29 maggio 1453 : la cattedrale di Santa Sofia di Costantinopoli venne trasformata in moschea dagli invasori turchi.
Come sono simili i gesti dissacratori degli iconoclasti di ieri e di oggi contro le immagini sacre e contro la bellezza liturgica!
I nemici del Cristo e della Sua Chiesa fra i quali gli eretici di ogni risma e i modernisti hanno in odio le immagini sacre, oggetto di preghiera, che sono il riflesso della bellezza di Dio.
Quel che fecero i feroci musulmani il 29 maggio 1453 appena conquistata la Città di Costantinopoli quando distrussero le Sacre Icone e ricoprirono con la calce i mosaici della Basilica di Santa Sofia per trasformarla in moschea è ora purtroppo ripetuto in ogni parte del mondo ad opera dei terroristi e dei "fondamentalisti" islamici.
La diabolica dissacrazione delle Immagini sacre, che ha caratterizzato le invasioni e le conquiste islamiche, fu poi fedelmente "copiata" con altrettanta ferocia dai "riformatori" protestanti, anglicani compresi.
Il Magistero della Chiesa esalta invece l'importanza della "via pulchritudinis".
AC
"Si parla, in proposito, di una via pulchritudinis, una via della bellezza che costituisce al tempo stesso un percorso artistico, estetico, e un itinerario di fede, di ricerca teologica.
Il teologo Hans Urs von Balthasar apre la sua grande opera intitolata Gloria.
Un’estetica teologica con queste suggestive espressioni: “La nostra parola iniziale si chiama bellezza. La bellezza è l’ultima parola che l’intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto”.
Osserva poi: “Essa è la bellezza disinteressata senza la quale il vecchio mondo era incapace di intendersi, ma che ha preso congedo in punta di piedi dal moderno mondo degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidità e alla sua tristezza. Essa è la bellezza che non è più amata e custodita nemmeno dalla religione”.
E conclude: “Chi, al suo nome, increspa al sorriso le labbra, giudicandola come il ninnolo esotico di un passato borghese, di costui si può essere sicuri che – segretamente o apertamente – non è più capace di pregare e, presto, nemmeno di amare”.
La via della bellezza ci conduce, dunque, a cogliere il Tutto nel frammento, l’Infinito nel finito, Dio nella storia dell’umanità. Simone Weil scriveva a tal proposito: “In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmente la presenza di Dio. C’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim’ordine è, per sua essenza, religiosa”. Ancora più icastica l’affermazione di Hermann Hesse: “Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio”.
Facendo eco alle parole del Papa Paolo VI, il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha riaffermato il desiderio della Chiesa di rinnovare il dialogo e la collaborazione con gli artisti: “Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell’arte” (Lettera agli Artisti, n. 12); ma domandava subito dopo: “L’arte ha bisogno della Chiesa?”, sollecitando così gli artisti a ritrovare nella esperienza religiosa, nella rivelazione cristiana e nel “grande codice” che è la Bibbia una sorgente di rinnovata e motivata ispirazione."
Benedetto XVI, 21 novembre 2009 Incontro con gli Artisti QUI
Islam = religione socialmente pericolosa!
RispondiEliminaOccorre vietare la pratica esteriore di questa religione satanica, quindi:
1. no moschee
2. no minareti
3. no imam
4. no madrasse
Se non faremo questo, il cattolicesimo, un po' alla volta, scomparirà!
Massacri, profanazioni e distruzioni di chiese e, quando va bene, repressivi impedimenti e ostacoli contro i cristiani, sono le imprese dell'Islam nei secoli e tuttora esaltate e praticate. Tutto accade mentre Bergoglio e i suoi compari, approvato da una gerarchia adeguata, non illusa ma in mala fede, che svende la Chiesa cattolica della quale rinnega fede e morale, sghignazza con i capi maomettani ignorando la sofferenza e gli ammonimenti dei cristiani che vivono nel terrore sottoposti ad ogni sorta di violenza, costretti a fuggire dalla loro terra. Nelle persecuzioni antiche i cristiani dicevano che il loro sangue fecondava la fede difesa ed esaltata dai papi e vescovi mentre oggi viene ignorata seppure non considerata un ostacolo al suicida compromesso ecumenico e interreligioso con i nemici di Cristo.
RispondiEliminaIslam pericolo mortale!
RispondiElimina"Fratelli e sorelle"... da qui in poi, lo sfascio.
RispondiEliminaOcchio stiamo scherzando col fuoco
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