile. A Lucca, in Toscána, santa Gemma Galgáni, Vergine, mirabile per la santità della vita e l’estatica visione della Passione del Signore, dal Papa Pio dodicesimo annoverata nel numero delle Sante. (Martirologio Romano ed. 1955)
11 aprile. A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza. (Martirologio Romano ed. 2004)
L.V.
11 aprile
Santa Gemma Galgani
Il ritratto che vediamo è di Santa Gemma Galgani (1878-1903), che divenne famosa per le visioni e rivelazioni che la Grazia di Dio le diede. Era italiana, visse nella città di Lucca.
Apparteneva all’Ordine Terziario di una congregazione Religiosa – quella dei Passionisti. L’Ordine Terziario è una associazione di laici, a cui possono aderire anche persone sposate senza adottare propriamente lo stato religioso. Non vivono in convento, ma nel mondo, nel quale si adoperano per vivere una vita edificante e di pietà.
La fisionomia della santa impressiona.
Impressiona data l’armonia dei tratti, per la profondità della riflessione che esprime. Nello sguardo della Santa, si nota che c’è qualcosa di più alto, diretto verso la cima. I suoi pensieri non sono di questa terra. Nella sua fisionomia c’è qualcosa di soprannaturale.
A mio parere, ciò che attira l’attenzione è la fierezza e la purezza angelica delle sue fattezze. Purezza e fierezza che si fanno notare dal modo in cui la testa è impostata sul collo: diritta, senza nessuna pretesa.
Non ha nessun ornamento che la adorni. I capelli sono appena aggiustati. Il suo viso è molto pulito, ma non si nota nulla che riveli il desiderio di abbellirsi.
Il vestito è nero e semplice. Pertanto Santa Gemma rivela una straordinaria dignità, al pari di una purezza verginale che si nota in qualcosa di impalpabile nello splendore della cute. Si direbbe che la sua pelle abbia qualcosa di luminoso come pure lo sguardo. Lo sguardo di una rettitudine completa. È lo sguardo di una mistica immersa in ciò che vede: e in questo sguardo si può intuire ciò che lei percepisce.
Nella sua fisionomia risalta pure la manifestazione della virtù della fortezza. Lei vuole perché la fede comanda che lei voglia! Il suo volere è incrollabile. Che cos’è che lei desidera?
Servire Dio, la Madonna, la Chiesa Cattolica, ed è questa rotta che lei segue qualsiasi siano gli ostacoli! È una rappresentazione della Donna Forte descritta nella Sacra Scrittura, il cui valore è incomparabile. Vale la pena andare sino ai confini dell’Universo per trovarla, come una pietra rara.
Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)
cominciamo il cammino a ritroso Aperi, Domine, os meum
RispondiEliminaL'opera prima di Annibale Bugnini.
Annibale Bugnini, subito dopo la guerra, iniziò la sua opera di banalizzazione della Lex Orandi cattolica, abolendo la seguente ORAZIONE, da recitarsi prima dell'Uffizio (in pratica si recitava in apertura delle 7 Ore Canoniche). Non pochi vecchi preti, accolsero tale abolizone borbottando.
Da quanto mi risulta, ormai sono pochi coloro che la recitano, anche nell'ambiente FSSPX e, per lo più, solo come devozione privata.
Ebbene, visto che Bugnini ha cominciato così, ripartiamo pure noi da qua.
TUTTI i cattolici di sensibilità tradizionale, tutti coloro che non sono entusiasti di Assisi 3, dell'alleluja delle lampadine, dei giudizi "positivi" sui condom, insomma tutti coloro che non pensano che "Tutto va bene, Madama la Marchesa", e che le meravigliose sorti e progressive" si aprono di fronte alla primavera "Conciliare", si impegnino a recitare non dico sette volte al giorno (come era la regola a suo tempo) ma ALMENO una volta al giorno. Va proprio bene nel corso delle preci del mattino e/o all'inizio del Rosario.
Ovviamente, TUTTI i Cattolici (almeno quelli di sensisibilità tradizionale) recitano le preci del mattino e/o almeno una posta di Rosario (o no?). Come che sia, recitiamola.
DIO non potrà che rendercene merito
Oremus. Aperi, Domine, os meum ad benedicendum Nomem Sanctum tuum: munda quoque cor meum ab omnibus vanis, perversis, et alienis cogitationibus; intellectum illumina, affectum inflamma: ut digne, attente ac devote hoc officium recitare valeam, et exaudiri merear ante cospectum Divinae Maiestatis tuae. Per Christum Dominum nostrum. Amen
Domine in unione illius divinae intentionis, qua ipse in terris laudes Deo persolvisti, has tibi Horas persolo
Versione Italiana:
Preghiamo. Aprite, o Signore, la mia bocca, affinché io degnamente benedica il vostro santo Nome: purificate inoltre il mio cuore da tutti i vani, perversi e profani pensieri: illuminate l'intelletto, infiammate la volontà, perché degnamente, attentamente e devotamente io possa recitare quest'uffizio e meriti di essere esaudito davanti il trono della vostra Divina Maestà. Per i meriti di Gesù Cristo Nostro Signore. Amen
Signore, unendo la mia alla vostra divina intenzione, con la quale voi in terra lodaste il vostro divin Padre, io pure vi lodo e per sempre vi benedico.