ODopo il pessimo discorso di Francesco alla 68a Settimana Liturgica Nazionale (durante il quale il Papa ha messo in bocca ai padri conciliari parole mai dette, infischiandosi anche di quanto ribadito da Benedetto XVI e dal Card. Sarah), ecco una nuova picconata alla Liturgia "cattolica" (intesa anche come "univerale") da parte del Vescovo di Roma.
Il 3 settembre 2017 ha firmato il Motu Proprio "Magnum Principium" con cui modifica il can. 838 sulle traduzioni dei libri liturgici dal latino alle lingue volgari e sulle competenze della S. Sede e quelle delle Conferenze Episcopali.
Sul pericolo della "frammentazione" nazionale della liturgia (e si teme quindi anche della dottrina, a cui essa è ontologicamente unita) che deriva da questa nuova trovata pontificia, proponiamo due nostre veloci riflessioni.
LA PRIMA: sul latino e la perdita di "universalità" linguistica
Urge innanzitutto una precisazione che si impone leggendo le prime frasi del testo.
Il motu proprio esordisce dirompente con l'enfatizzazione del "grande principio" attribuito al Concilio secondo cui
"la preghiera liturgica, adattata alla comprensione del popolo, possa essere capita, ha richiesto il grave compito, affidato ai Vescovi, di introdurre la lingua volgare nella liturgia e di preparare ed approvare le versioni dei libri liturgici."
Questo, a primo sguardo può sembrare una cosa corretta, bisogna riconsocerlo. ma di fatto non lo è.
Tale incipit, ad un occhio non attento, potrebbe sembrare infatti una parafrasi di quanto contenuto nella Sacrosanctum Concilium all'art. 36
E ancora, all'art. 63 si legge:
E' di tutta evidenza che i Padri Conciliari hanno detto che il latino deve essere conservato e, solo in un secondo tempo, hanno riconosciuto una possibile (e non scontata) utilità per il popolo il dare un più ampio (e non totale) spazio della lingua vernacola in alcune preghiere, delle letture e dei canti (e non della totalità delle celebrazioni!).
1. L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini.
2. Dato però che, sia nella messa che nell'amministrazione dei sacramenti, sia in altre partidella liturgia, non di rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti.
3. In base a queste norme, spetta alla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22- 2 (consultati anche, se è il caso, i vescovi delle regioni limitrofe della stessa lingua) decidere circa l'ammissione e l'estensione della lingua nazionale. Tali decisioni devono essere approvate ossia confermate dalla Sede apostolica.
4. La traduzione del testo latino in lingua nazionale da usarsi nella liturgia deve essere approvata dalla competente autorità ecclesiastica territoriale di cui sopra.
E ancora, all'art. 63 si legge:
63. Non di rado nell'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali può essere molto utile per il popolo l'uso della lingua nazionale; le sia data quindi una parte maggiore secondo le norme che seguono:
a) nell'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali si può usare la lingua nazionale a norma dell'art. 36;b) sulla base della nuova edizione del rituale romano la competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2 di questa costituzione, prepari al più presto i rituali particolari adattati alle necessità delle singole regioni, anche per quanto riguarda la lingua; questi rituali saranno usati nelle rispettive regioni dopo la revisione da parte della Sede apostolica. Nel comporre i rituali particolari o speciali collezioni di riti non si omettano le istruzioni poste all'inizio dei singoli riti nel rituale romano, sia quelle pastorali e rubricali, sia quelle che hanno una speciale importanza sociale.
E' di tutta evidenza che i Padri Conciliari hanno detto che il latino deve essere conservato e, solo in un secondo tempo, hanno riconosciuto una possibile (e non scontata) utilità per il popolo il dare un più ampio (e non totale) spazio della lingua vernacola in alcune preghiere, delle letture e dei canti (e non della totalità delle celebrazioni!).
Ciò detto, il Papa, pur dicendo anch'egli che del latino si avrà solo una "perdita parziale", dà per scontato (ed assodato) l'esatto contrario.
LA SECONDA: sulle traduzioni nelle lingue vernacole
E' nell'attribuire alle Conferenze Episcopali maggior campo di azione nel tradurre che il Papa dà il meglio di sè e modifica il can. 838:
L'attuale testo del canone è il seguente
Can. 838 - §1. Regolare la sacra liturgia dipende unicamente dall'autorità della Chiesa: ciò compete propriamente alla Sede Apostolica e, a norma del diritto, al Vescovo diocesano.Il motu proprio lo ha modificato nel seguente modo (che sarà in vigore dal prossimo 1° Ottobre 2017):
§2. È di competenza della Sede Apostolica ordinare la sacra liturgia della Chiesa universale, pubblicare i libri liturgici e autorizzarne ["recognoscere" nel testo latino n.d.r.] le versioni nelle lingue correnti, nonché vigilare perché le norme liturgiche siano osservate fedelmente ovunque.
§3. Spetta alle Conferenze Episcopali preparare le versioni dei libri liturgici nelle lingue correnti, dopo averle adattate convenientemente entro i limiti definiti negli stessi libri liturgici, e pubblicarle, previa autorizzazione ["praevia recognitione" nel testo latino, n.d.r.] della Santa Sede.
§4. Al Vescovo diocesano nella Chiesa a lui affidata spetta, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti.
Can. 838 - § 1. Regolare la sacra liturgia dipende unicamente dall’autorità della Chiesa: ciò compete propriamente alla Sede Apostolica e, a norma del diritto, al Vescovo diocesano.
§ 2. È di competenza della Sede Apostolica ordinare la sacra liturgia della Chiesa universale, pubblicare i libri liturgici, rivedere [recognoscere nel testo latino n.d.r.] gli adattamenti approvati a norma del diritto dalla Conferenza Episcopale, nonché vigilare perché le norme liturgiche siano osservate ovunque fedelmente.
§ 3. Spetta alle Conferenze Episcopali preparare fedelmente le versioni dei libri liturgici nelle lingue correnti, adattate convenientemente entro i limiti definiti, approvarle e pubblicare i libri liturgici, per le regioni di loro pertinenza, dopo la conferma [post confirmationem nel testo latino n.d.r.] della Sede Apostolica.
§ 4. Al Vescovo diocesano nella Chiesa a lui affidata spetta, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti.
La S. Sede non avrà più il compito della preventiva "recognitio" (esame o revisione attenta e dettagliata sulle traduzioni in lingua vernacola; si veda nota 1) sulle traduzioni eseguite dalle Conferenze Episcopali ma solo quello della "confirmatio" (successiva).
Sulla portata di queste modifiche si veda questa analisi su "fine dei tempi.wordpress" che ben studia ed espone le differenze che pur sottili, sono molto significative.
Di fronte a cotanta sollecitudine del Papa verso le lingue voltari e del (a suo dire) ossequio verso il dettato del Concilio circa le competenze della Conf. Episcopali, attendiamo ora parimenti rispetto di altri "grandi principi" conciliari
Lo vogliamo aiutare e ne ricordiamo alcun citando, ex multis, i seguenti articoli SC.
14. "... i pastori d'anime in tutta la loro attività pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione. Ma poiché non si può sperare di ottenere questo risultato, se gli stessi pastori d'anime non saranno impregnati, loro per primi, dello spirito e della forza della liturgia e se non ne diventeranno maestri, è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero."
(oggi, a vedere certe celebrazioni, sarebbe senz'altro urgente un motu proprio per questo!)
19. I pastori d'anime curino con zelo e con pazienza la formazione liturgica, come pure la partecipazione attiva dei fedeli, sia interna che esterna, secondo la loro età, condizione, genere di vita e cultura religiosa. Assolveranno così uno dei principali doveri del fedele dispensatore dei misteri di Dio. E in questo campo cerchino di guidare il loro gregge non solo con la parola ma anche con l'esempio.
(Scusate ma la dura immaginare oggi un motu proprio che ricordi ai preti che essi sono "dispensatori dei misteri di Dio")
25. I libri liturgici siano riveduti quanto prima, servendosi di persone competenti e consultando vescovi di diversi paesi del mondo.
(Bene allora rivedere tutti i libri liturgici moderni, pubblicati dalla commissione composta anche da ebrei e protestanti!).
29. Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della « schola cantorum » svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine.
(ben venga un motu proprio destinato alla formazione dei "musicisti" di bonghi e chitarre e di "lettrici" in abiti succinti o di lettori di pubblica condotta moralmente discutibile)
116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la polifonia, non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell'azione liturgica, a norma dell'art. 30.117. Si conduca a termine l'edizione tipica dei libri di canto gregoriano; anzi, si prepari un'edizione più critica dei libri già editi dopo la riforma di S. Pio X. Conviene inoltre che si prepari un'edizione che contenga melodie più semplici, ad uso delle chiese più piccole.
Roberto
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NOTA 1
Nella versione italiana del C.I.C., comunemente in uso, il verbo “recognoscere” è tradotto “autorizzare”, ma la Nota esplicativa del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei Testi Legislativi ha precisato che la recognitio «non è una generica o sommaria approvazione e tanto meno una semplice “autorizzazione”. Si tratta, invece, di un esame o revisione attenta e dettagliata...» (28 aprile 2006).
Bergoglio e' un modernista e un eretico. Inoltre ha scarsissima intelligenza, quindi in un certo senso e' anche inutile commentare le sue enormita'. Io sono arrivato al punto che quando so che deve parlare di qualcosa, riesco a indovinare perfettamente quello che andra' a dire, tanto e' prevedibile e scontato.
RispondiEliminaIn effetti di qualsiasi materia si tratti, si sa già cosa dice, Bergoglio sembra programmato. Poi i concetti espressi sono sempre accompagnati da espressioni facciali pacchiane, non c'è l'austerità che dovrebbe contraddistinguere un Pontefice, o piange o ride, gli occhi sono perennemente lucidi, come a dire: "guardate come sono buono e come mi commuovo". Niente a che vedere con la nettezza e la sobrietà che caratterizzavano Gesù Cristo (il solo paragone mi fa rabbrividire). Comunque sia, il sito fa bene a riportare questo discorso di Bergoglio, visto l'argomento attinente all'esistenza stessa del blog.
EliminaBergoglio è il Papa.
EliminaPer anonimo delle 14:41 - Bergoglio è (solo) uno tra i tantissimi Papi che si sono avvicendati nella Chiesa, e che probabilmente sarà smentito da altri Pontefici in futuro. Basta saper attendere. Stay tuned.
EliminaChe è Papa è DA DIMOSTRARE...visto che quando dice eresie non è il Capo della Chiesa, riguardo le "novità" c'è qualcuno che lo ha messo li, ed era preparato già dal 2005!
EliminaBergoglio è il Papa, ma è un Papa?
EliminaVergogna.....siete tanto tradizionalisti.....portate rispetto ed ubbidienza al Santo Padre.....
EliminaIl rispetto si porta a Cristo non agli eretici.
EliminaE' vergognoso leggere così tante offese al Pontefice su un blog cattolico
EliminaPer anonimo delle 13:14 - Guarda, sveglione, che è proprio il tuo idolo che afferma che l'obbedienza non è una virtù (Bergoglio esalta Don Milani e il suo libro "L'obbedienza non è più una virtù").
EliminaSe l'attuale fosse un papa, non solo di nome, si comporterebbe non diversamente da tutti i suoi predecessori che, anche se peccatori, hanno difeso sempre l'autentica dottrina di Cristo e non hanno mai abbracciato ideologie secolaristiche e anticattoliche. Qualcuno pensa che possa 'confermare nella fede'? Se si sente di farlo accetti il consiglio del Card. Brandmuller.
EliminaE' una trovata propria dello spirito non santo)conciliare (Vaticano II)quella di affermare un principio per poi subito dopo inserire il tarlo della sua negazione. La Sacrosantum Concilium non fa eccezione: 1)"L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini". 2) Dato però ..." Ecco, è prorpio quesl "dato però" che ha scatenato gli obbrobri della liturgia (sic) postconciliare. Il Checco argentino, come da lui stesso affermato, non sta facendo altro che portare a compimento tali obbrobri.
RispondiEliminaAppellarsi alla SC, vera e propria commedia degli equivoci, per una 'riforma della riforma' che dovrebbe restaurare l'autentica dottrina della liturgia ed eliminare i cosiddetti abusi, che sono connaturati al NO, è del tutto inutile, come dimostra mezzo secolo di sterili diatribe.
Elimina"Checco argentino": tipico degli eretici e dei protestanti denigrare il Papa della Chiesa Cattolica sui blog cattolici
EliminaLa SC introduce lo spirito protestante della liturgia, mettendo il sacerdote come "capo dell'assemblea" che ha un "ruolo attivo" nella liturgia...se vi basta solo il latino siamo freschi...
EliminaSe vi piace tanto il latino potete sempre richiedere la cena luterana di Paolo VI in latino...non vedo le differenze (secondo voi)!
EliminaAnonimo 14:45: da 60 anni seguo la Messa tridentina, studio il Catechismo di Trento, mi è immensamente simpatico mons. Lefebvre e la comunione nella mano mi fa ribrezzo: è un po' difficile chi io sia eretico e protestante, non le pare?
EliminaNon sono accettabili in un sito cattolico termini dispregiativi nei confronti del Papa! Può piacere o no ma è sempre il Papa!
EliminaAttendiamo che si comporti da Papa, cioè sia assistito dallo Spirito Santo per considerarlo tale.
EliminaConcordo con Anonimo 14:06! Non è possibile che su un sito cattolico si leggano commenti che offendono in questo modo il Papa!!!!
Elimina"Checco argentino": bellissimo! Cari Anonimi modernisti e sdegnati per gli appellativi ironici rivolti al "papa", lasciate perdere e restatevene ben allineati e coperti con il vostro grigio perbenismo. Un vero Papa non stravolge la sana dottrina cattolica per fare il piacione e andare d'accordo con tutti. Checco è un vero disastro per la Chiesa e non è escluso che sia stato prorpio lo Spirito Santo ad infliggercelo.
EliminaLa subdola trovata 'motu proprio' di Bergoglio vuole cancellare del tutto la liturgia cattolica e romana, seguendo l'ideologia gesuitica dell'inculturazione, prendendosela con il latino quale abusato capro espiatorio per il fallimento di una riforma liturgica che ha prodotto solo effetti negativi. Si chieda piuttosto come mai dalla bocca dei nostri nonni e genitori di un tempo e di tutte le nazioni, nonostante il latino degli oscurantisti padri di Trento, usciva l'autentica dottrina del Vangelo, non manipolato da esegeti modernisti.
RispondiEliminaSto rileggendo alcuni documenti tra cui la http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html
RispondiEliminae le disobbedienze sono talmente tante che effettivamente sorge il dubbio che si persegua un progetto e che questo progetto debba essere " portato a compimento ".
Sta accadendo di tutto e una fra tutto la famigerata Comunione sulla mano che ha talmente avuto successo tra i ministri ( e tra i fedeli ) che e' preferita alla Comunione in bocca ( la Comunione in ginocchio e' stata praticamente cancellata ). A questo punto lascino che i fedeli si servano da soli ( come d'altronde si e' gia' visto fare in una televisione cattolica che trasmette la Messa ) e buona notte ai suonatori !
Nella Chiesa di S.Antonio , frequentata da molti asiatici , dopo la Messa in italiano ho assistito alla richiesta di due indonesiani che cercavano una Messa nella loro lingua.....
Ecco il bailamme che hanno scatenato ! Nella Chiesa Cattolica si torni alla Messa secondo il Rito tridentino in tutto l'orbe terracqueo in modo da avere un solo libro di preghiere comune per tutti e a fronte con la traduzione !
P.S. A proposito di Comunione : a SAT 2000 sono state trasmesse delle lezioni circa il comportamento da tenere in Chiesa , per fortuna ho assistito solo a questo pezzetto : " La Comunione si riceve in bocca e sulla mano " , se ne deduce che per loro la Comunione in ginocchio non esiste piu' altrimenti sarebbe stata nominata .
È evidentemente un modo per aggirare lo spinoso problema della traduzione del pro vobis et pro multis nella nuova edizione del messale romano
RispondiEliminaPerche' se ci si accorge di aver sbagliato non si puo' piu' tornare indietro ?
RispondiEliminaE' d'obbligo andare solo e sempre avanti ?
Verso dove , verso lo strapiombo ?
Verso la catarsi .
Meno male .... almeno la finiremo con quei vetus ordo ridicoli, come marionette del settecento piene di boria!
RispondiEliminaAnonimo 16:31, ma lei da quale pianeta è fuggito? Ed è venuto proprio qui sulla terra a sparare stupidaggini?
EliminaMi chiedo quando la finiranno questi "misericordiosi" a leggere blog tradizionalisti per "farsi del male", dovrebbero passare più tempo con Enzo Bianchi e i migranti a leggere il Corano...
EliminaOttima osservazione piena di buon senso, Anonimo 16:31
EliminaTUTTI...I SANTI...PAPI...ERANO RIDICOLI??? ALLORA TU SEI UN CRETINO....MA GRANDE CRETINO!
EliminaI frutti del Concilio...e c'è chi continua a sostenere questi modernisti...
RispondiEliminasempre più disastro....
RispondiEliminaCito il poeta Giuseppe Giusti:
RispondiEliminaOh quanti, per giungere a comandare, hanno piegato il groppone! E non è meraviglia se ci arrivano curvi, se l'abitudine di curvarsi li rende inabili a far cose diritte.
Non si spiega altrimenti che qualunque cosa costoro facciano la seguitino a fare storta. Ma si sà, Dio scrive dritto anche tra le righe storte...
Latino, l'ideale linguaggio liturgico dell'Occidente
RispondiEliminaInvece di rendere la Messa più accessibile, localizza, la particula e la relativizza, chiudendo chiunque non parli la lingua locale; i cattolici in viaggio o immigrati sono spinti in un ambiente estraneo che li aliena molto più che la solenne liturgia latina mai alienata dal contadino più semplice.
http://www.newliturgicalmovement.org/
L'albero si riconosce dai frutti. Ancora avete il coraggio di chiamarlo Papa?
RispondiEliminaSenza fare nomi , un Pietro aveva accennato a una retromarcia che e' finita in un sonoro sberleffo nel senso che tutti hanno continuato a fare quello che facevano prima , infischiandosi o non avendo coraggio di difendere i Diritti di Dio ......
RispondiEliminaCome esempio vado ad elencare :
- Correzione della traduzione del pro multis(poiche' non tutti entreranno mi daro' da fare per entrare ad ogni costo)
- Correzione dell'altare su cui deve essere adagiato il Corpo di Cristo ( Croce al centro e candele ai lati )
- Correzione nell'assunzione della Parola di Dio ( ruminarla perche' penetrasse nella mente e nell'anima )
- Correzione dell'assunzione della Santa Eucarestia ( in ginocchio , adorandola , desiderandola , ringraziandola , perche' il Re dei Re si e' degnato di unirsi al mio pattume )
Disporre l'arma della preghiera ( il S.Rosario ) in direzione dei Sacerdoti affinche' prendano coraggio e difendano i Diritti di Dio , Lo esaltino e ci insegnino a Benedire il Suo Nome in eterno . Perche' ci invitino a prepararci prima della Santa Messa singolarmente e/o insieme recitando il Rosario affinche' la Madre di Dio ci aiuti a meglio far fruttare il SS.Sacrificio della Messa .
Per favore , correligionari , che esempio diamo !
RispondiEliminaChi legge per la prima volta deduce che siamo cattolici ?
Preghiamo per ogni Papa , chiunque egli sia, e se dobbiamo esporre delle critiche al suo operato facciamolo con rispetto senno' aggiungiamo peccati ai gia' molti peccati .
Non ci e' stato COMANDATO di amare il prossimo ?
Allora , per il Preziosissimo Sangue versato e per le lacrime di Maria SS. sforziamoci di fare la Volonta' del Padre .
Mi raccomando . Mettiamo in pratica ...
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata, fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.
Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.
Dio vi benedica tutti .
Caro Anonimo 20:43, non posso non condividere il suo appello, però vorrei farle notare che il rispetto non può separarsi dalla stima. Si rispetta ciò che si stima, mentre ciò che non si stima può, o deve, essere al più tollerato o sopportato. Il linguaggio ironico e dissacrante è l'unica "arma" di cui dispone chi critica un operato che non godendo di stima non può essere rispettato. Di più, l'amore si colloca infinitamente al di sopra della stima e del rispetto. Come cristiani siamo chiamati ad amare il prossimo anche e soprattutto se non lo stimiamo e non lo rispettiamo. "Amate i vostri nemici" dice Gesù: anche nell'amore un nemico resta tale, anzi è bene che resti tale, altrimenti come si eserciterebbe l'amore? Infatti Gesù chiede: "se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete?
EliminaIn Gesù e Maria.
[57.] È diritto della comunità dei fedeli che ci siano regolarmente, soprattutto nella celebrazione domenicale, una adeguata e idonea musica sacra e, sempre, un altare, dei paramenti e sacri lini che splendano, secondo le norme, per dignità, decoro e pulizia.
RispondiEliminahttp://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html
Servono commenti ? Cercare dove questi diritti vengono rispettati .
caro anonimo, molto interessante. potrebbe contattaeci via mail?
EliminaGrazie in anticipo.
Roberto
«Incominciamo oggi, o fratelli, a fare il bene, ché nulla fin qui abbiamo fatto». Queste parole, che il serafico padre S. Francesco nella sua umiltà applicava a se' stesso, rendiamole nostre ( Padre Pio)
RispondiElimina14 Settembre si fa memoria della Esaltazione della Santa Croce e inizia la Novena a S.Pio da Pietrelcina .
Chiediamo , chiediamo , chiediamo la conversione dei poveri peccatori .
Il cappuccino padre Guglielmo Alimonti nel suo I miei giorni con Padre Pio racconta un aneddoto.
Un giorno, stando vicino a Padre Pio, non ho potuto fare ameno di chiedergli, inginocchiato ai suoi pedi: “Padre, se il Signore ti dicesse, quando sarai in Cielo, che uno dei tuoi figli corre il rischio di perdersi eternamente, che faresti?”
Mi rispose: “Gli chiederei semplicemente di tornare sulla terra per ricominciare da capo a patire, pur di salvarlo.”
Dunque, san Pio da Pietrelcina per salvare un suo figlio spirituale era disposto non solo a rinunciare temporaneamente alle gioie del Paradiso, ma anche a tornare a soffrire.
Ciò ci fa capire quanto costa la conversione dei peccatori e quanta generosità hanno i santi che ben capiscono la verità della “sofferenza vicaria”, verità che noi abbiamo completamente rimosso.
http://itresentieri.it/dedicato-a-chi-nega-la-sofferenza-vicaria-per-la-salvezza-di-una-sola-anima-padre-pio-sarebbe-stato-disposto-a-tornare-sulla-terra-per-continuare-a-soffrire/
Il Soglio di Pietro va rispettato, perché è stato istituito da Cristo stesso, che dice a Pietro:..."Su questa pietra fonderò la mia chiesa"....Gesù Cristo non ha detto a Pietro .."Su questa Pietra fonderai la "tua" Chiesa.La tTeologia della Liberazione non è la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.
RispondiEliminaIl 7 maggio del 2005, nel corso della Celebrazione della S.Messa di insediamento, Papa Ratzinger, Benedetto XVI, disse, tra l'altro, <>....Io aggiungo che la "Teologia della Liberazione" dell'America latina non è la "Dottrina Sociale" della nostra Santa Madre Chiesa...Cattolica (quindi universale), Apostolica (..quindi secondo quanto tramandato dagli Aòpostoli), Romana(..secondo il Soglio di Pietro in Roma).
Papa Benedetto aveva sempre condannato la cosiddetta teologia della liberazione perché non era Chiesa ma un partito politico. La setta martiniana-bergogliana si è vendicata e ha combattuto fino ad arraffare il mandato petrino.
RispondiEliminaBergoglio è argentino, proviene quindi da un clima ormai, da circa mezzo secolo, di sottosviluppo culturale. Un film come "Il cittadino illustre" aiuta a capire, per chi non conosce l'Argentina. Bergoglio non ne è mai uscito, avendo studiato poco e con non grande interesse in Europa. La sua biografia dice che ha un istinto per il potere e la sua gestione. La sintesi del mondo di Bergoglio la offre una grande latinoamericano, Nicolas Gomez Davila, colombiano, là dove dice che "Il problema di fondo di tutte le ex colonie, cioè il problema del servaggio intellettuale, della povertà di tradizioni, della spiritualità subalterna, della civiltà inautentica, dell'imitazione forzata e avvilente, mi è stato risolto con somma semplicità: il cattolicesimo è la mia patria". Solo che a Bergoglio, il cattolicesimo al quale alludeva il ricco e sofisticato colombiano non piace. Non ha tutti i torti. E probabilmente e Roma ha trovato situazioni amministrative finanziarie e altro assai pesanti. Ma non mi sembra in grado di posizionarsi in modo corretto in questa disputa postconciliare (dopo mezzo secolo!) che il suo papato ha aperto. Uno può anche essere progressista, non è peccato e a volte è giusto esserlo, ma non può essere "nuovista", volere sempre e comunque il nuovo. In un sito che difende il latin de l'église offro un piccolo spunto di riflessione: non sono spariti solo gli inni in gregoriano, sono spariti (in Italia) anche i vecchi inni, mariani e non, in italiano, tipo Noi vogliam Dio e Inni e canti sciogliamo fedeli e roba simile. Perché la logica, tipica di tutti gli esaltati o dei furbacchioni, è quella del "nuovo". Ecco, Papa Bergoglio da Buenos Aires non mi sembra in grado di mediare questo potente ritorno di fiamma dei "nuovisti" dopo il Papa polacco e il papa tedesco. E i "nuovisti", come i "passatisti", fanno sempre grandi danni. Il professor, così viene chiamato, Andrea Grillo (la Liguria ha sempre più Grilli parlanti) del quale ho sentito un paio di interventi, docet.
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