Rileggiamo anche la Familiaris consortio di Giovanni Paolo II.
Acqua pura in tanto fango che gira oggi.
Luigi
Il Timone, Raffaella Frullone, 6-8-19
Soltanto un paio di settimane fa il Financial Post pubblicava un articolo con questo titolo: «Il divorzio dopo i cinquant’anni sta letteralmente distruggendo le finanze dei baby boomers». Nel sommario si leggeva che «i boomers stanno finendo i matrimoni, a volte per la seconda o la terza volta, distruggendo le loro finanze su una scala senza precedenti e non riprendendosi mai».
Fotografando la crescita del cosiddetto “divorzio grigio”, quello che si consuma insomma quando la giovinezza è ormai passata, i
l Financial Post osservava come il fenomeno sia raddoppiato negli Stati Uniti rispetto a agli anni Novanta. Nell’articolo, inoltre, si metteva nero su bianco che «ci sono poche cose più devastanti del divorzio. Anche per i più benestanti è finanziariamente drenante, emotivamente straziante e semplicemente disordinato. Studi accademici documentano gravi effetti sulla salute. Un documento del 2009 ha osservato che gli adulti recentemente separati o divorziati hanno una pressione sanguigna a riposo più elevata. L’anno scorso, uno studio tedesco ha scoperto che “il divorzio ha portato a un notevole aumento di peso nel tempo, specialmente negli uomini”».
l Financial Post osservava come il fenomeno sia raddoppiato negli Stati Uniti rispetto a agli anni Novanta. Nell’articolo, inoltre, si metteva nero su bianco che «ci sono poche cose più devastanti del divorzio. Anche per i più benestanti è finanziariamente drenante, emotivamente straziante e semplicemente disordinato. Studi accademici documentano gravi effetti sulla salute. Un documento del 2009 ha osservato che gli adulti recentemente separati o divorziati hanno una pressione sanguigna a riposo più elevata. L’anno scorso, uno studio tedesco ha scoperto che “il divorzio ha portato a un notevole aumento di peso nel tempo, specialmente negli uomini”».
Ma ci sono anche belle e inaspettate notizie che meritano di essere messe in luce e che raccontano il bene che si può ancora fare se ancora si crede che il divorzio sia un male per i coniugi, per le famiglie, per l’intera società.
A Jacksonville, in Florida, i tassi di divorzio sono crollati del 28% in soli due anni. Come? Grazie a un vero e proprio programma dedicato a rafforzare i matrimoni e le famiglie e portato avanti da una realtà che si chiama Communio, la cui anima è il suo presidente, John Paul De Gance. Cristiano, dirigente di un’azienda che si occupa di contenuti multimediali, De Gance ha spiegato di aver sentito – dopo una vicenda che ha colpito la sua famiglia – una chiamata a fare la sua parte per riparare i molti matrimoni infranti e le famiglie in difficoltà.
Secondo De Gance le Chiese sono nella posizione migliore per diventare il catalizzatore di una sana cultura del matrimonio, perché possono fare ciò che il governo non può fare: amare. «L’amore e la missione consentono alle Chiese di attingere a una rete di volontari e personale esistente per gestire e fornire programmi», ha dichiarato. Attraverso una campagna di marketing elaborata su target specifici, a Jacksonville sono arrivate in chiesa moltissime persone che normalmente non ci avrebbero messo piede: molte di queste hanno partecipato al programma e i tassi di divorzio hanno iniziato immediatamente a diminuire. «Il calo sta risparmiando ai contribuenti circa 65 milioni di dollari e mantenendo migliaia di bambini in famiglie stabili con matrimoni sani».
Per De Gance questa è diventata una missione. «La famiglia è la chiave per combattere la povertà, ridurre la criminalità, migliorare l’istruzione e aumentare la felicità per tutta la vita. È anche il luogo principale in cui le persone incontrano per la prima volta la fede», si legge sul sito di Communio. «Le Chiese sono i più potenti agenti di cambiamento culturale. Sono nella posizione migliore per creare l’ecosistema che consente alle relazioni personali di prosperare in matrimoni sani e famiglie forti. Il matrimonio è il ministero più urgente oggi per la Chiesa».
Possiamo forse dargli torto?
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