Buone news dagli USA. Un buon episcopaliano è meglio del solito pseudo cattolico progressista.
Speriamo almeno che i nostri cattolici modernisti non rimpiangano l'abortista Hillary, ricordiamolo al direttore di Avvenire
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| 01 Febbraio 2017 L'Occidentale
In “prime time” nella East Room, la sala delle grandi occasioni della Casa Bianca, alle due di notte ora italiana, si respirava, con un certa suspense, aria di occasione solenne. Per i maligni l’ennesima prova di un presidente incapace di smettere i panni del conduttore dello show televisivo “The Apprentice”, per noi, semplicemente, la dimostrazione che il Don non prende sotto gamba nessuna circostanza. E così, alla presenza della vedova Scalia, Maureen, con una conferenza stampa in diretta anche online dalla Casa Bianca, Trump ha annunciato la nomina del nuovo giudice della Corte Suprema che va a prendere il posto del defunto Scalia.
E’ Neil M. Gorsuch l’uomo di Trump. E se dovesse essere confermato, il 49enne del 10/mo circuito d'appello federale di Denver, sarebbe il più giovane giudice della Corte Suprema dell’ultimo quarto di secolo. Visibilmente commosso, nel prendere la parola, Gorsuch ha voluto ricordare l’uomo di cui, con ogni probabilità, diventerà l’erede, “Antonin Scalia mi manca”.
E lo ha ricordato come ''leone della legge''. Gorsuch ha un perfetto pedigree per la Corte Suprema, composta da nove giudici - un presidente e otto membri - nominati a vita. Nel 2006 l'allora presidente George Bush lo volle giudice di Corte d'appello, fu confermato a voce, senza obiezioni.
Un curriculum d'eccellenza e una madre che fu una figura importante nell'amministrazione Reagan, Anne McGill, prima donna a capo dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente – ne definiscono il profilo. Dei tre possibili candidati, di cui si è parlato fino all’ultimo - Thomas Hardiman e Bill Pryor -, Neil Gorsuch era quello con le migliori credenziali. Studi alla Columbia, ad Harvard, collega di Obama, e a Oxford per un dottorato. "E' uno dei più stimati uomini di legge conservatori e originalisti della sua generazione", ha detto di lui Jeffrey Rosen del National Constitution Center, lodandone, poi, lo stile di scrittura giudiziaria: "memorabile".
Ha lavorato come cancelliere per il giudice David Sentelle del circuito del district of Columbia e per Justices Byron White ed Anthony Kennedy alla Corte suprema, e dopo una carriera di successo come avvocato, è entrato al dipartimento di Giustizia come principal deputy associate dell'Attorney General. Ma, soprattutto, Neil Gorsuch è un conservatore di ferro. Ed è per questo che Trump lo ha voluto fortemente. Contrario alla legalizzazione dell'eutanasia, come ha sostenuto in un saggio intitolato "The Future of Assisted Suicide and Euthanasia", è anche un accanito difensore della libertà religiosa. In diverse occasioni si è schierato a favore della richiesta di istituzioni e datori di lavoro cristiani che volevano essere esentati rispetto all'obbligo di fornire contraccezione alle proprie impiegate (come previsto, invece, dall'Obamacare).
Una carta d’identità che vuole i democratici già sul piede di guerra, su tutti i fronti. Nessuno, infatti, esclude che potrebbero decidere di boicottare la nomina come hanno fatto i repubblicani con Merrick Garland (l’uomo scelto da Barack Obama per sostituire Scalia). Charles Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, ha già aperto il fuoco di sbarramento, sostenendo di avere ''seri dubbi'' che Gorsuch appartenga al ''mainstream legale''. Il giudice, ha aggiunto, ''ha ripetutamente preso le parti delle società contro i lavoratori, ha dimostrato ostilità verso i diritti delle donne e, cosa più preoccupante, ha aperto un approccio ideologico alla giurisprudenza che mi rende scettico sul fatto che possa essere un giudice forte, indipendente nella Corte''.
Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo liberale ‘People for american Way’. Con il suo presidente Michael Keegan, lo ha descritto come un ''guerriero ideologico che mette le sue politiche di destra sopra la costituzione''. Oggi i repubblicani controllano il Senato con 52 seggi contro i 48 dei democratici, ma perché la nomina di Gorsuch venga confermata, occorrono sessanta voti. E’ per questo che il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz, ha sollevato l'ipotesi di quella che è stata definita "opzione nucleare": per far passare la nomina, si è pensata alla possibilità di modificare la legge consentendo il via libera del Senato con una maggioranza semplice, anziché con i 60 voti attualmente necessari.
Ad ogni modo il Don tira dritto come un treno, e per intimorirlo ci vuole bene altro. "Milioni di elettori hanno detto che questa era la cosa più importante per loro quando hanno votato per eleggermi presidente. Sono uomo di parola. Oggi mantengo un'altra promessa fatta agli americani nominando Neil Gorsuch alla Corte Suprema”. Aspettiamo la prossima mossa, presidente.
E’ Neil M. Gorsuch l’uomo di Trump. E se dovesse essere confermato, il 49enne del 10/mo circuito d'appello federale di Denver, sarebbe il più giovane giudice della Corte Suprema dell’ultimo quarto di secolo. Visibilmente commosso, nel prendere la parola, Gorsuch ha voluto ricordare l’uomo di cui, con ogni probabilità, diventerà l’erede, “Antonin Scalia mi manca”.
E lo ha ricordato come ''leone della legge''. Gorsuch ha un perfetto pedigree per la Corte Suprema, composta da nove giudici - un presidente e otto membri - nominati a vita. Nel 2006 l'allora presidente George Bush lo volle giudice di Corte d'appello, fu confermato a voce, senza obiezioni.
Un curriculum d'eccellenza e una madre che fu una figura importante nell'amministrazione Reagan, Anne McGill, prima donna a capo dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente – ne definiscono il profilo. Dei tre possibili candidati, di cui si è parlato fino all’ultimo - Thomas Hardiman e Bill Pryor -, Neil Gorsuch era quello con le migliori credenziali. Studi alla Columbia, ad Harvard, collega di Obama, e a Oxford per un dottorato. "E' uno dei più stimati uomini di legge conservatori e originalisti della sua generazione", ha detto di lui Jeffrey Rosen del National Constitution Center, lodandone, poi, lo stile di scrittura giudiziaria: "memorabile".
Ha lavorato come cancelliere per il giudice David Sentelle del circuito del district of Columbia e per Justices Byron White ed Anthony Kennedy alla Corte suprema, e dopo una carriera di successo come avvocato, è entrato al dipartimento di Giustizia come principal deputy associate dell'Attorney General. Ma, soprattutto, Neil Gorsuch è un conservatore di ferro. Ed è per questo che Trump lo ha voluto fortemente. Contrario alla legalizzazione dell'eutanasia, come ha sostenuto in un saggio intitolato "The Future of Assisted Suicide and Euthanasia", è anche un accanito difensore della libertà religiosa. In diverse occasioni si è schierato a favore della richiesta di istituzioni e datori di lavoro cristiani che volevano essere esentati rispetto all'obbligo di fornire contraccezione alle proprie impiegate (come previsto, invece, dall'Obamacare).
Una carta d’identità che vuole i democratici già sul piede di guerra, su tutti i fronti. Nessuno, infatti, esclude che potrebbero decidere di boicottare la nomina come hanno fatto i repubblicani con Merrick Garland (l’uomo scelto da Barack Obama per sostituire Scalia). Charles Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, ha già aperto il fuoco di sbarramento, sostenendo di avere ''seri dubbi'' che Gorsuch appartenga al ''mainstream legale''. Il giudice, ha aggiunto, ''ha ripetutamente preso le parti delle società contro i lavoratori, ha dimostrato ostilità verso i diritti delle donne e, cosa più preoccupante, ha aperto un approccio ideologico alla giurisprudenza che mi rende scettico sul fatto che possa essere un giudice forte, indipendente nella Corte''.
Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo liberale ‘People for american Way’. Con il suo presidente Michael Keegan, lo ha descritto come un ''guerriero ideologico che mette le sue politiche di destra sopra la costituzione''. Oggi i repubblicani controllano il Senato con 52 seggi contro i 48 dei democratici, ma perché la nomina di Gorsuch venga confermata, occorrono sessanta voti. E’ per questo che il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz, ha sollevato l'ipotesi di quella che è stata definita "opzione nucleare": per far passare la nomina, si è pensata alla possibilità di modificare la legge consentendo il via libera del Senato con una maggioranza semplice, anziché con i 60 voti attualmente necessari.
Ad ogni modo il Don tira dritto come un treno, e per intimorirlo ci vuole bene altro. "Milioni di elettori hanno detto che questa era la cosa più importante per loro quando hanno votato per eleggermi presidente. Sono uomo di parola. Oggi mantengo un'altra promessa fatta agli americani nominando Neil Gorsuch alla Corte Suprema”. Aspettiamo la prossima mossa, presidente.
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