Estratto di un'intervista di Rodari al card. Bartolucci. Il testo completo è a questo link.
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Un cardinalato alla musica sacra, dunque. Così Bartolucci ha percepito la decisione papale. Perché? “Perché ho dedicato tutta la mia vita alla musica sacra ed è evidente che è lei che il Papa ha voluto in qualche modo riabilitare lo scorso 20 novembre. Una musica sacra troppo spesso vilipesa nella chiesa cattolica, abbandonata, scalzata da innovazioni inopportune e contrarie all’autentico spirito della liturgia, quello spirito che Benedetto XVI sta cercando di recuperare attraverso i suoi scritti e le sue celebrazioni. Si è voluti andare incontro al mondo senza accorgersi di cedere a esso e alle sue sirene”.
La vicenda artistica di Bartolucci inizia a Firenze nella sua prima giovinezza, quando affianca il suo maestro Francesco Bagnoli come organista nelle celebrazioni in Duomo. In seguito le sue precoci composizioni vennero mostrate a monsignor Raffaele Casimiri, illustre studioso palestriniano, che si recava di tanto in tanto a Firenze per svolgere delle ricerche. Maturò così l’idea di trasferire il giovane a Roma, dove le cappelle musicali erano in piena attività. Bartolucci divenne quasi subito vice maestro a San Giovanni in Laterano poi, nel 1947, direttore della Cappella Liberiana di Santa Maria Maggiore. Infine nel ’56, dopo quattro anni trascorsi affianco a Lorenzo Perosi, Pio XII lo nomina direttore perpetuo della Cappella sistina. Come i predecessori, anche lui viene nominato “ad vitam”. Racconta ancora con dispiacere: “Cogli 80 anni mi misero di colpo a riposo… Dopo tanto lavoro non ebbi neppure modo di salutare il Santo Padre…”.
Sono ormai decenni che Bartolucci abita a Roma. In via Monte della Farina, vicino a piazza Argentina, dove la Cappella sistina ha sede. Il suo appartamento è colmo di ricordi. Foto, quadri, libri, musiche, tante carte e un vecchio grammofono Grundig che, dice, “lo aveva uguale Papa Giovanni e ha ancora un’acustica invidiabile. Ormai però non lo ascolto più; la sera preferisco guardare i concerti trasmessi sul satellite soprattutto dall’estero. Ogni tanto mi capita di vedere qualche messa in latino. C’è un canale che ne trasmette di bellissime dalla Francia. Ma sono bravi anche gli anglicani nel Regno Unito. Sono rimasto impressionato dalla liturgia cantata alla Westminster Abbey. Anche a Benedetto XVI credo sia piaciuta quando l’ha ascoltata lo scorso settembre. Alla fine è andato a porgere il suo saluto”.
La casa di Bartolucci trasuda storia e molte foto ingiallite dagli anni riportano il pensiero alla sua giovinezza: “Mio padre era un operaio di una fabbrica di laterizi a Borgo San Lorenzo, vicino a Firenze. Cantava sempre in chiesa, gli piaceva. Cantava anche le romanze di Verdi e di Donizetti. Sono cresciuto contornato dalla musica. Tutto il paese cantava. Ricordo gli stornelli dei contadini a casa e al lavoro. Il teatro del paese aveva due stagioni d’opera all’anno! Era un’altra vita”.
Dalle parole del cardinale si capisce che avverte un forte contrasto tra quegli anni e oggi. E il suo disappunto diviene esplicito e spontaneo soprattutto riguardo alla musica, senza necessità di incalzarlo con ulteriori domande. Dice: “Ricordo le funzioni in Sistina ai tempi di Papa Pacelli. Allora la musica costituiva parte integrante ed essenziale della liturgia: era la sua anima. Si sa quanto Pacelli amasse la musica e come spesso si riposava suonando il violino. Erano bei tempi”. Il Pontificato di Pio XII fu accompagnato quasi interamente dalla Cappella sistina diretta da Lorenzo Perosi. Bartolucci, infatti, venne nominato direttore perpetuo nel 1956: “Prima di diventare direttore sono stato quattro anni insieme a Perosi, come vice maestro. Lui abitava nel palazzo del Sant’Uffizio e lì spesso lo andavo a prendere. Passeggiavamo assieme sul lungotevere fino alla chiesa del Sacro Cuore del Suffragio dove facevamo visita al santissimo. Poi lo riaccompagnavo a casa”.
La musica sacra della chiesa cattolica subisce una grande rivoluzione dopo il Concilio Vaticano II. Racconta Bartolucci: “Il Concilio l’avrebbe voluto convocare anche Pio XII. Lo disse il cardinale Achille Silvestrini nel decennale della morte del cardinale Domenico Tardini. Si rese conto però che i numerosi focolai di rivolta presenti nella chiesa avrebbero potuto provocare un incendio proprio a Roma. Fu così Papa Giovanni XXIII dopo il Sinodo Romano convocò il Concilio. Sotto il suo pontificato la Cappella sistina poté finalmente essere ricostituita. Io stesso presentai un progetto di riforma generale e il Papa lo approvò pienamente. Ottenemmo la sede, l’archivio, un organico di cantori adulti fissi e stipendiati e soprattutto la schola puerorum dedicata esclusivamente alla formazione dei nostri ragazzi. Papa Giovanni apprezzava molto la Cappella. A Natale cantavamo nel suo appartamento con i bambini, davanti al presepe. Riguardo alla liturgia credo che non avrebbe cambiato nulla, ma poi morì. La riforma vera e propria con tutti i cambiamenti si fece sotto Paolo VI”.
Sotto il pontificato di Papa Montini e con il nuovo indirizzo liturgico si verificò di fatto la crisi della musica sacra. Bartolucci ricorda ancora una Pasqua in cui tornò a casa in lacrime. Dice: “Ci mandarono via dicendo che non doveva cantare la Sistina, ma il popolo. Fu una rivoluzione copernicana. L’abbandono del latino che il Concilio stesso non auspicava, fu di fatto promosso da molti liturgisti e così tutto il repertorio tradizionale di canto gregoriano e polifonia e di conseguenza le scholae cantorum furono additati come la cause di ogni male. Il motto era diventato quello di andare al popolo, senza capire le gravi conseguenze di questa banalizzazione dei riti e della liturgia. Io a questo mi sono sempre opposto e ho sempre sostenuto la necessità della grande arte in chiesa a nutrimento e beneficio proprio del popolo. Si è pensato che partecipare volesse dire cantare o leggere qualche cosa e così si è disattesa la sapiente pedagogia del passato. Paradossalmente anche tutto il repertorio di canti devozionali che il popolo sapeva e cantava è scomparso. Anni fa, ad esempio, quando il popolo assisteva a una messa da morto, sapeva cantare con devozione il Dies Irae e ricordo che tutti si univano per cantare il Te Deum o le antifone alla Madonna. Oggi a stento si trova qualcuno in grado di farlo. Molti, oggi, per fortuna, seppure un po’ in ritardo, iniziano a rendersi conto di quello che è successo. Bisognava pensarci allora, prima di procedere con tanta presunta sapienza in favore di una moda. Ma sa, allora tutti rinnovavano, tutti pontificavano. Per fortuna il Santo Padre sta dando indicazioni molto precise riguardo alla liturgia e speriamo che il tempo aiuti le nuove generazioni”.
La Cappella sistina dopo il Concilio ha comunque continuato ad avere un’importante attività poiché Bartolucci ha voluto promuoverne le esecuzioni anche in sede concertistica. “Con la Sistina ho girato il mondo e proprio nei concerti ho potuto sentirmi libero di programmare i capolavori che non era più possibile eseguire all’interno della liturgia, in primis le opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Giuseppe Verdi lo definisce il “padre eterno” della musica d’occidente. L’ho detto già una volta in un’intervista: ‘Palestrina è il primo patriarca che ha capito che cosa vuol dire far musica; lui ha intuito la necessità di una scrittura contrappuntistica vincolata dal testo, aliena dalla complessità e dai canoni della scrittura fiamminga’. Non a caso il Concilio di Trento ha fissato i canoni della musica liturgica proprio guardando a lui. Non c’è autore che tratta e rispetta il testo sacro come Palestrina. Io per quel che ho potuto ho cercato di rifarmi a questo stesso spirito, alla solidità del canto gregoriano e della polifonia palestriniana. Per questo ho potuto continuare a scrivere musica nel solco della tradizione della Scuola romana”.
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Sono solo dei bei ricordi. Oggi tutto questo non c'è più e l'uccello (del malaugurio) ha dato il colpo di grazia alla cappella già agonizzante.
RispondiEliminaProprio così.
RispondiEliminaL'altissimo livello raggiunto dalla Sistina negli ultimi anni di Bartolucci, quando si compivano definitivamente le riforme silistiche, organizzative, logistiche da lui tenacemente e perentoriamente perseguite, hanno trovato un lento declino nel pur apprezzabile direttorato di Liberto, al quale va il merito di non aver ceduto a facili soluzioni di ripiego.
Questi due mesi di direzione del nuovo maestro hanno riportato il complesso alle stramberie pre-Baini.
Qualcuna si legga i diari di Mendellsohn nel biennio 1830-31 a Roma e rivedrà ciò che succede ora.
con l'aggravante che allora erano i cappellani cantori gli imperiti e incoscienti, oggi i cantori sono quelli bravi .....
Questo "luctus super Libertum" mi dà veramente ai nervi. Mons. Liberto è stato coerente con se stesso; non ha voluto piegare il capo verso nessuna delle richieste che evidentemente venivano dal Santo Padre ed ha ottenuto ciò che meritava. Stessa sorte ha colpito Mons. Marini maior. R. I. P. Amen.
RispondiEliminaIo non posso giudicare della qualità della musica eseguita sotto la direzione del maestro Palombella perché non possiedo che competenze musicali dilettantistiche. Inoltre, ciò che egli afferma sulla liturgia antica è da raccapriccio.
Però mi sembra che alcune critiche siano sinceramente eccessive. E' giorni che si parla criticamente di "strombazzamenti"...ma le trombe si suonavano , eccome!, ai tempi della Cappella Papale (quella vera) e, stando a quanto mi ha detto un amico molto competente in materia, le "trombe d'argento" dovevano avere un suono molto più sgraziato rispetto ai moderni strumenti attualmente impiegati. A me la marcia pontificia all'ingresso del Papa piace, e anche molto. dite quel che volete.
Inoltre ricordo la messa di Mezzanotte dell'anno passato con una messa degli Angeli liscia liscia, esattamente come la canto io nel mio ameno paesello di 100 anime!! Quest'anno il repertorio era sensibilmente migliore. Kyrie e Gloria De Angelis alternati da versi in polifonia che, quand'anche qulitativamente fossero stati pessimi (cosa che peraltro non mi pareva, ...ma senza dubbio sbaglio io), almeno davano un senso di solennità.
Ripeto: non entro nel merito del giudizio musicale, ma mi sembra che qualche "nota" positiva ci sia.
qualcuno conosce il canale francese che - secondo quanto afferma il Cardinale- trasmette la Santa Messa in latino? Sarebbe interessante saperlo
RispondiEliminami soiace, reverendo, ma coe ho già avuto modo di dire: "hai voglia a far eseguire una missa papae marcelli se poi non la si sa dirigere"! OVVERO: Palombella non dirige il coro del suo paesello di cent'anime, ma La Sistina! Se egli fosse il direttore del coro della sua parrocchia nulla avrei da eccepire, sarebbe il posto giusto per lui. Non intendo con ciò svilire assolutamente le piccole parrocchie e i loro cori, meno che mai il suo; più che altro il mio pensiero è questo: le vecchiette che cantano "tantum ergo sacramEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENTUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUM" nelle parrocchie a me piacciono molto, e trovo ci stia benissimo, come il pretone di una volta che vociava i suoi "dominus vobiscUUUUUUUUUUUM", ma, lo ripeto, nella parrocchietta, non in san pietro. Quì sarebbero ridicoli. E ridicoli sono infarri i sistini di palombella, che cantano Palestrina "alla viva il parroco", e il gregoriano alla carlona. Sì, perchè se lei volesse riascoltare alcune parti di quella messa di mezzanotte si accorgerebbe che anche sul gregoriano han toppato: addirittura erano fuori tempo i tenori rispetto agli alti al sanctus e al communio. E questo, mi creda, neanche il coro di vecchiette della mia parrocchia lo sbaglia. La "de angelis" poi, che è la messa più facile! (e son sicuro che nemmeno al suo paese le vecchie cantan fuori tempo)
RispondiEliminascusate gli errori ma sono un poco dislessico..credo.. :)
RispondiEliminaComunque, l'Alleluia bugniniano che Palombella ci propina ad ogni Messa papale da quando è direttore della Sistina è veramente improponibile. Il canto gemello del famoso Alleluia "delle lampadine" da "spiritodelconcilio fuori tempo massimo" è un insulto, sia alla vera musica sacra, sia all'ermeneutica della continuità. O Palombella decide di cambiare registro, o è meglio che venga sostituito appena possibile, magari da colui o da coloro che Mons. Guido Marini aveva in animo di sponsorizzare e per i quali non è riuscito ad averla vinta. D'altronde, quando c'è Bertone di mezzo...
RispondiEliminaPer ora mi accontenterei di qualche Messa in silenzio.
RispondiElimina.........la musica e' un dono.....non si la compra! Probabilmente in Vaticano saranno stonnati...!
RispondiEliminaOggi è toccato a me scappare in lacrime. Non voglio certo paragonarmi al Maestro cardinal Bartolucci, ma quando nella mia parrocchia ho trovato un maxischermo che verrà usato per proiettare le Letture e i canti in sostituzione dei foglietti, veramente mi è venuto da piangere.
RispondiEliminal'alleluia da te menzionato è di bartolucci
RispondiEliminaVaglielo a dire al dott. Andrea Tornielli, che dice che gli abusi liturgici sono diminuiti in questo tempo. Che bugiardo.
RispondiEliminaQualcuno dei lettori ha ascoltato per intero la S. Messa di mezzanotte (in realtà alle 22,00) celebrata dal Papa? Passando per casa, sostando alcuni minuti davanti al televisore, prima di recarmi alla "S. Messa di sempre" celebrata a mezzanotte, ho avuto modo di ascoltare qualcosa della "Sistina", in particolar modo un tenore solista sguaiato, la cui intonazione lasciava a moooltooo a desiderare, che si intercalava con il coro... che roba!!! L'avrebbero cacciato a pedate anche nell'ultima sala parrocchiale di paese!!! E questa è la gente canta nel massimo tempio della cattolicità, nel quale si dovrebbe offrire a Dio il massimo dell'arte musicale??? Questa è la musica che dobbiamo offrire a maggior gloria di Dio e a santificazione dei fedeli (come recita il magistero conciliare)???
RispondiEliminaPenso che le gerarchie vaticane dovrebbero cogliere il livello di degrado raggiunto in San Pietro.
se la parrocchia(biritualista) di saint Eugène canta meglio della Sistina qualcosa vorrà dire, no? :
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=a37WtjhCseQ&feature=related
<span>Qualcuno dei lettori ha ascoltato per intero la S. Messa di mezzanotte (in realtà alle 22,00) celebrata dal Papa? Passando per casa, sostando alcuni minuti davanti al televisore, prima di recarmi alla "S. Messa di sempre" celebrata a mezzanotte, ho avuto modo di ascoltare qualcosa della "Sistina", in particolar modo un tenore solista sguaiato, la cui intonazione lasciava a moooltooo a desiderare, che si intercalava con il coro... che roba!!! L'avrebbero cacciato a pedate anche nell'ultima sala parrocchiale di paese!!! E questi sono gli artisti che cantano nel massimo tempio della cattolicità, nel quale si dovrebbe offrire a Dio il massimo dell'arte musicale??? Questa è la musica che dobbiamo offrire a maggior gloria di Dio e a santificazione dei fedeli (come recita il magistero conciliare)???
RispondiElimina</span><span>Spero solo di aver intercettato l'unico picco musicalmente negativo di tutta la celebrazione e che il resto fosse all'altezza della "Cattedra di Pietro". Se così non fosse, e tutta la musica eseguita sia stata della medesima qualità di quella che ho ascoltato, si imporrebbe una seria ed onesta riflessione su com'è ridotta la Sistina.</span>
questo è il coro della PARROCCHIA(biritualista) di saint Eugène a parigi per esempio, e che livello! altro che la sistina(che tra l'altro è composta da cantori STIPENDIATI e pueri che vanno a una scuola dove altro che a cantare tutto il giorno non dovrebbero insegnargli!)
RispondiEliminail requiem di quest'anno per Re Luigi XVI:<span>
http://www.youtube.com/watch?v=a37WtjhCseQ&feature=related</span>
pasqua 2008:
http://www.youtube.com/watch?v=DgHAmEYLbjI
cantando notevomente ridotto il numero dei cantori le tenebrae:
http://www.youtube.com/watch?v=Clin0AOrUKU&feature=related
regina coeli:
http://www.youtube.com/watch?v=f7BC8bTzORQ&feature=related
eccetera.....
I ricordi di Bartolucci peccano un po' di... semplificazione: Perosi post I guerra mondiale era quasi l'ombra di se stesso e peraltro afflitto da seri problemi di salute. Quanto ai giudizi sulla polifonia fiamminga, beh non sono degni di un musicista qual'è Bartolucci. Dufay e Des Prez non meritano affatto certe riserve affrettate!
RispondiElimina<span><span>l'unico picco musicalmente negativo? AHAHAHAHAHAH!!!</span></span>
RispondiEliminaVai a leggere qualche post più indietro, la celebrazione della notte è stata ampiamente commentata, e il commento più gentile è stato "una schifezza inenarrabile".
Perchè non buttiamo anche i microfon e le lampadine?
RispondiEliminaMD
Le parole di bartolucci, sono la degna risposta all'articolo di A. Tornielli
RispondiEliminaIl Maestro Bartolucci come Mons Migliavacca rimangono i due fari illuminanti della Chiesa, Bartolucci è un uomo che ha sofferto molto i disastri del Concilio.
RispondiEliminaGrazie Maestro di esistere!!! LUNGA VITA!!!!
Semmai dis...grafico :)
RispondiEliminaSecondo me, non stiamo parlando dello stesso Alleluia. Io mi riferisco a quello cantato abitualmente nelle nostre parrocchie da una trentina d'anni a questa parte e non credo proprio sia opera di Bartolucci. Personalmente non ho competenza in materia, ma con la musica sacra tradizionale, secondo me, questo Alleluia non ha nulla a che vedere. In S. Pietro lo sento cantare solo da quando Palombela è direttore della Sistina (cioè da poco più di un mese).
RispondiEliminaIl Card. Bartolucci è un vero cattolico,un vero italiano e un verissimo toscano...senza peli sulla lingua.
RispondiEliminaLa Toscana dopo averci donato lo splendore sublime del bello in tutti i campi dalle arti alle scienze ,dei grandi arcivescovi,cardinali e grandissimi papi ..da Leone Magno a Clemente VIII,Urbano VIII ed Alessandro VII... ci ha donato ancora un grande musicista e un grande cardinale
Che Dio lo protegga, lo conservi a lungo per il bene della Chiesa.
Gli amanti della musica e tutti i fedeli cristiani semplicemente dotati di orecchio non possono che dire grazie Mons. Bartolucci!
RispondiEliminasperiamo che armonie veramente angeliche come quelle del gregoriano, di Scarlatti, di Palestrina e anche dei semplici, facili canti tradizionali cattolici risuonino ancora nella nostre chiese.. e non il raccapricciante e orribile suono ( per chi è dotato di orecchio musicale) delle odierne melodie post- CVII e delle urlate palombellate...!!!
Rev. don Luca,
RispondiEliminafino a qualche mese fa il mio giudizio sul M° LIberrto era molto più severo, poichè ho studiato Bartolucci, ne sono un convinto ammiratore (della musica e di alcune posizioni teoriche, non tutte) ed un estimatore dello stile compositivo - realmente innestato in un tradizione romana, cattolica, universale - nonchè della sua direzione.
La differenza con Liberto era evidente: stile compositivo, prassi esecutiva, inclinazioni del gusto, uso dell'italiano.
A discolpa di Liberto, nella ignobile cacciata di bartolucci nel 1997, bisogna dire che egli nulla fece (apparentemente) da fuori per muovere tale macchinazione: Marini vecchio (parlando con rispetto) aveva deciso di disfarsi di Bartolucci, colpevole da un lato di essere refrattario alle novità circensi via via introdotte nelle liturgie papali, e dall'altro di essere particolarmente focoso e nerboruto nel difendere l sue posizioni (con siparietti alquanto spiacevoli a margine delle Messe in S. Pietro, che tanto facevano andare in sollucchero Parisi e co.), per cui decise di piazzare Liberto alla Sistina, poichè era la voce più forbita (bisogna dirlo!) del panorama - diciamo così - bugninista.
Paragonato a Palombella, però, Liberto (come ha detto mons. E. Favella) è come comparare Palestrina a don Giosi Cento.
Che tradizione sta recuperando il nuovo direttore? lo scarto della tradizione.
Le trombe non suonavano certo dove e come le fa suonare, la prassi esecutiva e la stessa direzione sono improvvisamente piombate di molto, le trovate come le cantatrici ai salmi e via discorrendo!
Con il senno di poi dobbiamo amaramente ammettere che il M° Liberto ha trattenuto il declino della Sistina per 13 anni, sorbendosi anche le accuse di incompetente.
Quale detrattore di Liberto, con minime conoscenze di musica liurgica, di polifonia sacra, di storia della Sistina e della prassi esecutiva romana, può oggi affermare che Palombella è una salutare riforma?
Se non si è in grado di analizzare le composizioni, basta leggersi i rari scritti di Liberto (magari non condivisibili, ma chiari) e le pacchiane circollocuzioni degli editoriali di Palombella a metà fra un accademic mal digerito e il pastoralese salesiano più becero!
Palombella se fosse direttore di un coro anche in una semplice cattedrale (di provincia) adrebbe benissimo.
La Sistina è un'altra cosa!
Il "figlio spirituale" di Bugnini, nonchè amico dell"asparagus" Noè ( che tanti danni fece all'altare della cattedra) l'arc. Piero Marini è stato la causa del degrado della Sistina.
RispondiEliminaNon c'è dubbio che , grazie anche alla malattia dell'amato giovanni paolo II, egli potè compiere misfatti e distruzioni in campo musicale, liturgico, artistico, superando la Moira orfei, in fatto di attivitò circensi, con il grande capolavoro che fu l'apertura della Porta Santa nel natale del 1999, dove oltre a creare un vero spettacolo di suonatori e banditori, estromettendo la bella cerimonia plurisecolare, vestì il papa con un abito di cui non si potè capire il colore ( dandone bellissime spiegazioni) , Pezzo unico... dissero tutti, ma da li a pohe settimane vedemmo altri cardinali di provata fede Lercaniana- bugniniana vestire i pani che dovevano essere solo del papa.
Di la a venire, ci trovammo con musichette , di cui Liberto non ebbe grande colpa, in quanto il potere del vecchio Marini aumentava di anno in anno con l'avanzare della malattiaa di Wojtila. Alla fine arrivarono gli abiti di seta e di sera, usciti alcuni dell'atelier dei migliori sarti italiani, cosicchè si fece ben presto vedere una moda in cui il pontefice indossava tessuti dorati propri di salotti romani e che ci riportavano indietro ai colossal di Hollywod. Insomma musica e panni furono con Marini stravolti.
Palombella, che in quegli anni aveva già fiutato aria .... decise di sorvolare tra le volte di S. pietro, fino a quando un uomo di Don Bosco , lo mise a capo di ciò ch era rimasto della gloriosa Cappella Sistina.
tuttavia, l'alleluia al quale forse ti riferisci è la melodia dell'alleluia VI modo, la quale è una melodia gregoriana tradizionale, non certo anni settanta...(almeno non mi pare...!); il versetto polifonico, quello per intenderci cantato dalla Sistina a più voci, al quale (sbagliandomi) credevo che tu ti riferissi è scritto da Bartolucci.
RispondiElimina---sono affranto ho sentito con le mie orecchie Mons Marini parlare bene di Palombella, uomo semplice, disponibile, colto , preparato......
RispondiEliminama cosa gira in Vaticano ???? cambiate spacciatori......!!!! vergognaaaaaaa !!!!!
Marini ha capitolato. Se no....lo fanno fuori e lo mandano a are il parroco di un villaggio delle Alpi Marittime
RispondiEliminaSe Marini ha capitolato c'è qualcosa di strano ch solo qualcuno come mons. Favella potrebbe spiegarci.
RispondiEliminaIl Maestro è un dono immenso, quando Dio lo chiamerà a dirigere il coro degli angeli capiremo o meglio capiranno i suoi persecutori che grandissimo musicista di Dio è !!! Bartolucci è il Palestrina del nostro tempo!!!
RispondiEliminaLa sua intervista racchiude tutto il pensiero serio e fondato sulla liturgia e la musica da dopo il concilio vat II.
GRAZIE MAESTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Suor Palestrina, che fu governante di Perosi e delle sorelle, dice che se Bartolucci fosse stato più previdente, adesso avremmo alla Sistina Miserachs come direttore e Cilia come maestro dei pueri.
RispondiEliminaInvece c'è Palombella e il duo come si chiama.....
Suor Terzianilla dice che sempre meglio di don Parisi e di qualche suo famulo sono.
Rassegnamoci.
Cara Suor Eufrasia, che struggimento la fine miseranda della Sistina. Che Dio lo abbia in gloria il caro maestro Bartolucci, testè tornato alla casa del Padre e che tanta parte di gloria e opere imperiture lasciò alla Chiesa. Di certo, però, credo proprio che San Pietro nell'aprirgli la porta lo abbia severamente ammonito, e messo nell'angolo dei monelli per almeno una decina di minuti, con l'aggiunta di una tirata d'orecchi e una pedata sul posteriore per aver contribuito, per imperizia, alla distruzione di quel glorioso apparato, il coro della Sistina , il cui "de profundis" a dire il vero, era già in nuce nel momento in cui si fece carta igienica della "Mediator Dei" e la riforma Bugnini iniziò a fare strage.... Comunque, se solo il maestro avesse per tempo protetto la Chiesa dagli avvoltoi e dall'iniquizia indicando quale erede degno di quel sacro servizio il maestro Miserachs, la cui produzione musicale a tutt'oggi risulta essere la migliore, grande musista, e non solo musicalmente ma anche moralmente, avrebbe reso un servigio degno di lode e gratitudine.Si sarebbe potuta preservare la santità del culto contro gli abusi temerariamente introdotti dal pennuto -osceno- e dalle chiese particolari che tanto amano far scena e autoincensarsi più che dare Gloria a Dio e mantenuta l' osservanza di determinate e chiare norme sulla musica sacra e il canto gregoriano, un tesoro ricevuto e custodito nel corso dei secoli la cui tutela rappresentava un chiaro e nobile segno destinato all'estinzione!
RispondiEliminaCerto, Liberto, oggi , considerando l'attuale decadenza cui non ci si abitua , che dire, più che rim-piangere, direi che "non ci resta che piangere"! ...