La Corea del Nord, avanza.
Luigi
Marco Tosatti, 13-6-21
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, rilanciamo volentieri un articolo apparso su Korazym.org, sito che ben conoscete, in tema di movimenti ecclesiali e del Decreto Generale appena emesso dal Dicastero per Laici e Famiglia. La sorpresa in realtà viene non tanto dalla decisione, quanto dal fatto che sia arrivata solo all’ottavo anno di pontificato. Il pontefice regnante come ben sa chi segue le vicende vaticane, è quello che in inglese si potrebbe definire un “control freak”, una persona ossessionata dal controllo. Ne fanno testimonianza la rete di informatori che copre i Sacri Palazzi e le adiacenze, il controllo su telefoni e rete web. Ci sono cardinali che arrivano in ufficio con la propria chiavetta internet per evitare di usare la rete vaticana. Qualche giorno fa un amico che lavora e vive in Vaticano mi ha mandato un messaggio, lamentandosi perché gli articoli di Stilum non si aprivano. Gli ho consigliato di provare con lo smartphone, e lì tutto era normale…Ora, c’è da stupirsi non che abbia steso la cappa del controllo sulla cosa più viva, libera e fiorente nella vita della Chiesa negli ultimi decenni, ma che l’abbia fatto così tardi. Dimostrando poi nei fatti quanto il clericalismo sia potente e pervicace nelle sue manifestazioni, chiacchiere a parte. Buona lettura.
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“Bomba di Papa Francesco”, lo definiscono La Nuova Bussola Quotidiana e Il Tempo, il Decreto Generale Le associazioni di fedeli del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che disciplina l’esercizio del governo nelle associazioni internazionali di fedeli, private e pubbliche, e negli altri enti con personalità giuridica soggetti alla vigilanza diretta del medesimo Dicastero, pubblicato sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 375 dell’11 giugno e firmato il 3 giugno con il Segretario, P. Alexandre Awi Mello, I.Sch., dal Prefetto, Card. Kevin Farrell (colui che vivendo nella stessa casa del predatore seriale omosessuale ex cardinale e ex prete Eugene McCarrick, non ha visto mai niente di strano o anomalo), che interviene in modo così pesante nella vita interna delle libere associazioni di credenti. Ma quale libertà!
Sapendo pur troppo bene quanto viene spiegato da Nico Spuntoni nell’articolo per La Nuova Bussola Quotidiana che segue, al momento della fondazione di Korazym.org il 4 aprile 2003 (sulla scia della Giornata Mondiale della Gioventù a Toronto e l’Incontro di Assisi), per un gruppo di giovani aspiranti comunicatori appartenenti alla gioventù francescana conventuale – che hanno avuto in questo modo una scuola pratica di giornalismo e di seguito quasi tutti hanno intrapreso la professione – seguii i saggi consigli del mio compianto padre spirituale (francescano conventuale), non ho formalizzato il progetto come associazione internazionale di fedeli. Questa mossa fu malvista dai vertici della Conferenza Episcopale Italiana, che hanno sempre rifiutato progetti in comune con i media o gli enti di loro proprietà o da loro controllati, perché – dissero – noi non eravamo “cosa loro” (quindi non controllabili).
Poi, dopo aver sottolineato ciò, per quanto riguarda la “bomba” va detto, che il discorso dei movimenti, delle aggregazioni laicali e delle nuove comunità è un capitolo che andrebbe analizzato “caso per caso”. Dicendo ciò siamo in tema, in quanto “diversità” è un termine usato nel documento pontificio di revisione con accezione negativa dello stesso. Nel senso, che non tutti i movimenti, aggregazioni laicali e nuove comunità hanno usato negli anni i medesimi strumenti nel medesimo modo.
Pensiamo che ognuna di queste realtà fa una storia a sé, poiché viene fondata su un carisma particolare e soggettivo, il quale inevitabilmente nasce, cresce e si sviluppa in un percorso che deve portare sempre al Signore, restando nello stesso tempo fedele alla Cattolicità. Il buono che c’è in una realtà laicale di sicuro non andrà perso, se le basi sono solide. Basi sulle quali sono state costruite roccaforti della fede, che non saranno turbate da questo “aggiornamento” di Papa Francesco.
D’altra parte siamo convinti, che non sempre tutti movimenti, aggregazioni laicali e nuove comunità sono nati bene e che non tutti hanno poi proseguito sempre bene il loro cammino. Alcuni sono naufragati, altri hanno avuto difficoltà a rispettare le regole, altri ancora hanno avuto difficoltà a riconoscersi parte della Chiesa come tutti gli altri in ugual misura. La santità è sempre buona, i carismi a volte sono buoni, ma a volte anche no, soprattutto quando creano incertezza e confondono i fedeli.
È sempre stato nostro convincimento (e ci riflettiamo ogni giorno, nel nostro comunicare attraverso Korazym.org, ormai da più di 18 anni), il fatto che ogni realtà, fondato su un nuovo carisma, dovesse avere il compito di “traghettare” i fedeli a Cristo attraverso la Chiesa. Però, in alcuni casi i fedeli sono stati portati a distaccarsi dalla stessa famiglia ecclesiale, creando in alcuni realtà ecclesiali un inutile e dannoso “sottogruppo di una pseudo Chiesa”, che non è mai stata una buona esperienza per nessuno. In alcuni casi anche la Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti ha avuto il suo “da fare” con l’approvazione degli statuti e la verifica degli stessi di competenza. Non possiamo dimenticare fatti eclatanti del passato, in merito a statuti presentati alla Congregazione preposta, che poi non erano gli stessi statuti seguiti nella realtà, che li aveva presentati per l’approvazione ad experimentum.
A parer nostro, se un movimento “distrae” l’attenzione dei fedeli dalle regole di un Credo, che ogni cristiano e ogni cattolico dovrebbe rispettare, questo non è un fatto buono. Ben vengano le riforme dei movimenti, delle aggregazioni laicali e delle nuove comunità, se tutto ciò riconduce alla trasparenza di un cammino di Fede, che resta all’interno della famiglia ecclesiale, senza singoli protagonismi o battitori che si sentono liberi ed esenti dal rispetto delle regole chiare, presenti da tempo nella famiglia ecclesiale.
Vogliamo credere che il buono del passato non può essere cancellato da una riforma, che impone nuove disposizioni. Ciò che è buono è anche solido e sopravvivrà al tempo e alle avversità. Sappiamo, che il primo esame di integrità a cui viene sottoposto un movimento è sopravvivere al proprio fondatore. Ora sappiamo, che il secondo esame sarà sopravvivere al bombardamento delle riforme di Papa Francesco. Come a dire, chi sopravvivrà a questo Pontificato, potrà dirsi pronto a sopravvivere a qualsiasi cataclisma. Intanto, come credenti preghiamo, che il Signore possa darci la forza della resilienza, per transitare la pazienza e accorciare il tempo della nostra prova. E preghiamo per il Papa, sempre.
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