Riprendiamo da Aldo Maria Valli alcune prime reazioni ai Responsa.
"Il canone 87 [del Codice di Diritto Canonico] afferma che ‘il Vescovo diocesano, ogniqualvolta giudichi di contribuire al loro bene spirituale, può dispensare i fedeli dalle leggi disciplinari universali e particolari emanate per il suo territorio o per i suoi sudditi dalla suprema autorità della Chiesa’".
Luigi
19-12-21
Con la grazia di Dio e il potente aiuto della preghiera occorre resistere a questa legge ingiusta. È quanto afferma l’abbé Claude Barthe dopo i responsa della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti circa i dubia su alcune disposizioni della lettera apostolica Traditionis custodes.
Secondo l’abbé Barthe, liturgista, docente all’Institut du Christ-Roi Souverain Prêtre, la resistenza va attuata ovunque, “sia nei seminari che nel campo dell’apostolato”.
“Resto convinto – prosegue – che con Traditionis custodes gli intransigenti romani abbiano iniziato una guerra che possono solo perdere. Ma una guerra che può causare grandi danni, non dobbiamo nasconderlo. Dobbiamo quindi pregare intensamente per sostenere coloro che dovranno prendere decisioni”.
L’abbé Barthe, che è anche cappellano del pellegrinaggio Summorum pontificum, non nasconde i rischi per tutti coloro che decideranno di resistere: vescovi, superiori, sacerdoti, seminaristi. Possibile la sospensione a divinis, e per le comunità la soppressione. “In ogni caso, i rapporti di forza oggi sono molto più favorevoli al mondo tradizionale di quanto non sembri”.
“L’abuso spirituale continua” titola crisismagazine.com affermando, in una nota di Eric Sammons, che “papa Francesco continua la sua guerra alla celebrazione tradizionale dei sacramenti”.
A proposito delle disposizioni stabilite dai vertici vaticani, Sammons è esplicito: “C’è solo un modo per dirlo: questi sono ordini malvagi. Potrebbe essere diplomatico cercare di addolcire il commento, ma in tempo di guerra la diplomazia viene messa da parte. E non fraintendete: questa è una guerra perché l’ha dichiarata il papa stesso a qualunque cattolico fedele alle antiche forme della liturgia romana”. Inoltre, “questi sono comandi meschini e vendicativi. Assomigliano a un’epurazione sovietica dei dissidenti condotta nel 1988. I muri si stanno sgretolando intorno alla Chiesa, ma, invece di cercare di ripararli, il papa e il Vaticano stanno abbattendo l’unico muro solido” e “il fatto che queste direttive siano state emanate una settimana prima di Natale non fa che amplificare la loro meschinità”.
“Qualche anno fa – scrive ancora Sammons – un amico disse di ritenere che papa Francesco sia un padre spiritualmente violento. Istintivamente ho rabbrividito. Per il mio innato senso cattolico, tale linguaggio era inappropriato nei confronti del Santo Padre. Ma ora non riesco a vedere come le azioni del papa riguardo al vecchio rito possano essere viste come qualcosa di diverso da un abuso”.
“Un padre violento è un maestro nella manipolazione. Fa credere che il problema siano i figli. Distorce la realtà in modo che essi pensino di meritare l’abuso e, se osano sfidarlo, li presenta come membri della famiglia non amorevoli e divisivi. I suoi figli vivono in uno stato costante di insicurezza e confusione, e questo è il modo in cui il papa attuale tratta i suoi figli che sono fedeli al rito antico. Se essi trovano che la loro vita spirituale sia arricchita dalla frequentazione della Messa vetus ordo, lui suggerisce che hanno tendenze scismatiche. Se per loro la Messa parrocchiale novus ordo è insoddisfacente, li accusa di rifiutare il Vaticano II. E quando si lamentano del suo trattamento ingiusto nei loro confronti, dice che tutto ciò dimostra che hanno bisogno di ulteriori correzioni. È un abuso spirituale, puro e semplice”.
“Spero e prego – conclude Sammons – che i vescovi di tutto il mondo semplicemente ignoreranno queste ultime direttive. Non sarebbe la prima volta che i comandi vaticani vengono disattesi. Il canone 87 afferma che ‘il Vescovo diocesano, ogniqualvolta giudichi di contribuire al loro bene spirituale, può dispensare i fedeli dalle leggi disciplinari universali e particolari emanate per il suo territorio o per i suoi sudditi dalla suprema autorità della Chiesa’. Chiaramente, dispensare da queste direttive è per il bene spirituale di molti. Se un vescovo diocesano vuole evitare di essere lui stesso un padre abusivo, deve ignorare questi comandi e prendersi cura dei bisogni spirituali dei suoi figli”.
“Basta conoscere anche solo l’abc della teologia morale – dice don Andrea Mancinella, eremita della diocesi di Albano – per sapere che a un ordine ingiusto e cattivo non si deve obbedire, perché l’obbedienza cesserebbe immediatamente di essere una virtù per tramutarsi in servilismo, che è invece un peccato”.
“Quindi nessun panico, si deve seguire la dottrina cattolica, semplicemente. Per il resto Dio stesso provvederà: ci cacciano dalle parrocchie e dalle chiese? E allora si va a celebrare nelle case dei buoni fedeli cattolici, o nei garage, o all’aperto. Punto”.
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