"Lo sa Bergoglio che un papa è Vicario di Cristo e non di Gino Strada?"
Luigi
Marcello Veneziani, La Verità, 8 dicembre 2021
Nel giorno dell’Immacolata Concezione è legittimo chiedersi: può un papa ridurre tutti i problemi della fede e dell’umanità ai migranti e al loro soccorso? Un papa dovrebbe avere a cuore le sorti dell’umanità intera, e in modo speciale del popolo cristiano di cui è Pastore; invece Bergoglio si occupa in modo esclusivo e ossessivo di coloro che si mettono in viaggio e cercano rifugio e ristoro in Occidente; quasi mai cristiani, spesso islamici. I migranti sono una piccola minoranza nel pianeta rispetto ai “restanti” che sono oltre sette miliardi sulla faccia della terra; questi lo sono per scelta o per necessità, per fedeltà al loro destino e alla terra madre o perché non hanno la forza, la salute né le minime risorse per partire. Certo, è più facile abbracciare in favore di telecamera un bambino nero approdato tra i migranti a Lesbo che andare tra i bambini che lottano con la fame, la morte e l’oppressione nei loro paesi. Ma per un bambino sbarcato in Occidente ce ne sono almeno mille bisognosi di tutto nei loro Paesi. È possibile poi che l’unico messaggio rivolto con insistenza a noi europei e occidentali sia quello di accogliere i migranti? Della nostra vita, della nostra sorte non se ne occupa mai Bergoglio se non per vergognarci della nostra civiltà e riparare alla nostra cattiva coscienza di europei?
Dopo un tweet su questo tema, tra tanti consensi, qualcuno con la mente corta e chiusa nei dogmi progressisti mi ha accusato di non capire la parabola evangelica della pecorella smarrita. E mi ha obiettato che Bergoglio “si è trovato” a Lesbo davanti ai migranti, non poteva certo tacere. Ora cominciamo col dire che Bergoglio “non si è trovato” per caso lì ma è andato di proposito a Lesbo proprio per fare la sua solita predica sui migranti; non è stato un messaggio di circostanza, ma è IL messaggio papale che passa sempre nei mass media e che Bergoglio ripete da San Pietro e ovunque.
In secondo luogo, la parabola del buon pastore che si preoccupa della pecorella smarrita, anziché del gregge, è completamente fuori luogo in questo caso. Non c’è nessuna pecorella smarrita da recuperare, semmai sono “pecorelle” che vogliono entrare nel gregge. Ma il problema non è la pecorella smarrita; qui il problema è l’intero gregge smarrito. Qual è il gregge? Se ci riferiamo al mondo, è la vasta umanità dei restanti che sono mille volte di più dei migranti e vivono situazioni anche peggiori di coloro che almeno hanno avuto la possibilità di lasciare la loro terra. Se invece ci riferiamo ai credenti o ex praticanti a cui un papa dovrebbe dedicare la sua missione pastorale, c’è un intero gregge smarrito alla fede, tra chiese svuotate, scristianizzazione galoppante, devozioni e vocazioni crollate e praticanti disorientati dal nuovo corso papale. Avrebbero bisogno di cura, apostolato e protezione ma di loro Bergoglio non si cura.
Poi ci sono le persecuzioni subite dai cristiani in mezzo mondo che passano inosservate agli occhi del loro Padre e Pastore. Secondo i dati raccolti dall’Osce, pubblicati pochi giorni fa, sono raddoppiati da un anno all’altro i crimini contro le comunità cristiane nel mondo. Nel 2020 si sono verificati un migliaio di attacchi alle Chiese, per la precisione 980, tra tentativi di appiccare il fuoco, dissacrazioni, vandalismi, aggressioni contro sacerdoti e scritte minatorie sui luoghi sacri. Nel 2019 gli incidenti e gli atti intimidatori registrati erano stati la metà, per la precisione 595. Molti gli attacchi alle proprietà dei cristiani. E non parliamo delle stragi. Di tutto questo non ci pare di aver trovato traccia nei discorsi, nelle apprensioni, nelle denunce e nei moniti di Bergoglio.
Papa Greto Raketo I si occupa di clima e migranti, del resto se ne cura poco. E nei rari casi in cui Bergoglio si occupa d’altro, per esempio la difesa del Natale, l’aborto o altri temi scottanti, viene silenziato dai media, che preferiscono ogni giorno veicolare ed enfatizzare l’eterno mantra sui migranti e il continuo attacco politico bergogliano ai sovranismi, nazionalismi e populismi. A cui talvolta, aggiunge i poteri sovranazionali che calpestano popoli e democrazie. Come fa a non capire o a non sapere che i sovranisti reagiscono proprio a questi strapoteri mondialisti, sono loro avversari, magari inadeguati, ma non sono certo loro emanazione? La sua è ignoranza politica, incapacità di capire la realtà o è malafede, demagogia, visto che alla fine sta dalla stessa parte dei criticati poteri globali?
Bergoglio rovescia l’opera dei missionari: essi sacrificano la loro vita e la mettono a rischio andando sul posto a prendersi cura, aiutare, magari anche convertire, le popolazioni che vivono nella miseria e nel male. Lui, invece, lancia il messaggio opposto: lasciate la vostra terra, le vostre famiglie, i vostri vecchi e venite nel tanto detestato Occidente che ha il dovere di accogliervi. Se permettete, ammiro i missionari che si caricano sulle loro spalle quei drammi e non chi li scarica sugli stati e i popoli occidentali; prendo lezioni d’umanità e di umiltà da loro, non da chi fa l’Alto Commissario all’Incentivazione delle Migrazioni, dal suo alto scranno ben protetto dalle Mura Vaticane.
Intendiamoci, nessuno contesta che un papa esorti alla carità e all’accoglienza, lo hanno fatto anche altri papi, in particolare Giovanni Paolo II; è sacrosanto che la visione morale e caritatevole di un papa diverga dal realismo politico di chi governa e dalle ragion di Stato e di popolo. Ed è sacrosanta la sua condanna dell’egoismo e del primato assoluto del profitto. Non è la preoccupazione per i migranti di un papa che va deplorata ma la priorità assoluta, la riduzione del pontificato al solo tema migratorio, in tempo di scristianizzazione universale e di nichilismo globale, etico e pratico. Lo sa Bergoglio che un papa è Vicario di Cristo e non di Gino Strada?