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giovedì 20 febbraio 2014

Inversione dei sacramenti: un parroco pospone la prima Confessione alla prima Comunione. E il Vescovo di Udine, avvisato da un genitore, non dice niente...



Proponiamo la testimonianza esemplare di Giovanni Cismondi, che ci dà il permesso di pubblicare le sue due lettere che ha inviato al Vescovo di Udine, mons. Mazzocato, per esprimere la propria perplessità e contrarietà per una scelta "azzardata" (e contro ogni regola dottrinale) del proprio parroco di Remanzacco: quella di invertire i sacramenti ai ragazzi: la "prima Comunione" prima e la "prima Confessione" dopo.
Ovviamente, a parte la reazione scomposta e maleducata del parroco -che dev'essere stato informato dalla Curia delle lettere inviate al Vescovo con le lagnanze sul suo conto- il Vescovo non ha inviato alcun riscontro nè ha preso provvedimenti per l'illegittima decisione del parroco, che contravviene al Catechismo, al Codice di Diritto Canonico e alle direttive della Congregazione del clero e a quello della Disciplina dei Sacramenti. 
Unica approvazione competente, il buon padre di famiglia Giovanni, l'ha trovata presso un teologo domenicano, che ha approvato la sua "denuncia" alla Curia di un atto sì grave, e che lo ha confortato nella scelta di mandare il proprio figlio in un altra parrocchia perchè possa crescere in un ambiente più ortodosso e di sani principi dottrinali.
Complimenti davvero al Sig. Giovanni: un buon padre di famiglia, un buon cattolico. Un Cristiano "adulto" e responsabile.

Roberto

Ecco come il Sig. Giovanni ci spiega la triste e scandalosa vicenda.

Lo scorso mese di ottobre, con la ripresa del catechismo, mi sono trovato ad affrontare una situazione alquanto complessa. Mio figlio si appresta a fare la prima Comunione senza prima aver fatto la Confessione e questo perchè nella parrocchia di Remanzacco, dove abitiamo, il sacerdote ha invertito i Sacramenti.
Dice che è solito fare così. Prima la Comunione e soltanto l'anno successivo, quando i bambini sono in quinta elementare, la prima Confessione. Secondo lui “prima devo conoscere Gesù (Eucaristia)... e solo dopo posso chiedergli perdono se l'ho offeso, non prima”.
Devo dire che gli insegnamenti che ho ricevuto e le informazioni che ho iniziato a raccogliere mi dicono che questo è un pensiero frutto di un ragionamento molto personale o di certe “sperimentazioni” che alcuni sacerdoti fanno.
Non penso sia un fatto particolarmente grave, se non altro perchè la responsabilità di tutto ciò è del sacerdote ma questa non è la linea della Chiesa.
Ho subito interpellato l'Arcivescovo di Udine. Nessuna risposta.
Ciò è strano, perchè ci conosciamo da tempo e Sua Eccellenza mi ha sempre risposto, anche chiamandomi direttamente al telefono. Questa volta no.
Deve avere invece chiamato il parroco e deve avergli detto qualcosa che lo ha fatto alterare, diciamo così,  perchè un giorno mi ha aspettato fuori dalla scuola elementare, dove vado a prendere mio figlio, e mi ha assalito verbalmente dicendomi “Guarda che non sono un eretico, cosa vai a parlare in giro di me”.  Ci sono rimasto molto male. Mi è dispiaciuto moltissimo.
Ho scritto allora una nuova lettera all'Arcivescovo, non perchè sono ostinato, ma per informalo della situazione, lettera che ho consegnato personalmente al suo ufficio in Arcivescovado.
Ancora silenzio assoluto. Nessuna risposta.
A questo punto, visto il silenzio da parte di Sua Eccellenza, ho chiesto consiglio ad alcuni teologi che, senza esitazione, mi hanno detto di iscrivere mio figlio in un'altra parrocchia e hanno motivato ampiamente il loro consiglio.
Queste  sperimentazioni o iniziative personali che dir si voglia, creano una grande confusione tra i fedeli. Una confusione che fa male. Così come fa male scoprire che il riferimento della tua Arcidiocesi, la figura che dovrebbe sovraintendere un po' tutto, pur interpellata più volte non si è fatta sentire.

Giovanni Cismondi - Remanzacco



 prima lettera indirizzata all'Arcivescovo:

A S. E. Rev.ma
Mons. Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine
Palazzo Arcivescovile
33100 Udine
 Remanzacco, 28 novembre 2013

Eccellenza Reverendissima,

immagino Lei ricordi bene la mia mail del 14 ottobre scorso nella quale chiedevo un Suo parere sull'inversione dei Sacramenti voluta dal Parroco di Remanzacco.
Immagino Le abbiano anche comunicato che ho telefonato alla Sua segreteria per chiederLe un incontro diretto.
Poiché ciò non è stato possibile ho deciso di scriverLe, ed eccomi qui.
Prima di continuare mi permetto di dire che questa mia lettera è riservata, come pensavo e speravo fosse anche la mia mail precedente e pertanto Le chiedo cortesemente di considerare queste mie riflessioni come strettamente confidenziali.
Pochi giorni dopo l'invio della mia mail, il parroco mi ha atteso fuori dalla scuola che frequenta mio figlio e mi ha apostrofato gridando: “Io non sono un eretico... tu non devi andare in giro a parlare di me, a chiedere di me...”. Ha continuato così per circa venti minuti lungo la strada e nel cortile della Chiesa.
Può immaginare lo stupore mio e dei genitori presenti, nonché dei bambini che stavamo accompagnando proprio al catechismo.
Per onestà devo dire che più tardi mi ha cercato per chiedermi scusa del suo atteggiamento, ma ha voluto sottolineare in modo energico e fermo che la sua linea personale non può e non deve essere messa in discussione.
Immagino, vista la reazione che ha avuto, che forse Lei Eccellenza lo abbia contattato a seguito della mia mail, altrimenti non si spiegherebbe questa reazione così forte e così immediata.
Onestamente credo di non aver fatto un gesto sbagliato quando mi sono rivolto a Lei per un parere, anzi, penso sia doveroso cercare di capire le cose vista la grande confusione che regna ormai da anni tra i fedeli che sono letteralmente disorientati da atteggiamenti molto diversi all'interno della stessa Chiesa.
Non sto qui a fare una disquisizione sul Diritto Canonico, non è di mia competenza, ma credo di poter ricordare che il nuovo Codice si allinea pienamente alle direttive di S. Pio X, come risulta dai canoni 912 e 914, in particolare il Can. 914 che cito: “È dovere innanzitutto dei genitori e di coloro che ne fanno le veci, come pure del parroco, provvedere affinché i fanciulli che hanno raggiunto l'uso della ragione siano debitamente preparati e quanto prima, premessa la Confessione sacramentale, alimentati di questo Divino Cibo”.
Se non leggo male la Confessione precede, e non segue, la Comunione.
Capisco che non è un fatto grave se un sacerdote inverte i Sacramenti ma è evidente che ciò è un'iniziativa personale che genera confusione, soprattuto se nelle Parrocchie vicine i bambini seguono un iter diverso, ovvero quello tradizionale.
Lo stesso buon senso fa pensare che sia un atto naturale, educativo e bello, fare un esame di coscienza prima di avvicinarsi al Corpo di Cristo e non dopo. La Confessione, inoltre, ha anche una valenza pedagogica.
Ho cercato di ragionare con il parroco ma è stato impossibile. Non accetta un contraddittorio, c'è soltanto la sua visione-posizione.
Vede Eccellenza, le cose sono andate oltre ed è emerso chiaramente che il parroco, verso il quale c'è comunque sempre un sentimento di rispetto, ha instaurato una linea molto personale su cui non transige e che io, ma non credo di essere il solo, non condivido.
Non è l'inversione dei due Sacramenti l'unica anomalia, se così posso dire, ce ne sono altre, forse troppe ma non voglio fare dei pettegolezzi e soprattutto non voglio giudicare.
Su consiglio di altri sacerdoti, con cui è stato facile confrontarmi, cercherò di spiegare a mio figlio, con l'ausilio di alcuni testi di catechismo, il sacramento della Riconciliazione e, prima di fargli fare la Comunione, lo porterò a confessarsi in un'altra parrocchia.
Ciò senza alcuna intenzione di fare un torto verso il parroco ma per seguire la linea della Chiesa Cattolica Romana fino quando la linea sarà questa. Quando il Papa deciderà che le cose devono essere cambiate allora si vedrà, per ora penso di osservare la linea della tradizione.
L'alternativa era quella di iscrivere mio figlio ad un altro corso di catechismo altrove. Lo stesso parroco mi ha detto testualmente e senza troppi complimenti che “Se non ti sta bene te ne vai da un'altra parte”.
Come vede, tutto ciò non è un banale qui pro quo, ma è un problema serio che ha generato non poca ansia in molte persone. Mi chiedo infatti come ci si possa avvicinare al Sacramento dell'Eucarestia, a quel giorno che dovrebbe essere una festa per tutta la comunità, senza la serenità necessaria ma anzi, con la paura e l'agitazione nel cuore. Ciò è grave.
Ho ritenuto doveroso rompere questo silenzio che non porta ad alcunché, per dirLe che ho intenzione di fare come mi è stato suggerito da altri sacerdoti.
Ho sempre creduto che l'umiltà francescana sia la strada più bella, ho sempre pensato che la dolcezza e la gentilezza nell'animo siano fondamentali ma se le cose non cambieranno, o addirittura peggioreranno, saprò trovare un'altra strada perché oggi, purtroppo, nella Chiesa, tra le molte anomalie e crisi c'è anche la crisi del Sacramento della Confessione.
Si tende ad abolirlo o a ridurne l'importanza perché è quasi scomparso il senso del peccato: sembra sia sufficiente, per alcuni modernisti, rispettare le leggi umane per sentirsi a posto con la coscienza.
Ci avviamo così ad un cattolicesimo sincretistico dove tutto deve essere in formato positivo, artificiosamente buono e bello, e dove il diavolo sarebbe un concetto medievale.
Questo mi sembra troppo! Anche se sembra un'affermazione anacronistica, concordo con chi sostiene che Satana esiste, che non è un concetto di cui sorridere, e che sta operando attivamente, oggi più che mai.
La ringrazio per l'attenzione.
Con i più cordiali saluti,

Giovanni Cismondi

 
 prima mail da p. Angelo o.p.:

Carissimo,
1. mi auguro che il Vescovo al quale ti sei rivolto non abbia risposto in maniera da lasciare tutto così com’è.
Perché è doveroso che la confessione preceda la Santa Comunione.
Sono d’accordo che nei bambini non è strettamente necessaria perché in genere sono privi di peccati gravi.
Tuttavia anche loro fanno i loro capricci (e sono consapevoli di farli), anche loro fanno dispetti e disobbedienze (e sono consapevoli di farli). E cosi per tanti altri peccati.
Certo sarebbe molto meglio se il tuo parroco seguisse la normativa della Chiesa.
2. Oggi in alcune diocesi la prima Comunione viene differita ad età più tardiva. In altre la si fa precedere dalla Cresima.
Ma in ogni caso la Confessione viene sempre fatta prima e dell’uno e dell’altro sacramento.
Infatti il precetto della confessione annuale obbliga indipendentemente dalla prima Comunione.
Questo precetto risale al Concilio Lateranense IV (1215) e dice: “ogni fedele dell’uno e dell’altro sesso, dal momento in giunge all’età della discrezione (e cioè di distinguere il bene dal male) confessi da solo e fedelmente tutti i suoi peccati…” ("Omnis utriusque sexus fidelis, postquam ad annos discretionis pervenerit, omnia sua solus peccata confiteatur fideliter).
Questo precetto viene ripreso nell’attuale Codice di Diritto Canonico: “Ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell'anno” (Can. 989).
3. È vero che quando i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucaristia) vengono ricevuti tutti insieme non si fa precedere la confessione.
Ma perché c’è il Battesimo che lava da ogni colpa.
Quando invece l’Eucaristia viene ricevuta in un tempo posteriore a quello del Battesimo si fa precedere la confessione, che è obbligatoria per i peccati gravi ed è ugualmente necessaria anche per i bambini che in genere non hanno peccati gravi.
E questo perché l’incontro col Signore avvenga con un animo interamente puro.
4. Inoltre le Congregazioni del culto divino e del clero, in data 20.5.1977, hanno ribadito l’obbligo di premettere la Confessione alla prima Comunione.
L’Osservatore Romano in un commento a tale dichiarazione ricorda col decreto "Quam singulari" di Pio X (1910) che Confessione e Comunione vanno ricevuti nel tempo in cui si giunge all’età della discrezione e che i due Sacramenti devono essere ricevuti in ordine di successione.
E poi osserva: "Del resto l’ammonizione di S. Paolo (1 Cor 11,28) è veramente orientativa anche riguardo ai fanciulli. Quindi anch’essi prima della Comunione devono esaminarsi. Ora il fanciullo, da solo, generalmente non è in grado di compiere con chiarezza e sicurezza l’esame voluto da S. Paolo, mentre ciò gli è più facile e rassicurante con il sacerdote confessore. Molti sono infatti i fanciulli che si sentono turbati e angosciati per piccole cose, mentre potrebbero ignorare o sottovalutare cose più importanti" (28.5.1977).
5. Mi piacer ricordare quanto Santa Teresina scrive della confessione fatta prima della prima Comunione: “La vigilia del gran giorno ricevetti l'assoluzione per la seconda volta, la mia confessione generale mi lasciò una grande pace nell'anima, e il buon Dio permise che nessuna nube venisse a turbarla.
Nel pomeriggio chiesi perdono a tutta la famiglia che venne a trovarmi, ma riuscii a parlare soltanto con le lacrime, ero troppo commossa...” (Storia di un’anima, 108).
Come puoi notare, era già la seconda confessione che la ragazza faceva. E di quella confessione ha potuto scrivere: “mi lasciò una grande pace nell'anima, e il buon Dio permise che nessuna nube venisse a turbarla.
Perché negare questa esperienza di grazia a tuo figlio?
Sarebbe il colmo che vostro figlio chiedesse perdono a voi, come ha fatto santa Teresina, e non potesse chiedere perdono a Dio.
6. Il consiglio che ti do: prepara tuo figlio e portalo a confessarsi.
Gli dirai che il vostro Parroco dice diversamente, ma che è un’eccezione alla regola e gli dirai anche che quella del Parroco non è una proibizione.
Quanta grazia può scendere in un bambino interamente puro!
Scende su di lui e indirettamente anche su di voi.
Il vostro Parroco sbaglia perché nega ai bambini la grazia dell'assoluzione sacramentale.
Quale bene può essere racchiuso nel differire la Confessione dopo la prima Comunione?
Nessuno.
Pertanto è una decisione che priva i bambini di un grande bene e non ne porta nessuno che sia più grande.
Ti assicuro anche per questo la mia preghiera e vi benedico.
Padre Angelo

P. Prof. BELLON ANGELO, O.P.,
Teologia morale speciale
Via 1821, 19 - 15100 Alessandria
e-mail: abellon@davide.it
Facoltà di Teologia – Diocesi di Genova

 
seconda mail da p. Angelo o.p.:

Caro Giovanni,
hai fatto bene ad iscriverlo in un'altra parrocchia.
Dopo la prima Comunione provvedi che si confessi con regolarità e frequenza.
Vi accompagno con la preghiera e vi benedico.
Padre Angelo


seconda lettera indirizzata all'Arcivescovo:


A S. E. Rev.ma
Mons. Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine
Palazzo Arcivescovile
33100 Udine
   
Remanzacco, 18 gennaio 2014

Eccellenza Reverendissima,

faccio seguito alle mie mail, alla mia lettera del 28 novembre 2013 che Le ho fatto pervenire in Curia e ai tentativi di fissare inutilmente un incontro ormai non più necessario.
Anche se il Suo silenzio è eloquente, Le scrivo ancora non per chiedere una risposta ma per farLe sapere che ho trovato una soluzione positiva alle necessità di mio figlio iscrivendolo al catechismo in un'altra parrocchia in altra Diocesi. Del resto lo stesso parroco mi aveva detto “...se non ti sta bene, vai da un'altra parte”.
Non avrei mai pensato che avrei dovuto arrivare a tanto ma così è, e ormai, non mi meraviglio più di nulla anzi... se non altro perché molti santi e mistici ci hanno messi in guardia sui tempi difficili cui andiamo in contro.
Mi permetto di allegare una lettera di P. Angelo Bellon, per la quale chiedo cortesemente un atteggiamento confidenziale, a conforto e sostegno della mia legittima preoccupazione, della mia scelta non facile nel rivolgermi ad un'altra parrocchia, con notevole impegno e nuovi costi, scelta però necessaria perchè se l'uomo cambia, se la Chiesa cambia, se tutto cambia... Dio resta immutabile.
E la Tradizione millenaria della Chiesa non può essere spazzata via da alcune “sperimentazioni”.
Con ciò non muta nemmeno la mia posizione di rispetto verso il parroco che ha libertà di decidere nell'ambito della parrocchia. Rispetto le sue decisioni ma, altrettanto liberamente, mi permetto di non condividerle.

Laudetur Jesus Christus

Giovanni Cismondi

Concludiamo con le amare considerazioni e le meste riflessioni che il buon padre di famiglia, Giovanni, ha condotto sull'intera vicenda. Sono parole riflettute, sofferte, pesate una ad una, da tempo. Nono sono quindi lo sfogo subitaneo o iroso di un fedele piccato per non avere ricevuto udienza, ma è la ponderata analisi di un padre lasciato e abbandonato da S. Madre Chiesa. Tempo fa, un nostro lettore aveva scritto al Papa una lettera aperta, in cui gli consigliava di prestare molta attenzione: ad andare solo in giro, alle periferie dell'esistenza, ad uscire spesso dal recinto pesso per cercare la pecorella sperduta, si rischia di perdere quelle poche rimaste nell'ovile.

 Forse i fatti sono poca cosa, forse accadono cose molto più gravi, sicuramente,  tuttavia per me quest'esperienza è stata alquanto significativa, mi ha provato davvero moltissimo.
Può essere una sensazione ingiustificata, eccessiva, ma così è. 
 Credo però che l'aspetto più triste di tutta la vicenda non sia stato soltanto la novità dell'inversione dei Sacramenti o le anomalie, se così posso dire, di una discutibile linea parrocchiale, quanto il silenzio e l'abbandono totali. 
Mi spiego.
Più volte ho cercato un lume nella figura dell'Arcivescovo. Ho pensato che lui, come riferimento per la Diocesi, fosse l'interlocutore più adatto visto che inoltre ci conosciamo da tempo. Ebbene, il suo silenzio, l'assenza di ogni benché minimo cenno, di una parola, di un consiglio mi ha spiazzato.
La mia famiglia, in questo modo, è stata di fatto abbandonata a se stessa. Oltre all'Arcivescovo che, in questo modo, si è defilato ? posso pensare diversamente? - c'è  anche il parroco che, ovviamente è un uomo, e come tale è anch'egli fragile,  fallace ma.... Nemmeno lui ha fatto qualcosa di concreto
per ?salvare? la situazione. Non è venuto a cercarci, non ci ha avvicinati, non ha cercato di aprire un dialogo.
Le sue parole del resto, sin dall'inizio, erano state molto secche e precise ?...se non ti sta bene, te ne vai da un'altra parte?. Prendere o lasciare.
Nessun tentativo da parte sua di avvicinarci, di dire una parola, di cercare di capire, di spiegarci le sue posizioni. Nulla. Ancora una volta silenzio totale. Si preferisce il silenzio, è più conveniente.
E cosa ha prodotto tutto questo?
Tutto questo ha obbligato una famiglia a cercare un'altra parrocchia, in un'altra Diocesi.
E' grave secondo me.
A distanza di tempo tutto questo mi sembra sempre più assurdo e mi chiedo dov'è la disponibilità al dialogo? Dov'è il sacerdote che lascia le novantanove pecore per cercare quella che, in questo caso forse non è smarrita ma sicuramente è disorientata?
E perchè l'Arcivescovo non si è degnato di dire una parola? Perchè molti Arcivescovi spesso non rispondono alle domande dei alcuni fedeli preferendo un facile silenzio?
Più che una Chiesa che accoglie mi è sembrato l'atteggiamento di una Chiesa che guarda da un'altra parte. Forse se avessi avuto un'altra fede, se praticassi un'altra religione, allora sì... avrei avuto l'attenzione dovuta, ma io sono soltanto uno dei tanti cristiani legati alla Tradizione. E così una famiglia si è trovata costretta a lasciare la propria parrocchia e non certo per capricci o follie.
Questo, secondo me,  rappresenta un fallimento per tutti.
Mi fermo qui, lascio a ciascuno una riflessione.

Giovanni Cismondi

32 commenti:

  1. Ormai siamo ridotti a questo, che come in tribunale il Signore assolva i cristiani , e soprattutto i preti, non già perché santificati dalla Sua grazia, ma soltanto perché "incapaci di intendere e di volere".

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  2. Il signor Cismondi si è comportato in modo esemplare da cristiano e da padre. COMPLIMENTI!

    Sono convinto che mons. Mazzocato saprà intervenire ecumenicamente: le confessioni protestanti hanno bisogni di novelli ministri!

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  3. Mazzocato, quand'era vescovo di Treviso, in seguito ad una segnalazione di abusi liturgici in una parrocchia della sua diocesi, a mente dell'Istruzione Redemptionis Sacramentum, si comportò allo stesso modo: con il silenzio.
    Non prendendo posizione ha fatto carriera ed è diventato arcivescovo. Probabilmente il silenzio è la strada buona per la porpora.
    Complimenti eccellenza: un bel tacer non fu mai scritto!

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  4. Ritengo che il comportamento del Signor Giovanni sia stato coerente e doveroso, ma non è esemplare fino in fondo. Per essere tale egli dovrebbe compiere un altro passo doveroso (mi stupisco che i domenicani a cui si è rivolto non lo abbiano in tal senso già consigliato).

    Probabilmente Il Sig. Giovanni non lo sa ma siccome lo so io è mio dovere farlo presente.

    Il Sig. Giovanni ha fatto benissimo a rivolgersi a questo vescovo taciturno, ma datosi che costui in spregio della Sua carica di pastore diocesano e del suo dovere episcopale ha omesso ogni intervento costringendo il Sig. Giovanni ad una decisione sofferta sul piano morale e spirituale oltre che problematica anche in termini certamente logistici, divenendo di fatto con la Sua omissione connivente con la violazione del parroco è dovere (e ribadisco DOVERE) del Sig. Giovanni di inviare ricorso alla preposta Pontificia Congregazione per il Clero e parimenti alla Pontificia Congregazione per il Culto e Disciplina dei Sacramenti.

    Queste infatti sono le due congregazioni preposte ad intervenire nel caso succitato.

    Tale ricorso non è semplice atto dovuto in termini di diritto canonico, ma è anche dovere di carità del Sig. Giovanni verso il parroco ed il vescovo che si sono comportati male venendo meno ai loro specifici doveri e che pure hanno diritto al soccorso spirituale dell'opera di correzione ed ammonizione che l'ordinamento ecclesiatico prevede in casi del genere.

    Il Sig. Giovanni avrà quindi compiuto in modo esemplare tutti i suoi doveri di buon cattolico quando avrà inviato ricorso alle preposte commissioni stante fermo il silenzio inoperoso ed omissivo del vescovo ed il comportamento disobbediente e problematico del parroco.

    Aggiungo infine che non è affatto vero che questa violazione in merito
    alla inversione dei due sacramenti è poca cosa, è invece cosa gravissima
    perché induce i piccoli comunicandi alla comunione sacrilega esponendoli ad un rischio inutile anziché condurli con certezza alla santità del sacramento. E' infatti ovvio che dal momento che i pargoli abbiano uso di ragione possono (e spesso lo fanno in modo anche grave) peccare. Ma siccome l'uso di ragione è presupposto al sacramento eucaristico è ovvio che la prima confessione DEVE precedere la comunione, perché proprio in conseguenza della incerta dottrina e della inesperienza dei piccoli, essi debbono essere aiutati a comprendere i loro peccati e ad emendarli sacramentalmente prima di approdare alla prima comunione.

    Spero che il Sig. Giovanni a cui va tutta la mia solidarietà e stima abbia l'ulteriore fortezza di concludere la meritoria azione già avviata. Prego per Lui e per la Sua famiglia. Censura e schifo esprimo invece per i peccati commessi dal vescovo "taciturno" e dal parroco "novatore".

    Bertoldo

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    1. Chiederei cortesemente, a chi vorrà intervenire, di usare toni corretti e non offensivi. Non era e non è mi intenzione fare un processo pubblico ad alcuno, per carità. Il mio primo dovere è di non giudicare. Non ho alcun rancore verso qualcuno. Ci mancherebbe, caso mai provo dispiacere. Ho resa pubblica questa "esperienza" soltanto perchè temo che potrebbero esserci molti altri casi simili. Rassicuro infine il signore che si firma Bertoldo che ho provveduto a fare anche ciò che ha suggerito. Purtroppo, per motivi a me sconosciuti, la mia raccomandata inviata a Roma, dopo i giorni di giacenza previsti è tornata indietro. Giovanni Cismondi

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    2. Di esperienze di tal genere ce ne son effettivamente molte. Ed anche di più gravi. Il silenzio e la desistenza dei vescovi non può esser passata sotto silenzio. Non è possibile non esprimere un giudizio negativo, anche se è doveroso evitar espressioni offensive e linguaggio volgare. E Lei stesso, sig. Cismondi, che non vuol giudicare, in realtà legittimamente giudica: non vuole che fatti del genere si ripetano. Dunque questo timore da qual sentimento nasce se non da una valutazione serena ma negativa felc comportamento del parroco e del vescovo?

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    3. Se è tornata indietro è perché è stato commesso un errore nell'indirizzo oppure perché è stata usata la raccomandata veloce (che non viene accettata in Vaticano, biogna usare la raccomandata semplice con ricevuta di ritorno).

      Questo è l'indirizzo corretto:

      Palazzo delle Congregazioni - Piazza Pio XII 10 -
      00193 - ROMA


      Sappia comunque che hanno anche il fax
      se vuole risparmiare la raccomandata :06-698.83.499

      Sappia infine anche che nulla le dà garanzia di intervento da parte delle autorità vaticane che non sono certo alacri nel lavorare nè felici
      di prendere in carico gatte da pelare come questa e infinite altre.

      Il punto è che Lei avrà fatto il Suo dovere, il resto spetta ad altri e saranno loro a renderne conto davanti a Dio, dice bene:
      non toccherà a noi giudicare, ma è certo che il giudizio viene
      e per tutti.

      Un saluto e rinnovata stima.

      Bertoldo

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  5. Mi permetto di esprimere la mia solidarietà al Signor Cismondi. Purtroppo ho una situazione famigliare non felice (divorzio) e non ho la patria potestà sulle mie figlie. Queste abitano in Svizzera interna a Lucerna. Mia figlia, rispondendo alla mia domanda su quando avessero fatto la prima confessione, mi ha risposto che era stata posticipata all'età di 10 anni!!!! Due anni dopo la prima comunione!!!! La mia reazione è stata semplice. L'ho portata da un bravo prete e le ho fatto fare la prima confessione. Poi a poco a poco le sto facendo recuperare, con le difficoltà del caso, tutta la catechesi che non ha ricevuto durante la preparazione alla prima comunione. Non c'è da stupirsi dello stato miserabile della Chiesa svizzera. L'ignoranza regna sovrana tra i cristiani e i pastori fanno poco o nulla per curarla!!! Naturalmente dico questo come regola generale. Vi sono anche in Svizzera bravi parroci, ma sono pochi.

    RispondiElimina
  6. Da una parte esprimo al signore Cismondi la mia solidarietà per avere ricevuto da parte del suo parroco e dal suo vescovo un trattamento privo di carità e di mancanza di considerazione per il suo disagio quasi egli fosse un fedele di serie B o C ...
    Era proprio necessario però ripagare con la stessa arma ( maancanza di cristiana carità ) quei due pastori ?
    La pubblicazione, con tanto di nome , di questa vicenda non giova alla buona causa e inficierà ancor più i tesi rapporti fra fedeli dell'area tradizionale con i propri legittimi pastori.
    Non è facendo muro e contro muro o a braccio di ferro che si risolvono le questioni con i pastori che hanno smarrito il senso della vera fede.
    Cosa può fare un vescovo di fronte l'arroganza di un suo parroco ?
    Cosa può fare un Papa di fronte al fatto compiuto di un vescovo o di un cardinale ?
    L'operazione sopravvivenza della fede si deve ammantarre di astuzia : iscrivere i figli nelle parrocchie e nelle diocesi dove ancora si conserva il dogma della fede e... tacere : tanto non serve a nulla, anzi è deleterio, citare nome e cognome i pastori infedeli.
    Ci si mette sullo stesso piano e non giova a nessuno.
    Maria madre della chiesa prega per noi .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avere operato in verità e in spirito di fraterna correzione non è mancanza di cristiana carità, ma atto di soccorso spirituale.

      Ammonire i peccatori ed operare per il ravvedimento fraterno
      è opera di misericordia spirituale importantissima.

      Quello che invece non serve a niente è il buonismo ipocrita e omertoso che fa solo danni.

      Concordo con chi ha definito EROE, questo coraggioso e retto padre di famiglia.

      Polimar

      Elimina
  7. Bravo Giovanni, ha fatto benissimo a cambiare parrocchia e diocesi, purtroppo con i tempi che corrono sarà sempre più difficile trovare qualche buon parroco, disponibile all'accoglienza ed all'ascolto (alla faccia dell'uscita per andare nelle periferie! balle per i poveri beoti). L'accoglienza oggi è usata a senso unico. e non certo per gli amanti del Magistero e della Tradizione bimillenari di Santa Madre Chiesa !n Più che madre, sembra matrigna, ma forse sono solamente preti, vescovi, arcivescovi (e più su ancora) modernisti, e loro non sono la Chiesa, se ne sono solamente impossessati con il Concilio Vaticano II e i due papi che l'hanno voluto: Roncalli e Montini! La vera Chiesa, per me ormai, è solo quella Tradizionalista, FFSPX inclusa., non perdo nemmeno più tempo a leggere o ad ascoltare Padre Livio Fanzaga, Andrea Tornielli, Antonio Socci e & C:, dopo quello chhe hanno fatto ai santi frati Francescani dell'Immacolata, a Gnocchi e Palmaro e a Roberto de Mattei. Forza e coraggio, che la Verginee potente contro il male ci protegga. Ad Jesum per Mariam, quindi (alla faccia del clero modernista!).

    RispondiElimina
  8. "....meglio prima conoscere Gesù e poi chiedergli perdono per averlo offeso...". Ma come, la pace e il perdono non sbocciano dopo la richiesta di perdono e la concessione dello stesso? Prima si chiede scusa e quindi si è perdonati. Non sto qui a citare le pericopi evangeliche!!! Ma più sinteticamente, quali cose sono necessarie per fare una buona comunione? 1.Essere in grazia di Dio (confessione sacramentale, accusa dei peccati). 2.Sapere e pensare Chi si va a ricevere. 3.Essere digiuni. Il parroco è un demonio, il vescovo è un carrierista miserabile il sig. Giovanni oltre che un buon padre cristiano è un eroe. Penso che altri provvederanno ad erudire le Congregazioni Romane. Complimenti sig. Giovanni, la Madonna l'aiutera'. Non c'è dubbio son completamente impazziti. Don giuseppe.

    RispondiElimina
  9. Cosa può fare un vescovo di fronte l'arroganza di un suo parroco ?
    Cosa può fare un Papa di fronte al fatto compiuto di un vescovo o di un cardinale
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    Ma ci rendiamo conto di quel che scriviamo? Cosa può fare un vescovo contro un prete o il Papa contro un vescovo o cardinale? Quello che è necessario alla salus animarum. Pene medicinali.

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  10. Per favore, vi prego ritornare al'antico formato de il blog. Grazie.

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    1. Questo formato si legge benissimo ed inoltre finalmente posso usar il "rispondi"

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    2. Concordo con Dante Pastorelli.

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    3. Mi dispiace, ma non 'si legge benissimo'. L'altro era piú panorámico, piu amplio, senza perderé la vista del testo che allora c'é troppo stretto. Sorry much.

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  11. La Diocesi di Udine che forniva fino al Concilio tanti ottimi sacerdoti quanto (in termini percentuali) il vicino Veneto da più di qualche decennio si trova ad essere la terra di (non pochi) sacerdoti che prima di essere modernisti stimano la falce ed il martello prima di ogni altra cosa.

    Purtroppo è talmente endemica la carenza di sacerdoti che si è soprasseduto su casi davvero gravi. Alla fine tale politica ha prodotto effetti rovinosi che sono sotto gli occhi di tutti.

    Ah, scusate dimenticavo che l'unico problema attuale sono i Frati dell'Immacolata ed il loro attaccamento alla tradizione. Il resto sono bagatelle.

    p.s. Il lettore che vorrebbe evitare i nomi e cognomi delle parti in causa non comprende che sono ora vengono fatti è perchè davvero si è oltrepassata la soglia.

    Bella la rivista andata avanti così!

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  12. Mons. Mazzocato usa la tattica del silenzio sempre quando vuole ottenere il risultato di lasciare tutto com'è. Nel paese di Latisana c'è un gruppo stabile di fedeli che ha chiesto la celebrazione della Messa antica e aveva già iniziato con un sacerdote diocesano. Poi tutto si è bloccato per il rifiuto del parroco della chiesa di S. Antonio e i fedeli stanno ancora aspettando di essere ricevuti dal Vescovo.

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    1. Il parroco di sant'Antonio ha motivato il suo rifiuto ( egli lo dovrebbe fare in tutta coscienza).
      Nessuna responsabilità da parte dei fedeli nella questione ?
      La messa tridentina deve essere come un concime efficace per l'intera spiritualità parrocchiale e non deve essere vista ne' vissuta come un corpo alieno da sopportare oppure ( da parte dei fedeli del g.s.) autoreferenziale.

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  13. L'oggetto del post è una questione privata fra il parroco e un suo parrocchiano.
    Mi chiedo se avendolo portato attraverso internet alla conoscenza di un vasto pubblico possa giovare alla buona causa.
    Lo stesso vale anche per la comunità, vera o virtuale, della tradizione liturgica.
    Le diffidenze aumentano e questo non giova alla comunione fraterna .

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    1. Ma questo anonimo delle 15.09 farnetica!!!!!!!! Sarà pure l'ora tarda del digestivo.....e per Santa Madre Chiesa l'indigestione.

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    2. Alla comunione fraterna non giovano né gli ipocriti omertosi come certi anonimi, né vescovi silenti né parroci disobbedienti
      che spregiano la retta attuazione dei sacramenti.

      La verità invece non nuoce mai se non ai bugiardi e ai farisei e "qualcuno" ben ci esortò a gridarla dai tetti. ù

      Polimar

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    3. Non vale neppure la pena rispondere all' estremista Polimar : segnalarlo e basta.

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    4. Guarda che mi segnalo da me quando mi firmo, tu invece che mi dai dell'estremista cercando di nascondere la manina come ti segnali ??? Così tanto per segnalare anche io da "estremista" i vari bigotti ipocriti alla bisogna.

      :-)

      Polimar

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  14. In Friuli hanno la Messa in friulano, volete mettere? Queste sì che sono conquiste di civiltà e progresso, altro che Messa in latino... Il bello è che si sono inventati il friulano lingua (come se i Friulani non fossero Italiani) mica sotto la solita Lega, bensì quando regnava l'ineffabile triestino Illy, messo su dalla sinistra ma amico di Haider. E la Curia si è allineata subito. Una volta scrissi per esprimere perplessità in merito e mi rispose un prete scocciatissimo vantandosi della conquista ottenuta.

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  15. Premetto che a me non piace la Messa in friulano, ma il messale in friulano risale a molto prima che Illy diventasse presidente del FVG. E il friulano è proprio una lingua.

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    1. Giusto! Ma qui qualcuno conosce la Storia? E la Chiesa di Aquileia, dove la mettiamo?

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  16. Ma la differenza tra sacramenti dei vivi e sacramenti dei morti questa gente la conosce?
    Son cose che si insegnano ai bambini del catechismo e quello di S. Pio X le esplica bene:

    273. Come ci santificano i sacramenti?
    I sacramenti ci santificano, o col darci. la prima grazia santificante che cancella il peccato, o con accrescerci quella grazia che già possediamo.

    274. Quali sacramenti ci danno la prima grazia?
    Ci danno la prima grazia il Battesimo e la Penitenza, che si chiamano sacramenti dei morti, perché donano la vita della grazia alle anime morte per il peccato.

    275. Quali sacramenti ci accrescono la grazia?
    Ci accrescono la grazia la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine e il Matrimonio, che si chiamano sacramenti dei vivi, perché chi li riceve, deve già vivere spiritualmente per la grazia di Dio.

    276. Chi riceve un sacramento dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio, commette peccato?
    Chi riceve un sacramento dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio, commette peccato gravissimo di sacrilegio, perché riceve indegnamente una cosa sacra

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  17. http://radiospada.org/2014/02/riprendersi-la-chiesa-riflessioni-in-margine-allintervista-di-antonio-socci/

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  18. Strano che mons. Mazzoccato sia peggiorato, quando era Vescovo di Treviso era uno dei migliori presuli! E dire che c'è chi lo vorrebbe Patriarca...

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