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martedì 4 maggio 2021

Il Santo del giorno in Plinio Corrêa de Oliveira #4 San Pio V (5 maggio)

Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): San Pio V (1504-1572).

5 maggio. San Pio quinto, dell’Ordine dei Predicatori, Papa e Confessore, che si riposò in Dio nel primo giorno di questo mese. (Martirologio Romano ed. 1955)
30 aprile. San Pio V, papa, che, elevato dall’Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò, secondo i decreti del Concilio di Trento, con grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesiastica e promosse la propagazione della fede. Il primo di maggio a Roma si addormentò nel Signore. (Martirologio Romano ed. 2004)

N.B.: sia il testo di riferimento sia la nuova edizione del Martirologio Romano riportano la festa al 30 aprile; la redazione di MiL ha preferito seguire il calendario della forma straordinaria, che riporta la festa al 5 maggio.

L.V.

30 aprile
San Pio V Papa

San Pio V (1504-1572) fu il Pontefice della battaglia di Lepanto, la cui fiducia contagiò le schiere cattoliche.
Le fonti cattoliche che raccontano la battaglia di Lepanto spesso non menzionano un dato importantissimo, che è presente in alcune fonti musulmane. Queste ultime dicono – e fin qui tutte le fonti cattoliche sono d’accordo – che ci fu un determinato momento in cui la situazione dei cattolici sembrava disperata. C’era stato uno scontro terribile fra le due armate a bordo delle navi, e in questo scontro, a un certo momento, noi cattolici stavamo battendo in ritirata e la situazione sembrava completamente persa.
All’improvviso, quando meno lo si attendeva, i musulmani cominciano a indietreggiare, e qualcuno di loro ai quali si chiede che cosa stia succedendo risponde che è apparsa in cielo una Signora in abiti da regina e li ha guardati con uno sguardo così terribile che è mancato loro del tutto il coraggio e sono fuggiti.
Riflettiamo su questa situazione. Si tratta di una battaglia navale, la maggiore fino ad allora combattuta nella storia, che creava una “suspense” in tutta la Cristianità, perché lì si giocava in un certo senso il futuro dell’Europa. L’Europa era miseramente divisa fra cattolici e protestanti: i protestanti avevano aperto una breccia nel seno della Cristianità e i Paesi cattolici, già provati dalla lotta contro i protestanti, non sarebbero riusciti a resistere se nel Sud dell’Italia fossero sbarcate forze musulmane importanti. Roma sarebbe caduta nelle mani dei musulmani e non si sa chi avrebbe potuto fermare la loro avanzata. Umanamente parlando, la causa cattolica sembrava perduta. In questa immensa battaglia navale combattevano quattro potenze cristiane convocate da San Pio V:
- la Spagna, la maggiore potenza del tempo;
- Venezia, che era una potenza navale apprezzabile ma soprattutto aveva molto denaro, con cui contribuiva a questa crociata;
- Genova, che offriva un grande ammiraglio, Andrea Doria, per guidare le sue navi nella battaglia;
- e una piccola squadra del Papa, che era quanto poteva mettere in campo perché tutte le forze cattoliche fossero presenti di fronte a un nemico tanto potente e brutale. Le sorti della battaglia erano incerte.
Le descrizioni concordano nel dirci che fu terribile, una carneficina tremenda. I cattolici abbordavano le navi musulmane, alcuni musulmani erano già sulle barche cattoliche, si uccideva e si moriva da una parte e dall’altra, le navi si scontravano e alcune andavano in pezzi. Navi che affondano, gente gettata in mare con l’armatura che dopo qualche tentativo di restare a galla annega. Tuonare di cannoni, rumori tremendi, confusione. E i cattolici che arretrano…
In questo momento della lotta, il comandante Don Giovanni d’Austria invoca l’aiuto di Nostra Signora e le forze cattoliche fanno ricorso alla fede, chiedendo alla Madonna che scenda in campo al loro fianco.
Possiamo immaginare lo sforzo di Don Giovanni d’Austria per raccogliersi e prendere, per così dire, le distanze dalla battaglia. Sta in mezzo alla lotta, con un nemico alle spalle e uno di fronte, colpendone uno che gli arriva contro e non sapendo da che parte voltarsi. A questo punto tuttavia prende una distanza mentale dall’avvenimento per volgersi alla sua fede, per guardare alle sorti generali della battaglia e accorgersi che la sta perdendo, benché i cattolici moltiplichino i loro sforzi con grande zelo.
Immaginiamo lo spirito di fede di chi lotta e non si arrende, di chi dà la vita per una causa che dal punto di vista umano sembra molto compromessa. Ma questo prima che intervenga Nostra Signora! Si può dire che sperò contro ogni speranza, che ebbe fiducia contro le ragioni che lo inducevano a disperare. In effetti umanamente non c’era speranza e non fu per ragioni umane che i musulmani si ritirarono. Ma nello stesso tempo fu per la fiducia che avevano nell’intervento di Nostra Signora che Ella apparve nel punto più alto del cielo.
Curiosamente sembra che l’abbiano vista i nemici ma non i cattolici. Le truppe islamiche comunque fuggirono. Questo significa che quei combattenti cattolici ebbero il merito della fede pura, della fede oscura: non videro il miracolo, ma sentirono gli effetti del miracolo. Fu necessario che il nemico raccontasse del miracolo, che i nemici spiegassero perché erano fuggiti per rendersi conto che in effetti la preghiera era stata esaudita.
Quanta fede in questa situazione critica, in questa giornata storica! La battaglia era persa, o quasi persa. Avrebbero potuto pensare: “Salviamo almeno la pelle, arrendiamoci. Se combatto sono morto, se mi arrendo diventerò schiavo dei musulmani ma qualcuno pagherà il riscatto per me e dopo qualche mese sarò libero”. Non lo pensarono. Ciascuno si disse: “Vedo in mare come si dibattono nelle ultime angustie uomini che stanno morendo della stessa morte che mi attende. Ho fiducia che se muoio volerò in Cielo come martire, ma ho anche fiducia nella possibilità della vittoria”.
Di fatto questa fiducia fu premiata, e vinsero la battaglia.

Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)

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