I nuovi preti.... Se il benemerito cardinal Siri tornasse sulla terra oggi, chissa cosa direbbe.
L
Cordialiter 23-9-16
Nel Clero la tessera
del progressismo è l’abito, borghese naturalmente, o camuffato in modo tale da
crearne la impressione. La norma italiana permette il clergyman, ma ha
chiaramente detto che l’abito «normale» è la talare. Forma e colore: due cose
che per l’Italia sono ben poco rispettate. Chi porta la talare sta fuori del
progresso. Invece la talare, «difesa dalla norma di Legge come abito normale»,
permette di non perdersi mai nella massa, di restare in evidenza, di costituire
una testimonianza di sacralità e di coraggio. Su questo punto credo dovrò
ritornare. Infatti in questo momento il pericolo più grave per il clero è quello
di SCOMPARIRE. Sta scomparendo, perché tutto ormai non s’accorge nel mondo
ufficiale, della cultura, della politica, dell’arte che ci siamo anche noi. Tra
noi si arriva anche al punto di proclamare che non c’è più il «cristianesimo».
Forse che non è indicativo il Referendum sul divorzio? Ho la impressione che
quasi nessuno si sia provato a studiare il nesso tra l’esito del Referendum e
l’abito del prete, tra il Referendum e la pratica distruzione in gran parte
d’Italia della Azione Cattolica. So benissimo che il popolo ha ancora la Fede
nel fondo del suo cuore e la rinverdisce ad ogni spinta, ma tutto il livore
anticlericale e massonico che si è impadronito di quasi tutti i mezzi di
espressione fa credere il contrario, agisce come se la Chiesa fosse morta (il
che è tutt’altro che vero!); ma sono molti di casa nostra che danno mano a tutto
questo. Amare la promiscuità, tinteggiarsi di mondanità, discutere la legittima
Autorità e Cristo che l’ha costituita, costituisce BENEMERENZA PROGRESSISTA.
Andare a Taizé invece che a Lourdes o a Roma costituisce progressismo, mentre si
va ad uno dei più grandi equivoci religiosi del secolo.
[Pensiero del Cardinale Giuseppe Siri tratto
dalla "Rivista Diocesana Genovese" del gennaio 1975]