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venerdì 1 gennaio 2021

La mitra damascata: storia di un'antichissima insegna cardinalizia

In prima fila i Cardinali Vescovi:
Cicognani, Aloisi Masella e Pizzardo.

In seconda fila i Cardinali Preti:
Confalonieri, Spellman e Ruffini
Riprendiamo un bell'articolo da Radio Spada (4.09.2020) che racconta e spiega la storia, la simbologia e l'uso della mitra damascata (o damascena) un tempo usata solo dai Cardinali. 
Roberto


La mitra, scrive il p. Bonarmi, sebbene sia un distintivo proprio della dignità vescovile, si usa anche dai cardinali per privilegio loro conceduto in un colla porpora nel concilio I di Lione da Innocenzo IV, innalzato al sommo pontificato nell’1243. Il Garampi stima che i cardinali godano l’uso della mitra fino da s.Leone IX creato nell’1049, esprimendosi con queste parole nel concederla agli arcivescovi di Treveri: “Romana mitra caput vestrum insignimus, qua et vos et successores vestri in ecclesiasticis officiis more romano semper utamini, semperque vos esse romanae sedis discipulos reminiscamini“.

I cardinali vescovi e preti usano della mitra preziosa e di lama d’oro nelle messe pontificali nei loro titoli; nelle messe poi cantate dai medesimi nelle cappelle papali in luogo dell’ aurifrigiata usano quella di damasco bianco, che ora descriveremo. In altre funzioni, fuori la cappella papale, usano la mitra o preziosa, o aurifrigiata, o semplice, a seconda della qualità delle funzioni stesse. Della semplice, la quale è di damasco bianco, come accennammo, con frangia di seta rossa nelle vitte, avente un tessuto speciale nel drappo, che da’tappezzieri e ricamatori chiamasi la pigna, coprono il capo negli offici che celebrarci pei defonti, ed allorché assistono ai pontificali del papa, in luogo della berretta. 

Particolare de L’incoronazione di Carlo Magno 
(Raffaello, 1517, Stanza dell’Incendio di Borgo, Vaticano)
Né fu già questo distintivo per i soli cardinali dell’ordine vescovile e presbiterale, ma fu anche comune ai cardinali dell’ordine dei diaconi. Celestino III creando cardinale circa il 1192 s. Alberto che fu vescovo di Liegi, dell’ ordine diaconale, gl’impose la mitra […]. Più chiara testimonianza di tal prerogativa se ne ha in due sigilli di cardinali diaconi dell’ 1214 e 1290 colla mitra in capo […].

E perché i cardinali diaconi, ancorché insigniti del carattere vescovile, come si è qualche volta verificato, non vestono mai gli abiti pontificali nelle loro diaconie, così non hanno neppure l’uso della mitra preziosa, e di quella di lama d’oro. È a questi però comune il distintivo della mitra damascena, quando assistono coi cardinali vescovi e preti alle funzioni che si fanno dal papa.

Coteste funzioni papali, nelle quali in un cogli abiti sacri del colore conveniente usano della mitra damascena gli eminentissimi padri, sono attualmente i pontificali che si fanno nel corso dell’ anno dal supremo gerarca, le distribuzioni delle candele nel giorno della purificazione della […] Vergine, delle ceneri, degli Agnus Dei nel sabato in albis, e delle Palme nella domenica di questa appellazione.Riferisce il Rinaldi all’anno 1464, che la mitra di seta bianca a lavoro di damasco fu agli eminentissimi porporati per la prima volta conceduta in luogo della berretta da Paolo II a distinzione degli altri prelati. Quindi bene a ragione di questa mitra devono scoprirsi il capo nella messa che solennemente pontifica il sommo pontefice nell’anniversaria solennità del natale del divino Redentore, restando col capo scoperto in ginocchio per tutto il tempo che dura il canto del versetto – Et incarnatus est -, mentre il papa, come viene prescritto dal cerimoniale de’ vescovi, genuflette col capo coperto di mitra: “Episcopus cum mitra apud sedem suam, et ceteri in propriis locis genuflectere debent usque ad terram hac nocte, et die sequenti in missa maiori, prout etiara in die annunciationis“.


Card. J.M. C. Rodriguez (+19258) di Santiago del Cile
[…] la mitra, sia che si consideri come ornamentum, sia che si consideri come operimentum del capo, deve dai cardinali, come senato del pontefice, e da quanti ne hanno l’uso, togliersi dal capo nell’inginocchiare, allorché cantasi dai cappellani cantori – Et incarnatus est – nella messa pontificata dal papa nell’anniversaria solennità della nascita di N. S. G., e perché non può dirsi che essi pontifichino, il che sarebbe assurdo, in un col papa, e perché non può dirsi che la mitra in quella sacra cerimonia, tenendosi in luogo della berretta, sia un compimento degli abiti pontificali che non adoperano. In questo mio sentimento mi sono sempre più conconfermato dopo letto il cerimoniale di Paride Grassi. Questo chiarissimo scrittore nel titolo – De missa maiore, papa celebrante – ci fa sapere che cum cantatur a choro Et incarnatus est, papa cum mitra caput versus altare humiliter inclinat. Cardinales autem et alii omnes genuflectunt sine mitris, quousque cantatum sit et homo factus est. Quo cantato omnes surgunt a genibus et sedent. 

I cadaveri dei cardinali vescovi, preti, e diaconi si espongono colla mitra damascena, e con questa si seppelliscono.

[Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti (pp. 177, 178, 179, 180, 181)(tomo CLXXII) Marzo Aprile e Maggio 1861]

11 commenti:

  1. Queste sì che sono le cose importanti per la fede cristiana!

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    1. Beh, certo...invece sono fondamentali le scarpe sfondate, i pastorali di rottami e le mitrie di piume di pavone. Senza dimenticare le pachamame nelle chiese.

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    2. Se la Fede si deve ridurre a mitrie damascate, allora pachamame dappertutto! D'altronde MIL si è adeguato da tempo, ormai è una rubrica fissa, ahahahahahahahaah!

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    3. Il primo quaquaraquà che passa per la rete, dall'alto della sua sicumera, preferisce trattare con sufficienza ed irridere quello che non conosce invece di sforzarsi a capirne i significati. Grande prova di maturità, devo dire. Sei il prodotto perfetto della società odierna, che non va al di là dei due secondi di visualizzazione di un post su Facebook o Instagram.

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    4. Seguo da anni il blog ed anche se fossi "il primo quaquaraquà che passa per la rete, dall'alto della sua sicumera", non dovrei renderne conto a te. Io sarò anche mancante di maturità, ma tu sei completamente fuori dalla realtà ecclesiale e dalla Fede cristiana. Povero te.

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    5. Patetico! Prima insulti e sparli, poi fai l'offeso. Mai hai 12 anni? Poi mi spiegherai cosa vuol dire nella tua testolina "essere fuori dalla realtà ecclesiale"? Mi stai dando dello scomunicato? Ma se non sai nemmeno chi sono! Fai ridere i polli!

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    6. Non ho nulla da spiegarti, perché contrariamente a te non me la sono presa, né ti ho offeso.... anzi nutro ancora la speranza che tu possa capire il senso di quel che ti ho scritto. Cordiali saluti.

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    7. Io non ti ho insultato, al contrario di te.... soprattutto sono serenissimo e nutro ancora Speranza che tu capisca il senso delle mie parole. Stare dietro a Gesù Cristo è molto più che riprendere insegne inutili.

      .... E speriamo anche che stavolta MIL pubblichi il mio messaggio, visto che è la seconda volta che lo scrivo!

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  2. Il cardinale in alto non è Ruffini, ma Ruffino Santos arcivescovo di Manila.

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  3. Dunque io sapevo che la nostra era simbolo del pesce ( Cristo). Se la si guarda di lato ha la bocca del pesce

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  4. è tutto bello, ancora rispettato, pienamente rispettabile. Nulla della tradizione morrà. Si innova non si abolisce ciò che degnamente e legittimamente è stato e sarà.

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