“Un enorme libro con la copertina rigida in legno, borchie in cuoio e listelli laterali per proteggerlo da mani poco accorte.
Alcune pagine gialle, altre bianche a seconda del materiale.
E su questi fazzoletti di carta i canti, in versi, con tanto di spartito e di note a indicare tonalità, cadenza e durata che i frati utilizzavano per inneggiare a Dio le loro Laude.
Alla storia e alla fede, venerdì sera si è unita la musica a creare un'atmosfera davvero suggestiva e unica che l'arte e le bellezze pittoriche della chiesa di San Gregorio in Turba hanno offerto, creando così un quadretto davvero incantevole.
La serata, inserita nell'ambito di Voces, festival della musica tradizionale e antica (promosso da Sviluppo Non Profit e da Res Musica con il contributo di numerosi altri enti del territorio) è stata divisa in due parti: prima la presentazione al pubblico di un antico mano manoscritto francescano conservato nella Biblioteca di piazza Riva Spoleti e la seconda con i canti della tradizione francescana eseguiti dal gruppo vocale Feininger.
"In questo libro" ha spiegato il prof. Marco Gozzi, profondo conoscitore della tradizione gregoriana, che si è occupato di studiare questo prezioso volume "si trovano annotazioni gregoriane e mensurali, che indicano cioè una caratteristica della nota.
Qui troviamo principalmente canti fratti che erano diffusissimi nei conventi francescani. Si tratta di un libro per l'Ufficio e non per le Messe".
Ogni manoscritto, e così anche quello di Merate, rappresenta un unicum, tipico del convento dove veniva utilizzato e con melodie proprie.
Nella storia della musica non esiste traccia di questo repertorio poiché si tratta di un tesoro sommerso che sta pian piano emergendo grazie ad appassionati conoscitori e studiosi, come appunto il prof. Gozzi.
"L'annotazione nera indica il ritmo, quella rossa la seconda voce. In questi manoscritti è riflesso molto spesso il canto tipico della pianura Padana, a ridosso delle montagne e il canto fratto è proprio a metà tra la musica colta e quella popolare".
La seconda parte della serata si è sviluppata sull'esecuzione dell'ensemble di Trento che ha proposto alcuni canti fissati sulla pergamena del manoscritto accompagnati da un organo a 5 registri, trasportato alla chiesa di Turba per l'occasione.
La serata, dunque, oltre a un momento di storia, arte e musica è stata l'occasione per ammirare la squisita semplicità e bellezza della chiesa di San Gregorio in Turba, adagiata a ridosso di quella che un tempo era un'amena collina.
Dove oggi, purtroppo, l'uomo ci ha messo ancora e come sempre mano”.