Bruno Volpe - La Fede
Quotidiana, 21 dicembre 2015
L’Enrico Ruggeri che non ti
aspetti: con il noto cantante La Fede Quotidiana discorre a tutto
campo di fede e soprattutto di musica da suonare durante le messe.
Ruggeri, quale rapporto ha con la fede?
Mi definisco credente, anche se, regola alla mano, non sono un
esempio.
Per quale motivo tanto autocritico?
Allora. Penso che la fede sia una questione molto personale, un
rapporto intimo con Dio. Poi ritengo che ogni persona abbia una inclinazione,
una ispirazione verso il trascendente, dimensione che non possiamo negare
o sminuire. La vita, senza questa dimensione verticale, sarebbe
molto piatta ed anche senza speranza. Indubbiamente mi assalgono i
momenti del dubbio e della incertezza, ma alla fine rimango della idea
che qualcosa di maggiormente grande dopo di noi esiste. Una vita terrena senza
la speranza di una esistenza maggiore mi pare piatta e persino contrassegnata
dal materialismo, cosa che non approvo.
Tuttavia lei dice di non essere un buon credente…
Intendo nel senso di praticante e la mia presenza alla messa
lascia molto a desiderare, lo riconosco. Ma rimango fermo nella mia idea: ogni
creatura ha il diritto ed anche il dovere di guardare in alto e non solo qui
sulla terra>
Che cosa pensa di Papa Francesco?
< Io non sono uno specialista della materia, o un teologo, men
che meno uno che la studia, ma la sensazione che ho parla di una persona
semplice, alla mano, anche pulita che vuole portare nella Chiesa maggiore
attenzione agli ultimi, ai poveri, a chi soffre. Insomma una Chiesa che sia
davvero ispirata a valori francescani e del Vangelo. Non so alla se fine
riesca in questa impresa che trovo difficile, ma ci sta provando, e trova degli
ostacoli.
Quali ostacoli?
Il caso dei corvi vaticani ritengo che lo provi, probabilmente ci
sono forze che non vogliono il cambiamento.
Le piace la musica che oggi si suona nelle messe?
No. Ovviamente non possiamo fare delle generalizzazioni, tuttavia,
ritengo che la chitarra, la batteria, il basso e gli applausi che spesso
ascoltiamo siano inadatti al senso del sacro. Nella celebrazione occorre
raccoglimento, silenzio e certi canti li trovo inadeguati. A dirla
tutta, preferisco il gregoriano e Bach alla chitarra. E trovo che la messa
antica, quella celebrata in latino offra maggior senso del mistero, del bello e
del trascendente. Il baccano stona con i luoghi sacri e voler fare i moderni
tanto per esserlo non lo approvo.
Grazie caro Enrico Ruggeri per la bella testimonianza e anche per il contenuto delle sue affermazioni che condivido in toto; però anche non le condividessi rimane il valore, grande, della sua testimonianza cristiana, don achille bolli cremona
RispondiEliminaMi difinisco credente, anche se regola alla mano, non sono un esempio. Grande esempio di umilta'.
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