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lunedì 16 settembre 2013

“L’amore di Dio dal Sacro Cuore alla Divina misericordia” ìl nuovo libro di Piero Mainardi

Il Sacro Cuore è stato definito da Pio XI come il “compendio della religione cristiana” e da Pio XII come “una sintesi del mistero della nostra redenzione”. 
Di questo mistero che manifesta l’immenso amore di Dio per l’uomo si è occupato Piero Mainardi in un saggio dal titolo L’amore di Dio, dal Sacro Cuore alla Divina Misericordia, edito dalla casa editrice D’Ettoris (Prezzo euro 7.90) in un elegante formato tascabile impreziosito da una copertina recante il capolavoro di Rembrandt Il ritorno del figliol prodigo nel quale, genialmente e oggi – davanti alle assurde pretese dell’ideologia gender - quasi profeticamente, si esprime la pienezza della misericordia di Dio iconograficamente rappresentata dalle due mani di Dio, una coi tratti femminili e l’altra coi tratti maschili. 
La devozione ricevette un impulso storico ben determinato attraverso le rivelazioni ricevute dalla suora visitandina santa Margherita Maria Alacoque, che la Chiesa riconobbe autentiche, ma questa ha una origine ben più antica, relativa tanto a letture mistiche della Scrittura quanto allo sviluppo della devozione della piaghe di Cristo, come strumento di meditazione del Suo amore per noi e di apprezzamento delle Sue sofferenze per la nostra salvezza. 
La Chiesa progressivamente accolse le richieste del Sacro Cuore pervenute attraverso la Alacoque e, oltre ad approvare ufficialmente la devozione, istituì la festa liturgica dedicata al Sacro Cuore, come richiesto da Gesù, collocandola nell’ottava del Corpus Domini. 
L’impetuosa crescita nel popolo cattolico di questa devozione soprattutto nel XIX secolo ha prodotto frutti di santità meravigliosi segnando in profondità la vita spirituale ed anche sociale dei popoli cattolici di tutto il mondo. 
Infatti questo culto non si limita ad una spiritualità intimistica e meramente devozionale, ma ha avuto la forza di mobilitare gruppi familiari e sociali, nazioni a consacrarsi al Sacro Cuore. 
Leone XIII infatti consacrerà l’umanità al Sacro Cuore nel 1899 e Pio XI, nel 1925, giungerà alla proclamazione della Regalità sociale di Cristo.
La stessa canonizzazione di suor Faustina Kowalska e la istituzione dell’Ufficio Liturgico della Divina Misericordia nell’ottava di Pasqua, concessi da Giovanni Paolo II, sembrano completare il senso di queste devozione il cui eccezionale valore, lo ricordiamo, consiste ( e il concetto ricorre nelle rivelazioni ad esso collegate) nel costituire l’estremo rimedio, nei tempi ultimi, per risvegliare una fede languente. 
Nel saggio in questione oltre a tratteggiare sinteticamente lo sviluppo storico, liturgico e dottrinale della devozione al Sacro Cuore si cerca di evidenziare la centralità di alcuni aspetti spirituali e teologici oggi assai desueti se non addirittura rimossi tanto dall’omiletica quanto dalla teologia, a cui la spiritualità del Sacro Cuore volutamente rimanda, e senza i quali difficilmente si riesce a capire fino a che punto si è spinto l’amore di Dio e il suo piano per la salvezza dell’uomo; anzi in tal modo Lo si espone alla incomprensione e al rancore sordo anche di tanti credenti che, privati delle giuste categorie, davanti alle difficoltà della vita e ad obiezioni sofistiche, finiscono per non comprendere la reale condizione in cui l’uomo giace per natura e a causa della sua caduta primordiale e lo sforzo redentivo di Dio per salvarlo costruendosi così teodicee e immagini ed aspettative teologiche pericolose perché false. 
Oltre alla già citata “consacrazione” si rimanda alla “riparazione” e questa mette il rapporto il peccato con l’offesa a Dio, oggi sempre meno percepita essendo il peccato colto solamente nel danno verso un'altra persona quindi in una dimensione meramente orizzontale, e da lì si va ancora oltre, più in profondità, scoprendo l’immensa ricchezza e l’immensa bellezza della fede cattolica nella quale la misericordia e la giustizia di Dio stanno insieme senza contraddizione, dove l’amore, la vita e la gioia stanno insieme alla sofferenza che solo nella prospettiva cristiana (ed il culto del Sacro Cuore lo esplicita perfettamente) diventa un qualcosa di utile e di positivo, perché capace di mutare il male in bene, soprattutto nei cuori, nelle anime e capace di santificare. 
Il libro approfondisce anche la storia della devozione al Sacro Cuore di Gesù  prima della divina rivelazione a Santa Margherita Maria Alacoque giungendo alle tristi vicende legate al “conciliabolo” di Pistoia , con l’allineamento dei Sovrani “illuminati” alle posizioni espresse dai seguaci del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci ed alla reazione di Papa Pio VI con la Bolla “Auctorem Fidei
La devozione al Sacro Cuore di Gesù “rimedio per i tempi ultimi” viene infine presentata in un’analisi schietta delle prove a cui nei nostri giorni è sottoposta la Chiesa “... la Rivoluzione è intrinsecamente satanica ma al tempo stesso lavora incoscientemente per la Provvidenza, perché coi suoi flagelli contribuisce comunque alla realizzazione del piano di Dio e quindi prepara, prima della sfida apocalittica finale, una nuova società cristiana in rinnovata e più perfetta collaborazione tra Trono e Altare” (J. De Maistre ). 
L’Autore, di cui si evince dalle pagine la profonda fede, fa terminare il libro con la cristiana visione della beata speranza quanto mai indispensabile nei nostri difficili e tormentati giorni : “… Dio che invita a vincere il male con il bene e a trasformare il male subìto in occasione di grazia e di santificazione”. 


Piero Mainardi 
è nato l'8 giugno 1966 e vive a Livorno. 
È laureato in Lettere moderne, con una tesi su Jacques Maritain e il dibattito sulla Cristianità nel cattolicesimo italiano, premiata a Milano nel 1997 con il Premio "Amici dell'Opera del Duomo". Studioso del pensiero cattolico, membro dell'Associazione Cristo Re impegnata nella diffusione e nella valorizzazione della Liturgia antica, collabora con Il Corriere del Sud. 

A.C.

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