Sullo stesso argomento e su Mons. Cordileone abbiamo
pubblicato anche questo articolo.
Tutto il nostro sostegno all'Arcivecovo di San Francisco!!
Si può vedere anche un articolo correlato: San Francisco contro il vescovo che vuole ilrispetto dei valori cattolici nelle scuole cattoliche
Roberto
Scontro finale sul vescovo che difende la famiglia nelle
scuole cattoliche
Mons. Cordileone che fa piangere i prof pro-gay a San
Francisco
di M. Matzuzzi da il Foglio del 10.03.2015
Roma. Siamo alla
conta delle firme, a San Francisco. Da una parte docenti e studenti che
invocano un passo indietro del vescovo, reo d’aver chiesto che nelle scuole
cattoliche si insegnino cose conformi al Magistero cattolico. Dall’altra, le
organizzazioni pro life che si schierano dalla parte di monsignor Salvatore
Cordileone, il presule che ha messo nero su bianco un regolamento in cui spiega
che non è proprio il caso di impiegare ore per raccontare ai giovani alunni che
la contraccezione va bene, che è giusto proseguire la ricerca sulle cellule
staminali e che la legge naturale non impedisce le unioni omosessuali. Niente
di straordinario o di nuovo, aveva subito chiarito il prelato: “Sono tutte cose
prese dal Catechismo della chiesa cattolica”. La giustificazione non è bastata,
visto che il caso non s’è limitato a far piangere di dolore la professoressa
Jessica Hyman – “i nostri insegnanti sono terrorizzati”, ha detto tra sinceri
singhiozzi – ma è approdato perfino al Senato dello stato della California:
otto senatori hanno inviato una lettera a Cordileone – diventata subito di
pubblico dominio – in cui si bollavano le sue disposizioni come qualcosa che
“istiga alla discriminazione nelle comunità in cui operiamo”. Due di questi
otto sono andati oltre, chiedendo che si aprisse subito un’inchiesta sulle
azioni dell’arcidiocesi. L’attorney di San Francisco, il cattolico latino
Dennis Herrera, che già s’era scontrato con Cordileone sulla questione delle
nozze gay – ha definito “agghiacciante” la direttiva del vescovo: è un
documento che “non può trovare alcun posto nella società moderna e serve solo a
rendere più difficile il lavoro dei genitori cattolici intenzionati a
instillare nei proprio figli buoni valori religiosi”. E questi valori, ha
aggiunto Herrera in un commento pubblicato sul seguìto portale liberal National
Catholic Reporter, non hanno nulla a che fare con “il tentativo di ordinare
agli insegnanti di astenersi da ciò che per mons. Cordileone sono atti
‘gravemente perversi’, come la fornicazione, la masturbazione, le relazioni
omosessuali e la pornografia”. I buoni valori, spiega l’attorney cittadino,
sono invece ben altra cosa, come l’apprezzamento del “lodevole progresso nel
campo dei diritti civili, nella scienza e nel mondo in cui una più giusta
società afferma la dignità delle famiglie non tradizionali e delle minoranze,
un tempo prese di mira”.
Lifesitenews, il
principale portale al mondo a sostegno delle politiche a favore della famiglia
(quella tradizionale), ha già raccolto in tre giorni più di ventitremila
adesioni alla campagna in difesa dell’arcivescovo: “Sta semplicemente facendo
il suo dovere paterno in qualità di capo spirituale della diocesi che guida,
assicurando che gli studenti cattolici ricevano un’educazione autenticamente
cattolica. I genitori che mandano i loro figli alle scuole cattoliche hanno
infatti il diritto di credere che essi siano seguiti da insegnanti che, a
seconda di come vivono le loro vite, non minino ciò in cui credono”, si legge
nel comunicato a sostegno della campagna per la raccolta firme. A difesa del
presule – che alle petizioni contro la sua persona ha ormai fatto il callo,
vuoi per la sua scelta di aderire alla Marcia per la vita o per l’opposizione
alla legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso – contro le schiere di
silenziosi manifestanti che si sono messi in marcia verso la cattedrale di St.
Mary imbracciando cartelli con la scritta “chi sono io per giudicare?”, s’è
schierato pure il Wall Street Journal: “La politica dovrebbe proteggere la
decisione dell’arcivescovo Cordileone di assicurare che le scuole superiori
cattoliche preservino l’autentica identità cattolica. Le revisioni ai manuali
scolastici (ordinate dal prelato, ndr) promuovono un equilibrio tra l’integrità
istituzionale e le libertà personali. E la libertà è esattamente ciò che
consente a tutti gli americani di vivere in una sfera pubblica diversa e
civile”, hanno scritto Ryan T. Anderson e Leslie Ford in un commento pubblicato
qualche giorno fa. L’arcivescovo, si legge ancora, ha semplicemente “spiegato
che la missione dell’istruzione cattolica è di assicurare che gli studenti
ricevano un’educazione completa a livello intellettuale, spirituale e morale.
Se gli insegnanti sono chiamati a raggiungere questo obiettivo, devono
mostrarsi coerenti tra ciò che insegnano in aula e ciò che sostengono in
piazza”. Anche per evitare che si moltiplichino iniziative analoghe a quella
del sindaco di Washington, Muriel Bowser: “A gennaio ha firmato quel che
eufemisticamente è intitolato ‘Human Rights Amendment Act’. Si tratta della
carta che – se approvata dal Congresso, scrive il WSJ – obbligherebbe le scuole
private religiose a violare ciò in cui credono riguardo la sessualità umana,
riconoscere i gruppi di studenti lgbt e ospitare nei propri campus i gay pride”.