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mercoledì 18 aprile 2012

Parole dure di don Laguérie per la divulgazione non autorizzata della lettera di Mons. Pozzo all'Istituto del Buon Pastore

Riportiamo una nostra traduzione della lettera del Rev.do don Philippe Laguérie, superiore dell'Istituto del Buon Pastore, a seguito della diffusione della Lettera di Mons. Pozzo all'Istituto B.P.

"
Da diversi mesi, come si può constatare, io conservo un silenzio rispettoso sulle relazioni tra Roma e la F.S.S.P.X.
Penso che il Buon Pastore non debba interferire in queste difficili trattative, poichè queste non lo figuardano direttamente, e per non avere nulla da rimproverarsi qualunque sia l'esito delle stesse.
Io mi sono limitato di fare un richiamo alla preghiera e vi assicuro averlo seguito, il mio consiglio. Io parlerlo, forte e chiaro, al momento giusto, quando sarà opportuno.
Sfortunatamente alcune persone non la pensano allo stesso modo e hanno creduto di essere autorizzati a diffondere la lettera confidenziale che io avevo ricevuto da Mons. Pozzo e di parlare dell'annesso rapporto della visita canonica.
Ignoro tuttora chi si il colpevole di questa "fuga di notizie", e se questo sia interno od esterno all'Istituto.
Parlo naturalmente dei sacerdoti del Buon Pastore a cui soli avevo inviato questi documenti con l'espressa e grave raccomandazione seguente:
"E 'ovvio che questo importante documento è per sua natura, riservato. Inoltre, io ne vieto qualsiasi la divulgazione o comunicazione al di fuori del nostro Istituto e di ogni commento collettiva pur all'interno dell'Istituto stesso. "
Se si dovesse scoprire che la fuga di notizie sia stata imputabile ad un sacerdote del nostro Istituto, (Dio non voglia), allora verrà individuato e pubblicamente denunciato per quello che è: un politico miserabile deciso a far affossare i negoziati della Fraternità e a destabilizzare il suo Istituto. Un sacerdote incapace di conservare un segreto professionale potrebbe rivelare anche quelli confessionali.
Ci sono anche persone a Roma molto sfavorevoli a qualsiasi accordo.
In breve, un po' ovunque alcune persone che si immischiano in ciò che non li riguardano, anche se tutti, ovviamente, sono interessati. Il fine non giustifica i mezzi, per nessuno!.
La divulgazione è provenuta da fazioni (clericali o laiche) -certamente contrarie agli accordi- della Fraternità di San Pio X (in collusione con il traditore: ma che ci torni, se davvero da lì proviene!).
Io ne ho le prove. Come per la "discrezione" di alcuni sacerdoti F.S.S.P.X. Don de Cacqueray mi ha confidato ieri al telefono che la nota riservata del Mons. Fellay ai vescovi e sacerdoti della Fraternità (16 aprile) veniva già pubblicata su APIC sole due ore dopo!
Per quanto riguarda le questioni dottrinali sollevate dalla relazione a seguito della visita canonica, PBI non ha bisogno di nessuno, soprattutto dei "felloni", per mantenere la piena fedeltà ai suoi statuti fondanti e iniziali (di cui sono modestamente l'autore), soprattutto sul rito proprio (ed esclusivo), della liturgia del 1962.
Con un anno di anticipo del Motu Proprio"

fonte: Istituto del Buon Pastore, Blog del Rev.do don Laguérie, del 17 apr. 2012

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