Continuano le discriminazioni contro i cattolici.
A Vicenza, nonostante la richiesta ai sensi del Motu Proprio "Summorum Pontificum" e dell'Istruzione dell'Ecclesia Dei "Universae Ecclesiae", i fedeli legati alla forma straordinaria del Rito Romano restano ancora, dopo 10 anni, senza una chiesa. Mentre la Curia ne affida una agli Ortodossi.
Per carità, meglio loro che gli anglicani o i protestanti, eh, ma perchè da questo slancio di "misericordia ecumenica" restano sempre fuori i cattolici?
Questi episodi non solo sono abusi dal punto di vista canonico (per cui i fedeli, se si organizzassero, vincerebbero il processo canonico contro il Vescovo, a' sensi dell' art. 7 Summorum Pontificum e art. 10 § 1 Universae Ecclesiae e altri, si veda sotto) ma dei veri e propri insulti alla famigerata "misericordia" che tanto vanno cianciando ultimamenti i prelati, come se fosse un'invenzione ultima di Francesco. Si accolgono coloro che, di fatto, sono fuori dalla Chiesa Cattolica, e si bastonano invece coloro che dentro lo sono da secoli.
Bella roba davvero! Poi si stupiscono se il gettito ex 8xMille diminuisce!
Quousque tandem abutere patientia nostra?
Questi episodi non solo sono abusi dal punto di vista canonico (per cui i fedeli, se si organizzassero, vincerebbero il processo canonico contro il Vescovo, a' sensi dell' art. 7 Summorum Pontificum e art. 10 § 1 Universae Ecclesiae e altri, si veda sotto) ma dei veri e propri insulti alla famigerata "misericordia" che tanto vanno cianciando ultimamenti i prelati, come se fosse un'invenzione ultima di Francesco. Si accolgono coloro che, di fatto, sono fuori dalla Chiesa Cattolica, e si bastonano invece coloro che dentro lo sono da secoli.
Bella roba davvero! Poi si stupiscono se il gettito ex 8xMille diminuisce!
Quousque tandem abutere patientia nostra?
Articolo tratto da L'Arena, del 19.04.2017
Roberto
Summorum Pontificum:
art 5
§ 1. Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962. Provveda a che il bene di questi fedeli si armonizzi con la cura pastorale ordinaria della parrocchia, sotto la guida del Vescovo a norma del can. 392, evitando la discordia e favorendo l’unità di tutta la Chiesa.
§ 2 omissis
§ 3. Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi.
Se un gruppo di fedeli laici fra quelli di cui all’art. 5 § 1 non abbia ottenuto soddisfazione alle sue richieste da parte del parroco, ne informi il Vescovo diocesano. Il Vescovo è vivamente pregato di esaudire il loro desiderio. Se egli
non può provvedere per tale celebrazione, la cosa venga riferita alla Commissione Pontificia “Ecclesia Dei”.
Universae Ecclesiae:
art. 8
8. Il Motu Proprio Summorum Pontificum costituisce una rilevante espressione del Magistero del Romano Pontefice e del munus a Lui proprio di regolare e ordinare la Sacra Liturgia della Chiesa [3] e manifesta la Sua sollecitudine di Vicario di Cristo e Pastore della Chiesa Universale [4].art. 10
Esso si propone l’obiettivo di:
a) offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare;
b) garantire e assicurare realmente a quanti lo domandano, l’uso della forma extraordinaria, nel presupposto che l’uso della Liturgia Romana in vigore nel 1962 sia una facoltà elargita per il bene dei fedeli e pertanto vada interpretata in un senso favorevole ai fedeli che ne sono i principali destinatari;
c) omissis
10. § 1. La Pontificia Commissione esercita tale potestà, oltre che attraverso le facoltà precedentemente concesse dal Papa Giovanni Paolo II e confermate da Papa Benedetto XVI (cf. Motu Proprio Summorum Pontificum, artt. 11-12), anche attraverso il potere di decidere dei ricorsi ad essa legittimamente inoltrati, quale Superiore gerarchico, avverso un eventuale provvedimento amministrativo singolare dell’Ordinario che sembri contrario al Motu Proprio.art 13
13. I Vescovi diocesani, secondo il Codice di Diritto Canonico, devono vigilare in materia liturgica per garantire il bene comune e perché tutto si svolga degnamente, in pace e serenità nella loro Diocesi [5], sempre in accordo con la mens del Romano Pontefice chiaramente espressa dal Motu Proprio Summorum Pontificum [6]. In caso di controversia o di dubbio fondato circa la celebrazione nella forma extraordinaria, giudicherà la Pontificia Commissione Ecclesia Dei.art. 14
14. È compito del Vescovo diocesano adottare le misure necessarie per garantire il rispetto della forma extraordinaria del Rito Romano, a norma del Motu Proprio Summorum Pontificum.
art 15
15. Un coetus fidelium potrà dirsi stabiliter exsistens ai sensi dell’art. 5 § 1 del Motu Proprio Summorum Pontificum, quando è costituito da alcune persone di una determinata parrocchia che, anche dopo la pubblicazione del Motu Proprio, si siano unite in ragione della loro venerazione per la Liturgia nell’Usus Antiquior, le quali chiedono che questa sia celebrata nella chiesa parrocchiale o in un oratorio o cappella; tale coetus può essere anche costituito da persone che provengano da diverse parrocchie o Diocesi e che a tal fine si riuniscano in una determinata chiesa parrocchiale o in un oratorio o cappella.art 16
16. Nel caso di un sacerdote che si presenti occasionalmente in una chiesa parrocchiale o in un oratorio con alcune persone ed intenda celebrare nella forma extraordinaria, come previsto dagli artt. 2 e 4 del Motu Proprio Summorum Pontificum, il parroco o il rettore di chiesa o il sacerdote responsabile di una chiesa, ammettano tale celebrazione, seppur nel rispetto delle esigenze di programmazione degli orari delle celebrazioni liturgiche della chiesa stessa.art 17
17. § 1. Per decidere in singoli casi, il parroco o il rettore, o il sacerdote responsabile di una chiesa, si regolerà secondo la sua prudenza, lasciandosi guidare da zelo pastorale e da uno spirito di generosa accoglienza.
§ 2. Nei casi di gruppi numericamente meno consistenti, ci si rivolgerà all’Ordinario del luogo per individuare una chiesa in cui questi fedeli possano riunirsi per ivi assistere a tali celebrazioni, in modo tale da assicurare una più facile partecipazione e una più degna celebrazione della Santa Messa.
Ennesimo esempio di faziosità e ostilità dall'interno, che si ritorce contro la Chiesa, dichiarando subdolamente l'illegalità della celebrazione VO, mai canonicamente abolito, contro il SP, per non ammettere il fallimento della riforma liturgica che avrebbe dovuto riportare il popolo in chiesa e l'aumento delle vocazioni. A questi mitratelli non resta che fare i ducetti nella desolazione delle chiese sempre più vuote, nella forte riduzione dei matrimoni religiosi e dei battesimi e di una morale sempre meno cattolica.
RispondiEliminaAncignano è a 10 km da Vicenza.
RispondiEliminaANCIGNANO E' A 25 KM DA VICEZA, SAN BONIFACIO E VALDAPONE SONO A 50 KM, DI COSA STIAMO PARLANDO?
EliminaAncignano è a 10 km da Vicenza.
RispondiEliminaammazsare i banchi è gravissimo
RispondiEliminaA norma di diritto venderebbero ma non dimentichiamo che se il vescovo di Vicenza facesse ricorso al Papa questi darebbe purtroppo ragione a lui.
RispondiEliminaDon Pierangelo Rigon è stato un grande fautore del VO oltre che un santo sacerdote. Ad Ancignano ogni Domenica alle 17 Santa Messa VO. DIOCESI DI VICENZA.
RispondiEliminaSo che il Vescovo di Vicenza, ostile al motu proprio come tutti i vescovi, ha dichiarato che la messa in latino di Ancignano (circa 50 km dalla Val D'Alpone) deve bastare per le esigenze di tutta la diocesi. così rifiuta di accontentare gli altri due gruppi stabili presenti, quello della Val D'Alpone (Montecchia di crosara e paesi limitrofi) e quello di Vicenza città. L'Ecclesia Dei, che sotto l'attuale papa è diventato remissivo e completamente inattivo, ha dato ragione al vescovo, in totale dispregio del motu proprio.
RispondiEliminaOrmai sono come l'orchestrina sul Titanic
RispondiEliminaPer chi vuol sentire una messa in rito tridentino i tempi si fanno sempre piú duri alla faccia della Mesericordia e dell' Accoglienza a tutte le genti e tutte le culture del mondo;
RispondiEliminaLe parole di fuoco contro gli ortodossi che l'articolo contiene sono un danno ed un ostacolo alla propagazione e alla riscoperta del rito antico cattolico. Qualsiasi persona senza pregiudizio in cui stesse nascendo qualche interesse per il venerabile rito non può che essere atterrita da tanto veleno nelle bocche di coloro che lo praticano: si può rendere testimonianza alla verità dell'Extra Ecclesia nulla salus anche senza scadere in simili toni, sempre controproducenti.
RispondiEliminaperche? Che ci sarebbe di così grave? Sono scismatici, punto. Provi a vivere da cattolico in un paese di questi cesaropapisti
EliminaRiprendiamo il commento ''Francesco22 aprile 2017 13:34
EliminaSo che il Vescovo di Vicenza, ostile al motu proprio come tutti i vescovi, ha dichiarato che la messa in latino di Ancignano (circa 50 km dalla Val D'Alpone) deve bastare per le esigenze di tutta la diocesi. così rifiuta di accontentare gli altri due gruppi stabili presenti, quello della Val D'Alpone (Montecchia di crosara e paesi limitrofi) e quello di Vicenza città. L'Ecclesia Dei, che sotto l'attuale papa è diventato remissivo e completamente inattivo, ha dato ragione al vescovo, in totale dispregio del motu proprio.'' Ottima cosa per Antignano ma come si vede esistono altri gruppi stabili e la Carità ma soprattutto la legge vigente vuole che la Messa sia concessa dove è richiesta. Pizziol non ha nemmeno ascoltato l'Eccelsia Dei. Gli ortodossi sono oggettivamente scismatici e questo si diceva anche quando il rito antico si trovava ovunque. E' sbagliato protestare perché una chiesa cattolica viene rimaneggiata e data a chi cattolico non è? No, è doveroso. Nessuno ha attaccato gli ortodossi per i quali si vuole solo la salvezza eterna con il ritorno alla Chiesa di Roma
''Francesco22 aprile 2017 13:34
EliminaSo che il Vescovo di Vicenza, ostile al motu proprio come tutti i vescovi, ha dichiarato che la messa in latino di Ancignano (circa 50 km dalla Val D'Alpone) deve bastare per le esigenze di tutta la diocesi. così rifiuta di accontentare gli altri due gruppi stabili presenti, quello della Val D'Alpone (Montecchia di crosara e paesi limitrofi) e quello di Vicenza città. L'Ecclesia Dei, che sotto l'attuale papa è diventato remissivo e completamente inattivo, ha dato ragione al vescovo, in totale dispregio del motu proprio.''Riprendiamo questo commento. Gli ortodossi sono scismatici da sempre: è un errore protestare perché una chiesa cattolica viene data a chi cattolico non è? No, anzi è doveroso. Nessuno ha attaccato gli ortodossi, anzi per loro si desidera la salvezza eterna con il ritorno alla Chiesa. la legge vigente prevede anche che la messa antica sia concessa dove è richiesta (anche est veronese e Vicenza città). Nulla di strano