Ecco alcune immagini della Santa Messa E.F., celebrata a Bologna, nella Cattedrale di San Pietro, sabato 4 giugno 2011. Queste immagini sono state trasmesse nel corso della trasmissione ufficiale della diocesi "12 porte", puntata di giovedì 9 giugno 2011.
Ecco il testo del filmato che, come detto, è del servizio video diocesano:
In piena conformità alle indicazioni del Santo Padre Benedetto XVI, è stata inserita quest'anno nel programma delle celebrazioni in onore della Madonna di San Luca, anche una santa Messa nella forma straordinaria del rito romano: il rito è quello descritto nel Messale promulgato da San Pio V e nuovamente edito nel 1962 dal beato Giovanni XXIII, che ne dispose una parziale riforma. Insieme al Messale Romano promulgato nel 1970 da Paolo VI e giunto ad una nuova edizione sotto il Beato Giovanni Paolo II, essi sono due usi dell'unico rito romano.
La celebrazione è stata officiata da mons. Massimo Mingardi, canonico metropolitano e convisitatore diocesano: erano presenti il vicario generale, mons. Giovanni Silvagni, alcuni canonici e altri sacerdoti.
Il servizio all'altare è stato curato con molta attenzione e pietà dai ministranti del Cenacolo della Santissima Trinità di Rimini. Il canto è stato eseguito dal coro del Cenacolo e dalle Suore Francescane dell'Immacolata.
Per la Messa in canto è stato utilizzato il formulario diocesano proprio della Beata Vergine di San Luca, già in vigore prima della riforma liturgica.
Non c'è nessuna contraddizione, scrive Benedetto XVI, tra l'una e l'altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c'è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti, scrive ancora il Papa, conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto.
Il rito antico è certamente impegnativo, e per il celebrante, che deve conoscere molte preghiere a memoria ed eseguire i riti con grande precisione, ma soprattutto per l'assemblea che compie in gran parte il suo ruolo specifico con un grande silenzio: un silenzio che non è affatto passività, ma è tensione del cuore e accoglienza del mistero divino.
Uno dei frutti di questa riscoperta del rito antico, accanto al rito riformato, è forse proprio la possibilità di comprendere che la partecipazione attiva e fruttuosa alla Liturgia, insegnata dal Vaticano II, non consiste prima di tutto nel fare o dire qualcosa, ma nella coscienza profonda che nei santi misteri è Dio che è all'opera per la nostra santificazione (mons. Andrea Caniato).
La celebrazione è stata officiata da mons. Massimo Mingardi, canonico metropolitano e convisitatore diocesano: erano presenti il vicario generale, mons. Giovanni Silvagni, alcuni canonici e altri sacerdoti.
Il servizio all'altare è stato curato con molta attenzione e pietà dai ministranti del Cenacolo della Santissima Trinità di Rimini. Il canto è stato eseguito dal coro del Cenacolo e dalle Suore Francescane dell'Immacolata.
Per la Messa in canto è stato utilizzato il formulario diocesano proprio della Beata Vergine di San Luca, già in vigore prima della riforma liturgica.
Non c'è nessuna contraddizione, scrive Benedetto XVI, tra l'una e l'altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c'è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti, scrive ancora il Papa, conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto.
Il rito antico è certamente impegnativo, e per il celebrante, che deve conoscere molte preghiere a memoria ed eseguire i riti con grande precisione, ma soprattutto per l'assemblea che compie in gran parte il suo ruolo specifico con un grande silenzio: un silenzio che non è affatto passività, ma è tensione del cuore e accoglienza del mistero divino.
Uno dei frutti di questa riscoperta del rito antico, accanto al rito riformato, è forse proprio la possibilità di comprendere che la partecipazione attiva e fruttuosa alla Liturgia, insegnata dal Vaticano II, non consiste prima di tutto nel fare o dire qualcosa, ma nella coscienza profonda che nei santi misteri è Dio che è all'opera per la nostra santificazione (mons. Andrea Caniato).
La madama non voleva proprio saperne di ricevere l' Ostia in bocca, un po' imbranatina, anche le altre che che non si inginocchiavano. Certo manca l' abitudine, forse non è stato spiegato chiaramente prima di distribuire la Comunione.
RispondiEliminaDomandina per chi è più esperto di me; se altri sacerdoti, oltre al celebrante, distribuiscono la Comunione, costoro son tenuti a fare la purificazione delle dita?
Peccato che spesso per problemi di visibilità si debba celebrare sull' altare moderno dal lato anteriore e non su quello antico, anche se presente.
Avrebbero potuto mettere almeno una predellina per simulare almeno un gradino per far salire e discenddere il sacerdote.
RispondiEliminaNiente Chierichette al Servizio della Santa Messa nella forma Straordinaria?
RispondiEliminahttp://www.catholicherald.co.uk/news/2011/06/08/vatican-girls-are-not-permitted-to-serve-at-old-mass/
Notare la completezza e la sobiretà del commento nel settimanale televisivo diocesano.
RispondiEliminaBologna è un'arcidiocesi con gli attributi, mentre se si guardasse il settimanale di Milano trovereste sociologhese, tante iniziative, ma non un minimo di riflessione. Oltre che Tettamanzi dovunque.
Voglio, imploro, invoco il nuovo arcivescovo!!!!!
Bel video che mostra che la Diocesi Bolognese è viva e protesa verso le celesti aspirazioni !
RispondiEliminaUn esempio per tutti !
Alla fine è stato bravo il sacerdote a dargliela sulla lingua ugualmente.
RispondiEliminaInvece purtroppo una volta mi è capitato di vedere - e con molta amarezza e scandalo - un sacerdote, in una messa bassa, che ha dato l'ostia sulle mani ad una giovane che si è inginocchiata alla balaustra ed ha teso le mani (cosa che il rito di san Pio V, a quanto so, proibisce)
E'vero che certe madame sono particolarmente ostinate e si fanno imitatrici solo quando c è imitare chi proclam il Canone col sacerdote nel NO, ma è anche vero che in queste occasioni particolari dovrebbe esser cura degli organizzatori segnalare che la Comunione viene distribuita in ginocchio e sulla lingua.
Alla fin fine queste povere signore hanno perso l'abitudine e il senso del sacro a causa dei motivi che tutti bene con conosciamo, non si può far loro una colpa.
L'altare alla fine è un problema relativo.. esistono dei modi molto belli per "tridentinizzare" le mense.. ;-)
La Madama non poteva comunicarsi sulla lingua per 2 motivi: E perchè assisteva alla forma straordinaria e doveva piegarsi alle rubriche della forma straordinaria(come affermato dalla Universae Ecclesiae), E perchè in cattedrale a Bologna l'arcivescovo ha interdetto la comunione sulla mano.
RispondiEliminagià, ma poi mi sa che c'era il rischio che dovesse celebrare "a testa in giù"... le moderne "tavole calde" sono bassissime....
RispondiEliminain questi casi direi che basterebbe un tappeto a mo' di predella...
A dire il vero la predellina c'era! anche se forse dalle immagini non si vede bene. ;)
RispondiElimina(Essendo stato presente in cattedrale sabato ho potuto assistere al momento in cui la pedana è stata spostata dalla parte posteriore dell'altare e collacata sul davanti).
Ottimo ottimo!!!
RispondiEliminaEcco! Sembrava anche a me di aver visto mettere un predellino! Allora non avevo visto male...
RispondiEliminaLa signora non ha colpe.
RispondiEliminaLei pensa di fare la cosa migliore perchè così le hanno fatto credere in questi anni.
Mi ricredo volentieri. Non ero presente ed ho osservato solo le immagini.
RispondiEliminaPer quanto riguarda certi commenti entusiasti della diocesi di Bologna in toto, consiglierei d'esser un po' più cauti e lasciar giudicare chi in questa vive.
Certo, il celebrante è persona degnissima e reverenda. Anche il curatore del settimanale televisivo diocesano, mons. Caniato, canonico della Cattedrale, non si può dire che sia avverso alla tradizione. Ma per il resto del clero eccezion fatta per il rev. Morselli e pochi altri...
A Bologna sono i movimenti a pesare, specie RnS e NeoCat. Nonchè la pesante eredità del card. Lercaro, che risposa proprio in quella chiesa, si fa tuttora sentire.
A proposito di neocat: ma com'è la storia che proprio a Santa Maria della Pietà hanno fatto delle catechesi quest'inverno?
RispondiEliminaAppunto. Per chi non fosse di Bologna la chiesa citata da Sebastian è quella dove si celebra abitualmente la messa tridentina la domenica pomeriggio. Bisognerebbe chiederlo al povero don Tiziano ma credo che si tratti di una "proposta che non potesse rifiutare"...
RispondiEliminaAd esempio: durante la visita dell'Immagine della B.V. di S. Luca, spesso in cattedrale durante le Messe sono presenti i seminaristi, i quali servono come ministranti o come coro. Sarà un caso ma non mi par proprio ve ne fosse alcuno.
RispondiElimina<span>Ad esempio: durante la visita dell'Immagine della B.V. di S. Luca, spesso in cattedrale durante le Messe sono presenti i seminaristi, i quali servono come ministranti o come coro. Sarà un caso ma non mi par proprio ve ne fosse alcuno, neanche a far presenza, dato che coro e servizio erano da altri espletati. Una assenza che dovrebbe far pensare gli entusiasti.
RispondiElimina</span>
Vabbè, ma bisogna essere orbi per non constatare che gli altri si mettono in ginocchio e prendono l'ostia sulla lingua.
RispondiEliminaSiamo stati una minoranza ad inginocchiarci, a parte il gruppo del coro che si è comunicato subito. Il resto della gente ha creato spontaneamente una fila concentrandosi tutta sui sacerdoti che distribuivano la comunione al centro, "ignorando" gli altri disposti sui lati. Si è così venuta a creare una gran calca e non è stato più tanto chiaro né il come né il dove collocarsi.
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