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mercoledì 6 aprile 2022

Il legislatore della liturgia conosce la liturgia?

Una riflessione di The Wanderer, apparsa in italiano nel blog di Aldo Maria Valli, sulla (in)consapevolezza liturgica dal Papa in giù.
Stefano


In margine a due celebrazioni di Francesco

di The Wanderer (traduzione di Valentina Lazzari su Duc in altum, 3 aprile 2022)


In questo blog, fin dall’inizio del suo pontificato, siamo stati molto critici nei confronti di papa Francesco, anche quando molti sostenevano, ragionevolmente, di lasciar passare il tempo e vedere che cosa sarebbe successo. Ma qui sapevamo già cosa sarebbe successo e non ci siamo sbagliati.

Tuttavia non mi sembra appropriato l’atteggiamento, assai diffuso, di quanti sono impegnati in una specie di gara per vedere chi colpisce Bergoglio più duramente, cercando sempre di trovare il pelo nell’uovo. Il che finisce per avvelenare gli animi.

Un esempio di quanto sto dicendo è stato dato da tutti quei “fatimologi” che nelle ultime settimane si sono sollevati per determinare con la massima precisione se la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria rispondesse o meno ai requisiti necessari. Chi ha assistito spassionatamente alla cerimonia ed ha ascoltato la preghiera di papa Francesco non può dubitare che si sia stata una cerimonia cattolica, in cui, citando l’Immacolata e la mediazione universale della Madonna, si è usato un linguaggio politicamente scorretto. Nessuno può dubitare che la consacrazione sia effettivamente avvenuta. La stessa Fraternità sacerdotale san Pio X lo ha riconosciuto con piacere, e non si tratta certamente di un’organizzazione progressista.

Nei giorni scorsi si sono levate accuse verso il papa anche per lo scandalo liturgico avvenuto nella Chiesa del Gesù dove, vestito con una semplice tonaca bianca, al momento della consacrazione, Bergoglio, che stava seguendo la messa, ha steso il braccio e pronunciato la formula, concelebrando così al di fuori di tutti i requisiti e tutte le condizioni richieste dalle leggi liturgiche.

Quello che è successo lì è veramente uno scandalo: chiunque sia il supremo maestro e legislatore della liturgia romana, in quel modo viola clamorosamente le rubriche. Il papa, come ogni vescovo, può assistere a una Messa “dal trono”, come dice il rito tradizionale, o, se questa parola non piace, da un luogo appropriato. E la cosa logica è che lo faccia indossando l’abito corale e la stola. Bergoglio, invece, non ha mai indossato l’abito corale e raramente indossa la stola al di fuori della Messa. Così è, ma da lì a concelebrare senza essere effettivamente un concelebrante c’è un grande salto. Per questo lo scandalo prodotto è giustificato.

Mi permetto però alcune osservazioni.

Il papa, comportandosi così, non fa più di quanto si faccia molto spesso. Io stesso ho visto sacerdoti in borghese, sistemati nei banchi di una chiesa, assistere alla messa e, al momento della consacrazione, allungare le braccia e pronunciare la formula. Mi capitò già negli anni Novanta, a Roma. Sono passati più di trent’anni e questo comportamento è ora diffuso in tutto il mondo. E non sarebbe strano scoprire che lo stesso Bergoglio si comportava così quando era sacerdote e poi vescovo a Buenos Aires, o lo abbia permesso ai suoi sacerdoti. Non dico che sia una pratica attuata sempre, ma è una pratica abbastanza diffusa, soprattutto negli ambienti religiosi, come le residenze o le adunanze sacerdotali.

Questo è un altro esempio di ciò che invariabilmente abbiamo detto in questo blog: papa Francesco non è interessato alla liturgia, né rinnovata né tradizionale e, poiché non è interessato, non la conosce, né si cura di conoscerla. Sono sicuro che, quando ha fatto quello che ha fatto nella Chiesa del Gesù, si sia comportato con la coscienza più pulita che si possa immaginare. Semplicemente, non gli è mai passato per la mente che questo non si possa fare perché il rito romano, per quanto rinnovato, non lo permette. Al pontefice manca del tutto la conoscenza di questi particolari. Il suo intelletto puramente pratico è consacrato ad altri interessi, per la maggior gloria di Dio.

Il fatto evidenzia anche un danno collaterale, e non sempre percepito, che si è diffuso in Occidente. Papa Francesco potrebbe aver trovato inappropriato e strano assistere alla messa senza concelebrare, essendo lui stesso un sacerdote. Così come oggi, nell’attuale cultura cattolica, anche in quella più tradizionalista, non si comprende che un laico possa assistere alla messa in stato di grazia senza fare la comunione, e ricevere la comunione è diventata quasi una condizione necessaria per partecipare alla messa, con i sacerdoti accade qualcosa di analogo: non viene loro mai in mente di assistere alla messa senza concelebrare. E questo atteggiamento, sia dei laici sia del clero, è nuovo. Non era mai stato così prima, e penso che non dovrebbe essere così. Infatti, l’obbligo che hanno entrambi è di ricevere la Comunione o celebrare la messa solo una volta all’anno. Con ciò non sto scoraggiando la Comunione frequente, o la celebrazione quotidiana della messa, ma faccio notare che non vi è alcun obbligo o precetto in questo senso, e che la prassi della Chiesa è sempre stata diversa. Oggi quella pratica è cambiata e mi chiedo se il cambiamento sia positivo. L’esempio della Chiesa del Gesù mi porta a pensare che non lo sia.

Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com e Duc in altum

Traduzione di Valentina Lazzari

Titolo originale: Breves comentarios sobre el escándalo litúrgico en el Gesù