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giovedì 14 febbraio 2019

Aldo Maria Valli e il Rosario in latino

Un vecchio post di Aldo Maria Valli, scritto in parabola.
L

29-1-18
Entro in chiesa. Mi metto a recitare il rosario in latino. Mi si avvicina un signore.

Dice:

– Fossi in te eviterei.

Lo guardo. Chiedo:

– E lei chi è?

– Un prete.

– Un prete?

– Sì.

– E perché non è vestito da prete?

– Oh! Non si usa più. Dobbiamo accogliere…

– E lei non può accogliere vestito da prete?

– Ti piace scherzare, eh?

– Non sto scherzando!

– Comunque, non starai mica recitando il rosario contro gli immigrati, come hanno fatto in Polonia…

– Veramente lo sto recitando per le anime del purgatorio.

– Purgatorio?

– Sì, perché?

– Sei sicuro che esista?

– Che cosa?

– Il purgatorio.

– Certo che sì!

– Mah, io non sarei così sicuro.

– In che senso?

– Retaggio medievale… Il Dio giudice, il castigo. Poca misericordia. Chi siamo noi per giudicare?… E, comunque, perché in latino?

– Perché mi piace.

– E perché ti piace?

– Perché mi fa sentire più vicino a Dio.

– Uhm…

– Che c’è?

– Non sarei così sicuro.

– Di che?

– Che il latino avvicini a Dio.

– Ma non è il latino in sé. È il latino in quanto lingua del sacro.

– Sacro?

– Sì.

– Uhm…

– Che c’è adesso?

– Non sarei così sicuro.

– Di che?

– Di quel che dici sul sacro.

– Ovvero?

– Il sacro… idea vecchia. Non c’è bisogno di stare in un luogo o di esprimersi in un certo modo.

– Vabbé, come vuole. Posso continuare a recitare il rosario?

– Fai, fai. Per quanto…

– Che c’è ancora?

– Sei sicuro?

– Di che?

– Delle parole che dici.

– Certo che sono sicuro!

– Anche quando dici il «Padre nostro»?

– Ma certo!

– Uhm…

– Che c’è?

– Ma all’epoca mica c’era il registratore. Come fai a essere sicuro?…

– Senta, vorrei recitare il mio rosario.

– Comunque, fossi in te…

– Che c’è?

– Lo direi a bassa voce.

– Ma perché?

– Magari poi ti prendono per polacco…

– Ma per favore! Vuole lasciarmi in pace?

– Pace?

– Sì, in pace, grazie.

– Uhm…

– Che c’è adesso?

– Un vero cristiano è sempre inquieto…

– Senta amico… Ho poco tempo e vorrei finire.

– Ah, il tempo! Non sai che è superiore allo spazio?

– Ma che dice?

– Non lo dico io…

– Va bene, come vuole. Ora però vorrei recitare il rosario.

– In latino?

– Sì, gliel’ho già spiegato.

– Mah! Sai, non vorrei…

– Che cosa?

– Che poi ti prendessero per tradizionalista. Oltre che polacco…

– Guardi, non me ne importa niente, mi prendano pure per ciò che vogliono.

– Contento tu…

– Certo, contento io.

– Anche se…

– Che cosa?

– In nome della parresia…

– Embé?

– Io dovrei… ecco dovrei denunciarti in quanto tradizionalista.

– Ma che dice?

– Comunque sarò misericordioso…

– E?…

– E ti do un consiglio d’amico: meglio non stare in ginocchio.

– E perché?

– In ginocchio sta il fariseo, l’ipocrita…

– Ma che dice?

– Eh! Le prescrizioni…

– Ma che prescrizioni!? Sto in ginocchio perché ci voglio stare! È devozione!

– Devozionalismo, direi…

– Ma mi faccia il piacere!

– Comunque, amico, parli piano. Non dia scandalo…

– Ah! Questa è bella! Io darei scandalo…


– Certo, con queste pratiche del passato. Mentre tutto cambia. Cogliere i segni dei tempi! Ci vuole discernimento!

– Ecco, bravo, discerna. Io intanto dico il rosario.

– E così tu ti senti a posto, eh?

– Non mi sento a posto. Mi sento meglio.

– Sì, con quella faccia da peperoncino all’aceto!

– Ma come si permette?

– Gioiosi, noi dobbiamo essere gioiosi! E invece voi profeti di sventura…

– Profeta di sventura sarà lei!

– Ah, ecco la tipica aggressività del tradizionalista!

– Io non sono aggressivo. Sono solo stanco delle sue assurdità!

– Ah! Ecco il duro di cuore…

– Lei è pazzo!

– Non lo sa che il cristiano è missionario di misericordia?

– Ma se ne vada!

– Uomo della gioia! Ecco il cristiano! Non intollerante e fondamentalista…

– Io non sono intollerante! E sono fondamentalista solo nel senso che ho a cuore le cose fondamentali! E voglio solo recitare il mio rosario!

– Qui manca il discernimento, è chiaro…

– Lei è davvero incredibile…

– Ecco il cristiano da salotto…

– Ma che salotto e salotto!

– Sì, da salotto: chiuso, rigorista…

– Io non sono chiuso! Lo divento quando incontro gente come lei!

– Già già… Volete passare per credenti e pensate solo a voi stessi… Sepolcri imbiancati…

– Signore aiutami!

– Che fa?

– Prego il Signore! Che mi aiuti. Che mi dia la forza! Che mi trattenga!

– Da che cosa?

– Dal mandarla… a quel paese!

L’uomo sorride e mi fa l’occhiolino. Poi dice:

– Bravo! Esame superato.

– Come? Non capisco?

– Hai superato la prova a cui ti ho sottoposto. Noi ogni tanto lo facciamo.

– Voi…?

– Sì, noi dell’SVF.

– SVF?

– Servizio Valutazione Fede. Facciamo domande e valutiamo. Ma adesso continua pure a pregare, e scusami per il disturbo.

Non so come replicare. Sono senza parole. Mi limito a sussurrare:

– Bene, grazie.

L’uomo sorride. Il suo volto ora mi sembra luminoso. Dice:

– Ah! Dimenticavo: ecco qua… l’attestato.

E mi allunga un’immaginetta. Raffigura l’arcangelo Michele difensore della fede. Con tanto di spada.

Mi volto per ringraziarlo. Ma è sparito.

Aldo Maria Valli