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martedì 2 dicembre 2014

I vescovi di cioccolata e l'attesa di Dio. Pensieri d'Avvento

I vescovi di cioccolata e l'attesa di Dio. 
Pensieri d'Avvento 

A Trieste il 6 dicembre, festa di san Nicolo' (san Nicola di Bari) e' un giorno importante per i bambini, perche' allora il Santo porta i regali, prima di S. Lucia e ben, ben prima di Babbo Natale.
Ma in una citta' dove la crescita demografica e' men che zero san Nicolo' e' ancora importante per gli onnipresenti nonni, che tengono ben pronti i regali per i nipotini.
Per un mio nipote il giorno di san Nicolo' coincide con il compleanno, e benche' ormai bambi o non sia piu', il ragazzo ha sempre il santo per suo patrono; e per questo un bel mattino di novembre, al supermercato, mi arrestai davanti ad uno scatolone di cartone ricolmo di figure di cioccolato, tutte impeccabilmente allineate: a sinistra i san Nicolo' con barba, mitra, croce, Vangelo e pastorale; a destra i Babbi Natale.
Ecco il santo, pensai, lo compro alla mia prossima visita.
La prossima visita fu due giorni dopo, ma dei san Nicolo' neppure l'ombra, mentre i Babbi Natale c'erano tutti, sempre impeccabilmente allineati.
Ma perlustrando il negozio trovai un cesto con dolciumi assortiti e li' c'era ancora un san Nicolo', l'unico superstite.
"Sei mio" - e marciai verso la cassa con il santo.
In questa citta' tradizionalmente laica, massone, mangiapreti, dove storicamente si dice peste e corna dei vescovi in carne ed ossa, i Babbi Natale sono rimasti in negozio mentre i vescovi di cioccolata sono andati a ruba e saranno quello che i bimbi vedranno la mattina del giorno di san Nicolo'.
Ed io mi chiedo se in quest'assalto delle nonne al plotoncino di vescovi di cioccolata non vi sia una segreta nostalgia della Buona Novella - Dio che si e' incarnato per condurci a Lui - che quel vescovo, come tutti i vescovi, e' chiamato ad annunciare con croce, Vangelo, mitra e pastorale.
Nel tempo d'Avvento la Chiesa ripropone questa nostalgia che diventa attesa.
Certo, l'attesa di Dio non dovrebbe limitarsi all'Avvento; e per un'impressione quasi tangibile di quanto sia viva in alcune anime questa attesa, ecco uno stralcio di una poesia di Dina Belanger, una giovane monaca canadese recentemente dichiarata beata.
A sera, l'attesa della Comunione del mattino dopo diventava per lei cocente fame di Dio: Quando al declino il giorno s'avvia, dell'Ostia tua, Gesu', ho fame. 
Del Cuore tuo che, nel Sacramento, e' d'amore sorgente e di vita, oh, quant'ho fame! 
Tu solo puoi, Tu, pane celeste, Tu, Ostia amante, calmar la fame. ('Tu, il mio piccolo Io. Dina Belanger e il suo carisma", Brunero Gherardini, http://www.centreleonardboyle.com/PiccoloIo.html' p.160)
Dina Belanger viveva il suo Avvento attendendo non il Natale, ma l'Eucarestia che e' Dio-con-noi ogni giorno dell'anno.
Il Dio atteso dai profeti dell'Antico Testamento, noi l'abbiamo nel Tabernacolo; ed allora, perche' l'attesa che le preghiere dell'Avvento pongono sulle nostre labbra?  
- Memento nostri, Domine, et visita nos in salutari tuo (Ricordati di noi, o Signore, e visitaci nella tua salvezza) 
- Ostende nobis, Domine, misericordia, tua, (Mostraci, Signore, la tua misericordia)  
- Rorate caeli desuper et nubes pluant iustum (Stillate, cieli, dall'alto e le nubi piovano il Giusto) fino all'invocazione piu' sibillina:  
- Si moram fecerit, expecta eum, quia veniet et non tardabit (Se mai indugiasse, attendilo, perche' verra' e non tardera')
Il "Vieni" sulle nostre labbra vuol dire "Signore, sei gia' qui, ma mostrati, fa' che io ti riconosca".
Vi ricordate don Camillo (quello del film), tutto contento perche' il Cristo di legno aveva ripreso a parlargli? e Gesu' gli disse che non aveva mai cessato di parlare, ma che don Camillo non l'aveva udito perche' in altri non lodevoli pensieri affaccendato. 
Il nostro e' un Dio che indugia sempre, sempre troppo lento per il nostro modo umano di vedere; un Dio che sembra far mancare cio' che riteniamo necessario, ma che poi da' il 100 per uno.
E non credo sia una coincidenza che nel testo greco di Abacuc per "se mai indugiasse" c'e' il verbo hystereo, che vuol dire anche "mancare" ed e' usato in questo senso nell'episodio delle nozze di Cana ("mancava il vino").
Anche a Cana Gesu' si era fatto aspettare - il maestro di sala fece notare allo sposo che il vino buono era stato servito per ultimo. Ma poi Gesu' da' in sovrabbondanza. 
Allora non e' Lui che indugia, ma noi che stentiamo a riconoscerlo.
C'e' pero' un modo di riconoscere Cristo: a prova di bomba, perche' ce l'ha indicato Lui. 
"Chi ascolta voi ascolta Me": Gesu' viene a noi attraverso i suoi ministri che tramandano fedelmente i suoi insegnamenti. 
La fedelta' all'insegnamento di Cristo contrassegna i ministri, dal Papa ai vescovi ai sacerdoti, nei quali Cristo e' presente, ed ascoltando loro noi ascoltiamo - ed incontriamo - Gesu'.
E cio' puo' ave risvolti molto pratici. 
Due esempi, certo ben noti ai lettori di MiL: sia il cardinal Pell che il cardinal Burke hanno dato chiare direttive per l'impegno di tutti i fedeli in vista del Sinodo del 2015.
"Abbiamo un anno - disse il card. Pell - per convincerre i fedeli della necessita' della conversione."
Ed il card. Burke, a conclusione del suo discorso di presentazione di 'Permanere nella verita' di Cristo' (http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it) ha chiamato tutti all'azione. 
Ben venga da parte di MiL la traduzione dell'omelia del cardinal Pell; tuttavia, ho l'impressione che l'eco suscitata dai due cardinali non sia travolgente. 
 Eppure Cristo continua a parlarci nella persona dei suoi sacerdoti, ed ignorare loro vuol dire ignorare Lui. 
Ma Gesu' ci attende al varco; come nel supermercato di Trieste, fra gli insulsi Babbi Natale e l'apoteosi del consumismo, chi vince la partita e' quel vescovo nel pieno esercizio delle sue funzioni, con il Vangelo per predicare il regno di Dio, la croce, la mitra, la barba ed il pastorale. 

Luciana Cuppo

Immagine da : Tutto Trieste

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