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venerdì 27 dicembre 2019

Il tradizionalismo rinasce anche in Sud America: intervista a Montes della TFP


Una bella intervista all'amico Juan Miguel Montes della TFP italiana.
Leggete anche l'interessante accenno all'esplosione dei blog cattolici di orientamento tradizionalista, noi di MiL facciamo parte e siamo orgogliosi di tutto ciò
Luigi

Il Giornale, 24-12-19

Il tradizionalismo rinasce in Sud America, nonostante le correnti progressiste stiano acquisendo sempre più spazio. Ma l'atteggiamento della Chiesa cattolica delude tanti fedeli
Francesco Boezi - Mar, 24/12/2019 - 15:11

Il tradizionalismo cattolico è tornato in auge. L'Europa, certo, ma anche il continente sudamericano, sono i palcoscenici di un vero e proprio boom vocazionale.
Le realtà tradizionali non conoscono crisi. Juan Migel Montes, che è il direttore del Bureau che rappresenta le Tfp estere a Roma, ossia le associazioni "Tradizione, Famiglia e Proprietà", spiega i motivi della "esplosione", in questa intervista esclusiva rilasciata a IlGiornale.it. Ma è possibile anche annotare forti critiche al progressismo dottrinale.

Tradizione, Famiglia e Proprietà: cosa fate di concreto in qualità di ente? Siete vicini a Bolsonaro?

Premetto che non esiste un’unica Associazione Tradizione Famiglia Proprietà (Tfp). Si tratta di un insieme di associazioni, consorelle ma autonome su base nazionale, presenti in più di 30 Paesi, alcune con un nome diverso. In Brasile esiste l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (Ipco), che continua in quel Paese l’opera del grande leader cattolico.

Ma siete o no vicini al presidente brasiliano?

L’Ipco non è un ente partitico. Perciò non ha nessun rapporto istituzionale col governo Bolsonaro, anche se alcune sue politiche ci sembrano giuste. Per esempio: la designazione di ben tre sottosegretari di origine indigena, dando così voce istituzionale ai popoli della foresta; la chiusura di alcune false ong che si approfittavano della carità pubblica per portare avanti un’agenda politica eversiva; il rafforzamento delle forze dell’ordine, una mossa che conta sull’appoggio massiccio dei brasiliani; lo smantellamento di molte politiche socialiste messe in atto dagli anteriori governi, che stavano portando il Paese sulla via venezuelana; la cancellazione dell’educazione Lgbt nelle scuole e via dicendo.

Qual è allora il vostro compito?

Il compito dell’Ipco è di informare e di allertare l’opinione pubblica sui grandi temi del momento, attraverso pubblicazioni, conferenze e campagne di piazza. Per ciò conta con un dinamico settore giovanile – l’Ação Jovem – in rapida espansione in diversi stati della Federazione. Si tratta di un’azione dottrinale, legale e sempre pacifica.

In Sud America si stanno sviluppando realtà come le vostre o comunque collegabili al tradizionalismo cattolico?

In tutta Latino America c’è uno zampillare di realtà, piccole e grandi, che traducono una forte reazione contro il socialismo, sia politico sia culturale. Il fenomeno è adesso al vaglio degli studiosi, che parlano di un’ondata di neoconservatorismo. Le associazioni Tfp ovviamente ne gioiscono, anche perché per decenni hanno portato avanti queste battaglie praticamente da sole. Non possono non rallegrarsi nel vedere che, adesso, le realtà collegabili a un’idea tradizionale di cattolicesimo si moltiplicano ovunque.

Quali sono le forme di diffusione del rinnovato interesse verso il tradizionalismo?

Si moltiplicano i blog di destra, animati da giovani e giovanissimi, con milioni di follower. Sorgono nuovi gruppi politici e culturali di orientamento conservatore. Guadagnano notorietà le conferenze online di orientamento tradizionalista. Si diffondono negozi di abbigliamento morigerato, in aperto contrasto con le mode immorali o stravaganti odierne. Dopo decenni di virtuale monopolio culturale della sinistra, si pubblicano sempre più libri e si realizzano sempre più convegni di area centro-destra. A volte il fenomeno può essere perfino abbagliante. Per esempio, i sondaggi mostrano un 37% dei brasiliani favorevoli alla restaurazione dell’Impero. Le Tfp e associazioni affini hanno, ovviamente, legami di amicizia, vicinanza o perfino collaborazione con molte di queste realtà, ma il fenomeno è troppo esteso per poter abbracciarlo tutto.

Ritenete che la Chiesa cattolica odierna si stia adagiando troppo addosso ai cosiddetti “diktat" del mondo”?

La nota fondamentale di tutti gli errori teologici e pastorali moderni – dal cattolicesimo liberale al Modernismo alla Nouvelle Théologie – è la bramosia acritica di “adattare” la Chiesa al mondo. Lo stesso Vaticano II si presentò come un Concilio pastorale teso a stabilire “un nuovo rapporto col mondo”. Il problema ha due aspetti, uno teorico e uno pratico. Teoricamente, la domanda si pone in questo modo: La Chiesa è il sale della terra e la luce del mondo, oppure la terra è il sale della Chiesa e il mondo la sua luce? Nella pratica la domanda è: A quale mondo si vuole, concretamente, adattare la Chiesa? E, purtroppo, la risposta è: al mondo nato dalla serie di rivoluzioni che hanno funestato la Chiesa e la Cristianità dalla fine del Medioevo. In altre parole, fanno una lettura ideologica della storia moderna che li porta a una scelta di campo di contenuto prettamente rivoluzionario. Ciò detto, mi sembra che la sua domanda sia un tanto oltrepassata. Purtroppo, oggi alcuni settori della Chiesa non solo seguono i “diktat del mondo” ma, anzi, assumono la leadership.

Qual è il futuro del cattolicesimo in Sud America?

È impossibile prevedere il futuro immediato. Comunque, il sorgere di un possente movimento nell’opinione pubblica di segno tradizionale permette di avere non poche speranze. Tali speranze si fondano anche sulle promesse della Madonna che, a Fatima, ha proclamato il trionfo del suo Cuore Immacolato, dopo un periodo di tribolazione.

Eppure voi nutrite della speranza...

Papa Pio XII chiamava l’America Latina il “continente della speranza”. Fino a pochi anni fa, la percentuale di cattolici superava abbondantemente il 90%. Oggi, invece, stiamo attraversando un periodo di tribolazione con molte persone passate alle sette protestanti a causa del discorso poco religioso e molto politico della teologia della liberazione nella Chiesa cattolica, un fenomeno chiaramente denunciato da Benedetto XVI. Ma la speranza resta e si percepisce una ripresa del cattolicesimo specialmente, come detto sopra, negli ambienti giovanili di tendenza conservatrice o tradizionalista.

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