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domenica 14 marzo 2021

Il rischio Covid interrompe una tradizione pluricentenaria? Fortunatamente no Grazie a mons. Suetta e alla Famija Sanremasca

La città di Sanremo ha avuto dal 1586 il privilegio di fornire i "palmorelli" (foglie di palma appositamente coltivate e abilmente lavorate in modo artistico) a Sua Santità, ai signori Cardinali in Roma e a tutta la Cappella Papale della Settimana Santa.
 Questo perché il Capitano Giovanni Bresca, sanremasco, in occasione dell'erezione dell'obelisco in Piazza San Pietro, nonostante l’obbligo di silenzio imposto durante le delicatissime operazioni,  e il divieto del Papa Sisto V di parlare a pena di morte, vedendo che le corde troppo tese stavano cedendo, gridò "acqua alle corde" (in dialetto sanremasco, che tuttavia fu ben compreso). Bresca fu arrestato ma quando si accorsero della bontà del consiglio urlato, provvidero. Le corde, bagnate, si gonfiarono e impedirono la caduta rovinosa dell'obelisco.  Il Papa fece Bresca liberare  in segno di ringraziamento concesse alla famiglia Bresca, ai suoi discendenti e alla Magnifica comunità di Sanremo l'onore di fornire le palme alla Sede Apostolica per la Settimana Santa. Segno di ulteriore privilegio fu la concessione di poter issare sul pennone della nave sanremasca il gonfalone dello Stato della Chiesa, in modo che la nave con i palmurelli riservati al Papa avesse la precedenza nelle acque laziali e nel porto di Ostia.

La pandemia interromperebbe questa tradizione.

Speriamo che S. E.  il Vescovo Suetta, come ha dichiarato, voglia attivarsi per fare arrivare una o più palme a Roma.

Riportiamo anche l’iniziativa della Famjia Sanremasca (vedi QUI) che si è attivata per la spedizione dei palmorelli attraverso una pubblica sottoscrizione.

AGGIORNAMENTO: per  l’iniziativa della Famija Sanremasca (associazione culturale che conserva le tradizioni della città di Sanremo) in accordo col Vescovo Suetta, Sanremo riuscirà a consegnare 20 palme per i signori cardinali e una più grande per il Papa (con il patrocinio del Comune) e consentire che anche quest’anno (per il 435° anno) la città dei fiori possa rinnovare questa che tradizione plurisecolare che ottenne come privilegio pontificio


Nell'immagine gli articoli  de La Stampa del 12 e del 14 marzo 2021.




Claudio

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