per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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giovedì 7 febbraio 2019
Parma: le omelie non le fanno più i sacerdoti?
Un lettore di MiL ci segnala che nelle ultime due domeniche, in due differenti chiese della città di Parma (Basilica di Santa Maria della Steccata e Chiesa di Santo Sepolcro), alla Messa domenicale, le omelie sono state tenute da seminaristi, anziché dal sacerdote celebrante o, al limite, da un diacono, come prescrive il Codice di Diritto Canonico, senza eccezioni.
Riteniamo che nel variegato panorama degli abusi liturgici questa sia un'altra novità, che vede la Chiesa di Parma come apripista, o meglio ancora, come avanguardia rivoluzionaria per coloro che volessero poi dilatare questo nuovo trend: vedremo tenere le omelie a suore, catechisti, chierichetti, chierichette, teologi di tendenza, profeti della nuova Chiesa, massoni, musulmani, presentatori televisivi, veline, atei e chi più ne ha più ne metta?
Ci preme evidenziare che Parma è una delle città nelle quali manca la Messa in forma extraordinaria nei giorni festivi, nonostante la presenza di un Coetus fidelium, che da diversi anni si sta vanamente prodigando per trovare un sacerdote disposto a celebrare e una chiesa disposta ad accogliere e consentire la celebrazione nei giorni festivi.
Ma si sa, oggi il problema principale per la Chiesa in Italia sono Salvini e i migranti (poi non si lamentino se le offerte domenicali diminuiscono e se molti non danno più l'otto per mille.
Luigi