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giovedì 10 settembre 2020

Acqua benedetta o amuchina?

Le giuste riflessioni pubblicate sul Blog di Sabino Paciolla.
Buona parte dell'intera gerarchia cattolica si dovrebbe vergognare.
A partire da Colui che il 3 ottobre prossimo si presenterà ad Assisi in una chiesa vuota, senza fedeli.
Luigi

Di Wanda Massa|Settembre 9 2020

Quando entro in una Chiesa immancabilmente lo sguardo si posa sull’acquasantiera secca, ormai sostituita dal dispenser di amuchina, come se il gesto di segnarsi con l’acqua benedetta fosse del tutto equivalente a quello di disinfettarsi le mani per la paura di un virus, la cui carica contagiosa sembra più influenzata dall’ideologia che dalla realtà.
Infatti, a quanto pare, il Covid diserta le feste dell’Unità, i raduni dell’ANPI, i 25 aprile, i gay pride e simili eventi, per manifestare tutta la propria virulenza tra panche, cappelle e sagrestie, dove per giunta i frequentatori dovrebbero essere più interessati alla salute dell’anima, che a quella del corpo.
Il rischio è di dimenticare la ricchezza e la profondità di segnarsi con l’acqua santa, quando si varca la soglia delle nostre Chiese.

L’ho appreso anni fa, non alle lezioni di Catechismo in parrocchia, ma da una trasmissione di padre Gabriele Amorth su Radio Maria e oggi mi sembra doveroso ricordarlo.

Innanzitutto l’acqua santa, non l’amuchina, è un sacramentale e in quanto tale la sua efficacia è direttamente proporzionale alla fede di chi ne fa uso.

Il suo utilizzo nella liturgia cristiana è antichissimo e la storia ci dimostra la sua grande efficacia specialmente contro il demonio.

I due ossessi di Illfurt, quando veniva loro presentato un cibo nel quale fosse stata messa anche una sola goccia d’acqua benedetta, davano in smanie e non era possibile farglielo mangiare.

Segnarsi devotamente con l’acqua santa prima di entrare in Chiesa, ottiene al fedele tre importanti benefici:
rimette i peccati veniali, quando chi se ne serve ha il dolore nel cuore;
dispone l’anima a ricevere i doni di Dio;
protegge dalle insidie del demonio.

Niente a che vedere con l’amuchina il cui campo d’azione più umilmente si limita, come cita l’etichetta, a batteri, funghi e virus.

Non solo, padre Amorth ricorda che talvolta l’acqua santa libera dai dolori e dalle infermità del corpo; allontana la grandine e la tempesta, donando fertilità alla terra e può anche contribuire alla liberazione delle anime del Purgatorio, se accompagnata da preghiere di suffragio. Ne consiglia l’uso e l’aspersione nei luoghi dove sono stati commessi gravi peccati mortali (aborti, sedute spiritiche …) e di aspergere frequentemente i moribondi, che in quei momenti tremendi sono particolarmente vessati e colpiti dal demonio.

Tutte queste grazie il Signore le concede quando chi si serve dell’acqua benedetta e riceve le benedizioni della Chiesa ha viva fede nella potenza e bontà di Dio.

L’efficacia di questo sacramentale è inoltre testimoniata da numerosi santi.

Santa Teresa d’Avila, ad esempio, raccomandava alle sue consorelle di non girare mai senza acqua benedetta e di servirsene frequentemente. “Non immaginate il sollievo che si prova quando si ha con sé l’acqua benedetta”, diceva. “È un gran bene poter usufruire con tanta facilità del sangue di Cristo”.

Per tutte queste ragioni e in attesa di tempi migliori, consiglio a quanti leggeranno queste righe di portare sempre con sé una boccettina di acqua santa per segnarsi prima di entrare in Chiesa, tenendo bene a mente il triplice beneficio che tale gesto comporta.