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mercoledì 11 luglio 2012

Ratzinger e Guéranger sul Canone in silenzio


Da Nuovo Movimento Liturgico Benedettiano \(FE\)



Sul Canone in silenzio
Di Don Timothy Finigan (*)
traduzione di T.M. (il traduttore richiede una preghiera per lui a S. Giuseppe)
L’articolo risale al 2006, prima dell’uscita del Summorum Pontificum


Una delle differenze più notevoli tra il nuovo rito della Messa e quello più antico, specialmente per quelli che vengono ad assistere al rito antico per la prima volta, è che molte delle preghiere che siamo abituati a sentir pronunciare ad alta voce si dicono sottovoce, soprattutto il Canone della Messa. Nel suo libro "Lo Spirito della Liturgia" (1999), il Cardinale Ratzinger diceva: "Non è proprio vero che il recitare tutta la Preghieraeucaristica ad alta voce e senza interruzioni sia un prerequisito per la partecipazione di tutti in questo atto centrale della Messa."
Aveva già detto, nel 1978, che il Celebrante poteva dire le prime parole di ogni preghiera ad alta voce in modo che ognuno, nella propria preghiera interiore, potesse unire la preghiera personale alla preghiera comunale e la preghiera comunale a quella personale. (Nota poi che questo suggerimento dà fastidio a molti liturgisti.) Poi prosegue, "Chi ha esperienza di una chiesa piena e unita nella preghiera silenziosa del Canone capisce cosa vuol dire il silenzio carico. È un grido forte e penetrante verso il Signore ed è insieme un atto di preghiera pieno di Spirito Santo. Così tutti pregano insieme il Canone, anche se devono sottostare al ministero sacerdotale."
Nel suo libro "Sulla Santa Messa," Guéranger racconta un aneddoto che riguarda il Canone pregato in silenzio.
Nel '600, gli eretici giansenisti cercarono di arrivare all'abuso di recitare il Canone della Messa ad alta voce. Ingannato dai loro imbrogli, il Cardinale de Bissy permise la stampa di una "R" nel messale che aveva composto per la sua Diocesi, come pensavano di poter fare i vescovi francesi dell'epoca. La "R" rossa doveva dire ai fedeli di rispondere Amen quando era segnato così. Ora, i fedeli possono rispondere solo alle preghiere che si sentono. Ne segue necessariamente, finalmente, la recita del Canone ad alta voce, proprio come volevano quei giansenisti. Fortunatamente, si attirò subito l'attenzione del grande pubblico a tale pericolosa innovazione e si levarono grandi grida di protesta e il Cardinale de Bissy stesso dovette sopprimere i propri messali.
L'osservazione di Guéranger non riguarda solo l'osservazione della legge liturgica o l'evitare una cosa che si associava ai giansenisti. (Sarebbe molto interessante capire perché i giansenisti insistevano tanto sulla recita ad alta voce del Canone, contrariamente al Concilio lateranense IV.) C
ommentando le parole della Messa dopo il Sanctus, scriveva:
"Dopo queste parole, inizia il Canone, la preghiera mistica durante la quale i cieli si chinano alla terra e Dio scende a noi. La voce del Celebrante non s'ode più; financo sull'Altare tutto tace. Fu così, dice il Libro della Sapienza che, mentre la notte era a metà del suo corso, la parola onnipotente scese dal suo trono regale (Sapienza 18, 14, 15). AspettiamoLo con cotanto silenzio e fissiamo il guardo in quello che fa il Celebrante nel luogo sacro."

Ho già suggerito che la riforma liturgica al giorno d'oggi si può compiere meglio permettendo certe prassi liturgiche tradizionali che non condannando certi abusi. Le condanne sono pur sempre importanti: anche se sono quasi sempre ignorate, i sacerdoti ortodossi hanno almeno una autorità alla quale fare riferimento. Se invece ci si desse il permesso di dire Messa con il Canone sottovoce, sarebbe un'occasione d'oro per presentare ai fedeli l'idea della partecipazione vera come cosa per la quale non è né necessaria né sufficiente l'attività esterna.

(*) Don Timothy Finigan è Parroco della Madonna del Ss.mo Rosario di Blackfen a Londra. Dice la Messa tridentina già dal 2003.

1 commento:

  1. Ma si può recitare il canone a bassa voce nel novus ordo? Una volta ho visto un prete che recitava il canone a bassa voce e sono rimasto incuriosito, un'altra che lo cantava, entrambi erano preti "tradizionalisti" con la talare

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