Post in evidenza

Sono sante le carmelitane scalze di Compiègne, ghigliottinate nel 1794 dai rivoluzionari

Mercoledì scorso, Papa Francesco ha esteso alla Chiesa universale il culto dei martiri di Compiègne: la Beata Teresa di Sant'Agostino e ...

mercoledì 14 agosto 2013

San Massimiliano Maria Kolbe, Patrono dei Francescani dell’Immacolata

La Chiesa oggi ci invita ad invocare devotamente San Massimiliano Maria Kolbe , Martire, Patrono dei Francescani dell'Immacolata per i quali in questi caldi giorni stiamo particolarmente pregando . " Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia” difatti alcuni bravi frati ieri ci hanno tranquillizzato : " Questa è saggezza Francescana. Non ci dobbiamo preoccupare : siamo nelle mani della Chiesa" . 
A.C. 

- La figura di Kolbe e la sua azione è un’eredità spirituale che i Francescani dell’Immacolata, frati, suore e laici, hanno accolto pienamente e con il suo voto mariano di totale consacrazione all’Immacolata si impegnano a portare nel mondo il Cristo Salvatore, con l’esempio e la parola, la contemplazione e l’azione, a imitazione della Beata Vergine Maria, la prima missionaria del Vangelo.
 - E’ alla Porziuncola di S. Maria degli Angeli che l’Ordine Serafico ha messo le sue “radici” facendo propria la “Causa dell’Immacolata”. San Massimiliano M. Kolbe, con le sue "La Città dell'Immacolata" costituisce nella nostra epoca uno dei frutti più genuini di quella radice tutta serafica e tutta mariana.
Egli è il protettore dei nostri difficili tempi.
- S.Francesco è come la radice di un albero sempre in fiore che produce frutti di santità. Dagli inizi ad oggi il suo spirito vivo e vivificante ha mosso uomini e donne di ogni estrazione sociale, nazione e cultura a seguire i suoi passi. Nel corso dei secoli, le diverse riforme all’interno della grande famiglia francescana, a modo di rami di un unico albero, si sono sempre proposte un ritorno a quella radice, secondo le sensibilità e i bisogni del proprio tempo. 


San Massimiliano Maria Kolbe e la Milizia dell’Immacolata 

Padre Massimiliano Maria Kolbe, nasce l’8 gennaio 1894 a Zdunska-Wola (Polonia) in una famiglia che vive una durissima vita, anche lavorando incessantemente, come tante altre famiglie polacche.
Famiglia cattolica, dove soprattutto la madre, vive una fede profonda che viene trasmessa ai suoi figli fin dalla prima infanzia. 
In un pomeriggio a Pabionice, piccola cittadina polacca vicino il villaggio natale di Massimiliano, la Madonna della chiesa parrocchiale, sorriderà al piccolo futuro santo, offrendogli, interrogata dal bimbo sul suo futuro, una corona bianca e una rossa.
Il piccolo le accetterà entrambe, la bianca della purezza e la rossa del martirio.
Entra nell’orine dei frati minori conventuali giovanissimo a Leopoli, prendendo il menome di Massimiliano e dopo il primo anno di studi si trasferisce a Roma per completare gli studi filosofici e teologici, presso il prestigioso collegio Serafico internazionale.
È qui che conosce più direttamente l’Immacolate e che fonda il 16 Ottobre 1917 la Milizia dell’Immacolata, la cui spiritualità consiste: Vivere la totale consacrazione all’ Immacolata per raggiungere una perfetta unione con Cristo e collaborare con lui all’estensione del regno di Dio nel mondo.
È ordinato sacerdote il 28 Aprile 1918 celebra la sua prima messa nella cappella dove è avvenuta la conversione dell’ebreo Ratisbonne per l’apparizione della Madonna della Medaglia Miracolosa.
E l’anno dopo ritorna in Polonia dove inizia la sua instancabile attività missionaria.
Crea e stampa una rivista mensile “Il cavaliere dell’Immacolata”.
Perché “bisogna inondare la terra con un diluvio di stampo cristiano e mariano in ogni lingua e in ogni luogo…” .
Nel 1927 fonda in Polonia la prima “Città dell’Immacolata, “Niepokalanów” nel 1930 mosso dal suo ardente spirito missionario parte per il Giappone dove fonda la seconda città dell’Immacolata.
Nel 1936 anche a causa della sua malattia, la tubercolosi rientra in Polonia dove si dedica allo sviluppo spirituale e apostolico di Niepokalanów che diventa il più prestigioso complesso editoriale cattolico della polizia.
Nel 1939 scoppia la seconda guerra mondiale e la città dell’Immacolata, bombardata e semidistrutta viene adibita ad ospedale e rifugio per migliaia di profughi anche ebrei.
Il 17 Febbraio 1941 Massimiliano viene arrestato e internato nel Pawiak di Varsavia poi trasferito nel campo di concentramento di Auschwitz e destinato ai lavori forzati. 
In questo luogo Massimiliano continua ad essere uno strumento nelle mani dell’Immacolata in mezzo ai compagni di prigionia è testimonia il vangelo della carità fino ad offrire spontaneamente la vita per un prigioniero condannato a morte nel Bunker della morte.
Il 14 Agosto 1941 viene ucciso con iniezione di acido Fenico. 
Il 15 Agosto, giorno dell’Assunta il suo corpo è bruciato nel forno crematorio e le sue ceneri sparse al vento.
Da quel momento la sua santità e la sua eredità spirituale e apostolica si diffondono in tutto il mondo.
Il 19 Ottobre 1982 Giovanni Paolo II lo proclama Santo come martire della carità.
Durante la permanenza a Roma di Massimiliano Kolbe in Italia regna sovrana la massoneria, con atteggiamenti apertamente ostili alla chiesa cattolica manifestazioni, cortei, striscioni, inneggianti a satana e ingiurie verso il papa si vedono frequentemente. Massimiliano si sente interpellato da questi fatti “è possibile che i nostri nemici debbano tanto adoperarsi ad avere la prevalenza e noi rimanere oziosi senza adoperarci con l’azione?” e la “senza Macchia” la vincitrice di tutte le eresie non cederà il campo ai nemici.
La sera del 16 Agosto 1917 in una stanza del collegio internazionale dei frati minori conventuali insieme ad altri confratelli, fonda la milizia dell’Immacolata.
Questo è il suo programma!
Lo Scopo 

Procurare che tutti gli uomini si convertano a Dio siamo essi peccatori, o non cattolici, o non credenti, in particolare i massoni; e che tutti diventino santi sotto il patrocinio e la mediazione della vergine Immacolata. Condizioni
Consacrarsi totalmente alla Vergine Immacolata, ponendosi liberamente come strumento docile e generoso nelle sue mani.
• Portare la Medaglia Miracolosa. 
• Iscrivere il proprio nome presso una sede canonicamente eretta. 

I mezzi di Apostolato

• Pregare, fare penitenze, offrire a Dio le fatiche e le sofferenze quotidiane della vita, rivolgerci ogni giorno all’Immacolata con questa giaculatoria: O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo, e per tutti coloro che a te non ricorrono, in specie modo per i nemici della santa Chiesa, e per quelli che ti sono raccomandati.
• Usare ogni mezzo valido e legittimo per la conversione e santificazione degli uomini. mezzi particolarmente raccomandati: la diffusione della Medaglia Miracolosa e l’apostolato, esercitato attraverso l’esempio la parola e la stampa del movimento.
• Elemento essenziale della M.I. è la Consacrazione illimitata all’Immacolata

L’essenza della M.I. consiste nel fatto che essa appartiene all’Immacolata in modo incondizionato, irrevocabile, illimitato: che è dell’Immacolata sotto ogni aspetto. 
Di conseguenza colui che entra a far parte della M.I. diviene totalmente proprietà dell’Immacolata. Perciò stesso diviene proprietà di Gesù e quanto più perfettamente appartiene a Lei, tanto più perfettamente appartiene a Gesù e attraverso Gesù diviene proprietà di Dio. 
Essere dell’Immacolata è l’essenza della M.I.
 Il movimento si chiama “Milizia” perché colui che ne fa parte non si limita alla donazione totale di sé, all’Immacolata, ma si adopera per conquistare a lei anche il cuore degli altri, affinché anche costoro si donino a Lei allo stesso modo come pure lui si è donato. 
Egli vuole conquistare a Lei il maggior numero possibile di cuori, dei cuori di tutti coloro che vivono attualmente e che vivranno i qualunque tempo sino alla fine del mondo. 

4 commenti:

  1. Ancora con questi francescani?

    1. Hanno scritto a chiare lettere che sono biritualisti e che anzi lo stesso p. Manelli preferisce il Novus Ordo (messa e breviario)

    2. Da giorno 11 celebrano TUTTI il N.O. perché NESSUNO lo ritiene un male.

    3. Accettano in toto il CVII

    Ma cosa hanno di tradizionale questi?
    Se i Francescani dell'Immacolata sono dei santi, Mons. Lefebvre è stato uno stupido per come si è comportato. Personalmente preferisco pensare che sia stato Mons. Lefebvre l'uomo guidato dalla Provvidenza e non questi frati cui avete messo l'etichetta di tradizionalisti per non si sa quale motivo.

    Antonio

    RispondiElimina
  2. Non si dice NO, si chiama forma ordinaria del rito romano.

    RispondiElimina
  3. http://pagina-catolica.blogspot.com.ar/2013/08/el-papa-llama-evitar-el-apostolado.html#more

    http://pagina-catolica.blogspot.com.ar/2013/08/el-papa-les-gasta-una-broma-los-tradis.html#more

    http://pagina-catolica.blogspot.com.ar/2013/08/lex-dubia-non-obligat.html#more

    RispondiElimina
  4. Chi si ispira a S. Massimiliano M. Kolbe, farebbe bene a seguirlo più fedelmente.

    RispondiElimina