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mercoledì 9 ottobre 2019

Ormai ci tolgono anche le croci in montagna in Francia

Ormai siamo al delirio. Il politically correct anche sulle nostre vette.
La Francia cede ai laicisti e non erigerà più croci cristiane sulle vette dei Pirenei occidentali. 
In Italia, per fortuna, sulle Dolomiti bellunesi, sul Faloria, è stata eretta la croce astile più alta del mondo, 18 metri: viva!
Luigi

Tempi, Leone Grotti 15 settembre 2019

È l’ultima battaglia dei francesi laicisti. Demolite a ripetizione, i militari gettano la spugna: «Non le erigeremo più. Preferiamo optare per la pacificazione»
Dopo l’ennesimo episodio di vandalismo, la Francia getta la spugna. Il Centro nazionale di addestramento commando (Cnec) francese non erigerà più croci cristiane sulle vette dei Pirenei orientali. E lo farà per «non rinfocolare la polemica. Preferiamo optare per la pacificazione», come annunciato in un comunicato.
È con queste parole che il tenente colonnello Christophe Correa ha spiegato con rammarico che non verrà trasportata una nuova croce sulla vetta del Pic Carlit. Le croci non sono «appena un elemento della tradizione, ma servono anche agli escursionisti per orientarsi». Nonostante questo, l’anno scorso un gruppo di vandali è salito a 2.921 metri «con un flessibile nello zaino per distruggere la croce che misura 1 metro e 40 e pesa 40 chili». Dopo averla divelta, l’hanno gettata nella scarpata.

Dopo averla recuperata, i militari hanno fatto richiesta alle autorità di installarne una nuova. Ottenuti tutti i permessi, d’accordo con il vescovo dei Pirenei orientali, hanno però deciso di soprassedere per «evitare di giocare al gatto e al topo» con i laicisti.

ADDIO ANCHE ALLA CROCE SUL CAMBRE D’AZE

Da anni numerosi escursionisti si lamentano per le croci installate sulle cime del Pic Carlit e del Cambre d’Aze, gridando alla violazione del principio di laicità. Anche quest’ultima è stata fatta sparire da una spedizione di volenterosi laicisti. Ora resta solo quella sulla vetta del Canigou, che nessuno osa toccare perché adornata da bandiere della Catalogna. «Se qualcuno osasse rimuoverla, non potrebbe passare più di un giorno nel dipartimento».

5 commenti:

  1. Barattare una Chiesa e una Fede per codardia. L'epoca bergogliana è la pagina più nera. D'altronde una ex confessione religiosa che andrà a miscelarsi con altre centinaia di religioni non ha più bisogno di un proprio credo, di propri dogmi, di veri sacerdoti, di un vero sacro, di una vera messa (che non sia cioè una semplice assemblea), al contrario ha bisogno di anime da macello, ha bisogno di fedeli disorientati. Attenzione però perché allontanare gli altri dalla Fede è il peccato più grave, è dare scandalo, le pene previste sono le più infernali.

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  2. Jorge ha detto che il sinodo è un "camminare insieme" sotto la guida dello Spirito Santo. Ne è sicuro. Se lo è accaparrato. Booh...

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    1. Anche questa metafora del camminare (addirittura insieme) ha veramente stancato, oltre ad essere dolciastra. Il continuo camminare è tipico di concezioni semite in senso stretto, praticamente ebraiche, una continua modifica del luogo dove si abita, questa indole nomade si contrappone a quella sana, che è stanziale, di chi ha trovato la Verità. Per noi Gesù è venuto, l'attesa è finita, non siamo ebrei!

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  3. La Chiesa che, dicevano i trionfalisti novatori dell'euforico CVII, era riuscita solo dopo duemila anni a considerare se stessa (!?!), si guardi allo specchio e consideri se l'ostilità alla Croce , emblema e guida del cristiano, perché come scrisse Venanzio Fortunato: "Cristo regna dal legno della croce", non sia colpa anche sua per il progressivo appannamento della teologia crucis non più consona con la psicologia edonistica dell'uomo moderno che non accetterebbe sacrifici ma che, invece, proprio per il rifiuto è piombato nella disperazione, nell'inimicizia in ogni luogo e nel materialismo.

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  4. la Croce è la più potente arma vincitrice contro i nemici del cristianesimo. Per questo fa paura ai nemici di Cristo che si sentono sconfitti, compresi i tanti infiltrati nella Chiesa, dal CVII in poi, che hanno imposto la sconsiderata riforma liturgica e hanno tolto, culmine dell'apostasia, il crocifisso dagli altari dove si dovrebbe rinnovare proprio il sacrificio della Croce, ridotto ad una banale commemorazione assembleare, parodia del Cenacolo.

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